Anche nella puntata odierna de La Vita in Diretta si è tornati a parlare del dramma di Cardito, dove il piccolo Giuseppe, di soli 7 anni, è stato ucciso dal giovane compagno della madre. Grazie al primo interrogatorio dell’assassino reo confesso, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire la vicenda, l’assurda causa scatenante della rabbia dell’uomo e anche il contesto sociale disagiato in cui viveva la famiglia napoletana; tuttavia, la stessa Procura non crede completamente alla sua versione tanto che in studio da Tiberio Timperi non è stato escluso che anche la madre possa essere iscritta nelle prossime ore nel registro degli indagati. Fondamentale sarà comunque domani il nuovo interrogatorio in carcere di Toni, il compagno della donna, mentre adesso c’è da capire quale sarà il futuro di Noemi, una delle figlie, la cui testimonianze è ritenuta decisiva per capire come sono andati i fatti e per confrontare le sue parole con quelle dell’assassino. Infatti, resta da capire quale sia stato il ruolo di mamma Valentina mentre Toni picchiava a morte Giuseppe: anche per questo motivo, mentre l’altro fratellino più piccolo è già in una casa famiglia, Noemi viene tenuta al momento lontana dai familiari dato che si teme possa esserci una contaminazione del suo racconto; successivamente, il suo futuro potrebbe essere quello dell’affidamento ai servizi sociali per cominciare a dimenticare questo incubo domestico. (agg. di R. G. Flore)
LA PROCURA NON CREDE ALL’ASSASSINO
Il bimbo di 7 anni morto due giorni fa a Cardito (Napoli) è stato ucciso dal compagno della madre dello stesso, Tony Essoubti Badre. L’uomo ha spiegato di aver picchiato il piccolo Giuseppe perché questi stava rompendo il letto da poco comprato, ma ha aggiunto che non l’ha malmenato con un bastone come invece sembrerebbe. Una versione a cui non crede la procura di Napoli nord, visto che gli inquirenti sono convinti che l’uomo abbia prima rotto il manico della scopa, trasformandolo in una mazza, e accanendosi appunto contro i poveri bambini. L’autopsia sul corpo del piccolo di 7 anni chiarirà l’intera vicenda, e sarà fondamentale anche la testimonianza della sorellina di 8 anni, anch’essa malmenata ma fortunatamente fuori pericolo: «Il quadro clinico della bambina è in netto miglioramento – le parole di Nicola Mansi, primario di otorinolaringoiatria che ha operato la piccola Naomi, riportate da TgCom24 – è ricoverata in attesa che si sgonfi l’edema sul volto. L’operazione si è resa necessaria per un taglio lacerocontuso al padiglione auricolare destro. La piccola non correva il rischio di perdere l’udito ma era necessario ricostruire la parte ferita. Il taglio non era da lama, ma era stato provocato dalle percosse». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CARDITO, BIMBO UCCISO DI BOTTE: “TUTTI SAPEVANO”
Il bimbo di 7 anni di Cardito, provincia di Napoli, è stato ucciso dal compagno della madre. Ha confessato lo stesso Badre Tony Essobti, spiegando di aver picchiato in maniera selvaggia la piccola vittima nonché la sua sorellina, al momento in ospedale e non in pericolo di vita, perchè stavano rompendo i mobili. Indignato un conoscente della famiglia, ed in particolare una persona che conosceva bene Tony e che più volte ha provato ad intervenire nel recente passato, parlandone con lo stesso 24enne, e denunciando l’accaduto: peccato però che nessuno l’abbia ascoltato. «Litigavano spesso – racconta l’uomo al programma di Rai Uno, Storie Italiane – e picchiava i bambini, secondo me faceva uso di qualcosa perché era fuori di testa, li picchiava con il bastone, e la gente lo sapeva. Un mese fa ha anche picchiato la compagna fuori dalle Poste perché voleva dei soldi». Quindi il testimone ha concluso il suo intervento in maniera eloquente: «Tony non era una persona, non esiste l’essere umano, era un mostro». Intervistati anche numerosi altri vicini di casa che hanno però confessato di non aver mai sospettato di nulla. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CARDITO, BIMBO UCCISO DI BOTTE: LE PAROLE DELLA MAMMA
Giuseppe assieme alla sorella Noemi avevano rotto la sponda del lettino: per questo motivo e per questo “mobili rotti” il compagno della mamma li ha picchiati a sangue, uccidendo il primo e ferendo (non solo fisicamente) la seconda per il resto della sua vita. La confessione di Tony, per come riportata dal Corriere della Sera stamattina, ha dei tratti di follia e disperazione difficili anche solo da leggere: «facevano casino e andavano puniti.. […] ma io a Giuseppe ci volevo bene». La mamma Valentina ha raccontato che il compagno in quei momenti sembra come indemoniato ma resta ancora da capire cosa e come sia intervenuta all’interno del folle progetto omicida del suo fidanzato: intanto stamattina i vicini di casa di Cardito hanno spiegato ai cronisti che loro non hanno colpe, «I bambini sono tutti figli nostri e se avessimo visto qualcosa saremmo intervenuti». (agg. di Niccolò Magnani)
“PICCHIATI PERCHÈ ROMPEVANO I MOBILI”
Il bimbo ucciso nella giornata di domenica a Cardito, in provincia di Napoli, è stato ammazzato dal compagno della loro madre. Alla fine è stato lo stesso 24enne Tony Sessoubti Badre a crollare dopo l’interrogatorio, e a confessare il tutto. Il piccolo Giuseppe di soli 7 anni è stato assassinato perché stava facendo “casino”, come ha ammesso lo stesso aguzzino: . «Li ho picchiati perché davano fastidio, rompevano tutto, e non stavano al loro posto – le parole di Badre ora in carcere – hanno persino graffiato i mobili della cameretta che avevo appena comprato con un grosso sacrificio economico. Li ho picchiati, si! Qualche pugno. Forse dei calci. Ma non il bastone». E’ andata meglio alla sorella Noemi, che ha ancora i segni delle ferite sul corpo e che si trova ricoverata presso il reparto di neurochirurgia del Santobono, ma che è ormai fuori pericolo. Una “strigliata” che Tony ha voluto dare ai due piccoli indifesi per «insegnare loro l’educazione e il comportamento». Ed ora bisognerà capire il ruolo della mamma dei due bambini in tale vicenda, e soprattutto, se l’assassino, chiuso a Poggioreale, abbia picchiato anche la donna durante la loro convivenza complicata. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
BIMBO UCCISO A CARDITO: MIGLIORA LA SORELLINA
Migliorano le condizioni della bambina di 8 anni picchiata brutalmente a Cardito dal compagno della madre. Non ce l’ha fatta invece il fratello di 7 anni, ucciso dall’uomo. Nel bollettino medico, l’ospedale Santobono di Napoli ha sottolineato che la piccola «è cosciente, in buone condizioni generali ed appare serena nel suo comportamento, supportata dal personale medico e paramedico». Inoltre, presenta «contusioni e tumefazioni multiple al volto e al corpo» ma dagli esami non sono emerse «lesioni cerebrali e degli organi interni». A La Vita in Diretta un medico che si sta occupando della bambina ha spiegato: «Ha una grossa ecchimosi del volto, non può aprire gli occhi. Ha una ferita all’orecchio che abbiamo suturato un paio di ore fa. Non era un intervento complesso, ma andava fatto perché la cartilagine era scoperta». Nelle scorse ore è stato contatto il padre naturale della bambina che potrebbe presentarsi in ospedale. La madre invece non può avvicinarsi, su disposizione della procura dei minori di Napoli, perché la posizione della donna è ancora al vaglio degli investigatori. Un testimone ha raccontato di aver assistito a violenze in strada davanti alla stessa donna. (agg. di Silvana Palazzo)
BIMBO UCCISO DI BOTTE A CARDITO
È ancora sotto choc Vincenzo Tipo, primario del Pronto soccorso dell’ospedale Santobono di Napoli, dove è ricoverata la sorella del bimbo ucciso di botte a Cardito. «Quello che ho visto ieri è la scena più raccapricciante a cui ho mai assistito», ha dichiarato all’Ansa. Il medico per la prima volta parla delle ferite che ha riscontrato sul corpo della piccola di 8 anni: «La bambina aveva il volto tumefatto ma soprattutto sangue sul cuoio capelluto, tutte ferite compatibili con l’ipotesi di percosse». Per fortuna erano ferite superficiali, ma all’inizio i medici hanno temuto il peggio: «Il sangue sulla testa ci ha fatto sospettare lesioni interne e quindi abbiamo sottoposto la bimba a tac e radiografie. In due ore abbiamo svolto tutte le analisi che ci hanno rassicurato sul fatto che si trattasse solo di ferite superficiali, che non avevano leso organi interni». Dopo le analisi la bambina è stata trasferita con una diagnosi di trauma cranico nel reparto di neurochirurgia. Invece, Tony Sessoubti Badre, compagno della madre, è stato arrestato per aver ucciso di botte il bambino di 7 anni e per il tentato omicidio della sorellina.
SORELLA SOTTO PROTEZIONE
Il 24enne, con un passato turbolento e qualche precedente per reati contro il matrimonio, si sarebbe accanito contro il bambino e contro la sorellina colpendoli con i pugni e persino con una scopa, che è stata sequestrata. «Il più grande era disteso sul divano, sembrava che dormisse ma era già in arresto cardiaco – racconta uno dei soccorritori a Il Mattino -. Per 30 minuti abbiamo tentato di rianimarlo. Disperatamente. Doveva essere già morto diverse ore prima della richiesta di aiuto». Vincenzo de Maio, medico del 118, non ha lasciato nulla di intentato nell’appartamento che gli altri operatori sanitari hanno definito da “terzo mondo”, e che era comunque in ordine perfetto quando è scattato l’allarme. «Aveva i segni di percosse soprattutto sul volto e sul cranio», ha spiegato il soccorritore. La sorellina era in uno stato di choc emotivo: il primario del Pronto soccorso ha raccontato che non parlava. Anche questo li ha preoccupati, ma per fortuna si trattava solo di uno stato temporaneo, infatti la bambina ha poi aiutato gli agenti nelle indagini con il suo racconto.