Benedetto Antonio Bacchi, detto Ninì, era quello che si è soliti definire un “insospettabile”. Nessuno avrebbe mai immaginato che in quattro società di Malta avesse nascosto un tesoro di 6 milioni di euro da cui passavano i soldi dei 700 punti scommesse con il marchio B2875 gestiti per conto dei clan di mafia. La sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo ne ha disposto il sequestro, coi poliziotti della Divisione Anticrimine che – come riportato da La Repubblica – hanno fatto scattare i sigilli anche a 11 immobili tra Palermo, Partinico e Borgetto, a 3 veicoli, a 6 rapporti finanziari, a 4 società con sede a Partinico. Ma il forziere che desta maggiore interesse tra gli investigatori è proprio quello di Malta: “Quello dei giochi è un settore oggi strategico per l’organizzazione criminale – spiega il questore di Palermo, Renato Cortese – quanti altri Bacchi ci sono in giro? Quanti altri insospettabili al servizio della mafia degli affari? Gente che frequenta i salotti buoni della città e poi aiuta l’organizzazione mafiosa a realizzare sempre nuovi investimenti, magari attraverso il web”.
BENEDETTO BACCHI, RE DELLE SCOMMESSE ONLINE: “ERA UN INSOSPETTABILE”
Fino a dieci anno fa, Benedetto Bacchi dichiarava al Fisco un reddito di 662 euro: poi il boom delle scommesse online, le sue agenzie catalizzavano i traffici illeciti dei clan. “Bacchi era davvero un insospettabile – spiega ancora il questore di Palermo – chi lo avrebbe detto che lavorava al servizio delle cosche?”. Eppure “Ninì” non si era mai fatto problemi a scegliere certe amicizie: come quando girava per il paese col capomafia Francesco Nania, appena scarcerato. Perfino la moglie si era infastidita, come si evince dalle intercettazioni:”Solo perché hai i soldi ti senti di essere un signore, ma sei una merda – gli urlava a casa -Sei un delinquente rivestito di soldi, ben protetto e coperto”. E lui rispondeva più forte: “Io lo squalo sono, non l’hai capito?”. Teneva alle apparenze Benedetto Bacchi: tre anni fa annunciò una grande iniziativa in favore dei terremotati del Centro Italia: “Un centesimo per ogni operazione di B2875”. Ai suoi parlava del sogno di fondare un giornale per “fare tanti progetti di legalità”. Era tutta una copertura, Ninì era il manager prediletto dalle cosche.