Angela Grignano, la ragazza ferita a Parigi nella spaventosa esplosione della rue de Trevise, continua a lottare nel suo letto d’ospedale. Ha la mano destra ingessata, quella sinistra in un tutore nero, ma la ferita più importante è quella alla gamba che si temeva dovesse essere amputata. Ha subito due importanti interventi alla gamba: la ferita è ancora aperta e ogni giorno subisce dolorose medicazioni. All’orizzonte ci sono altre operazioni: un trapianto di pelle, una lunga riabilitazione, ma lei vuole riprendersi, tornare a ballare e vincere la sua battaglia. «Sono sulla strada giusta. Non posso dire di stare benissimo, ma neanche malissimo. Vado avanti. Le cure procedono», ha raccontato al Quotidiano.net. Prova a ricordare cosa è successo quella mattina spaventosa: «Ero in strada davanti all’ingresso. Ero scesa per sapere dai pompieri come mai c’era quell’odore così forte di gas». Il fratello ha raccontato che Angela ha perso conoscenza per qualche minuto e che quando si è svegliata era in mezzo ai detriti: «Per favore non parliamone più. Voglio cancellare il più possibile certi dettagli».



ANGELA GRIGNANO, FERITA NELL’ESPLOSIONE A PARIGI

Angela Grignano, chiamata in ospedale “l’Italienne courage”, non si perde d’animo, anche se non sa per quanto tempo ancora dovrà restare in ospedale. «I medici non si sbilanciano. È tutto poco chiaro», ha spiegato al Quotidiano.net. Sorpresa per l’interesse dell’Italia nei suoi confronti, non ha paura di vivere a Parigi dopo quello che è successo. «E perché? Sarebbe come dire che ho paura di vivere perché mi fa paura la morte… È capitato a Parigi come poteva capitare in qualsiasi altra città. Ero qui da poco, un mese e mezzo. Sono sempre stata convinta che questa fosse la città migliore per un’esperienza di lavoro come quella che interessa a me». Angela si è laureata in arti dello spettacolo e si è trasferita a Parigi per imparare bene la lingua. «Il mio sogno non è mai stato quello di diventare una ballerina, come hanno scritto alcuni giornali: volevo invece studiare per diventare direttore artistico. Lo voglio ancora. Ci riuscirò? Vedremo». Ora non sa se resterà a Parigi: «Per il momento direi di no. L’esperienza è stata molto dura, mi pesa troppo addosso. In seguito vedremo».

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