La Procura di Firenze ha chiuso le indagini per l’uomo alla guida del tir pirata che la notte del 9 settembre 2017 investì e uccise Sara Scimmi, 19enne di Castelfiorentino. La famiglia ha sempre lottato per scoprire la verità sul decesso della giovane, soprattutto su quanto è accaduto prima del tragico impatto con il mezzo. E’ stato aperto un nuovo fascicolo per capire cosa è successo sulla regionale 429: se il pirata della strada ora rischia il processo con l’accusa di omicidio stradale, la Procura ha chiesto l’archiviazione per il filone d’indagine per omicidio volontario contro ignoti. Non è stato infatti chiarito se Sara fosse stata aggredita, abbandonata in strada o investita da altre vetture prima di essere travolta dal camion. Nessuna chiarezza sul perché fosse stesa sull’asfalto, sottolinea Repubblica, con la Procura che ha reso noto che si trovava lì viva e in un mercato stato di ebbrezza alcolica. Secondo quanto ricostruito dai consulenti, le lesioni sul corpo della giovane sono riconducibili all’investimento del tir e non di altre auto.
LA MORTE SOSPETTA DI SARA SCIMMI
Sono molti i punti oscuri della vicenda, come che fine abbiano fatto l’orologio e l’anello che Sara Scinni aveva indosso quella sera, come testimoniato dalle foto scattate poco prima, mentre era in discoteca con gli amici. Repubblica riporta quanto contenuto nella richiesta di archiviazione: «Posto che è quanto meno probabile che entrambi gli oggetti che la ragazza indossava fossero andati distrutti nel corso del terribile incidente occorsole, occorre comunque rilevare che il loro mancato rinvenimento nonché l’assenza di un’immagine nitida degli ultimi momenti di vita della vittima non consentono di per sé soli, e alla luce delle complessive risultanze delle indagini, di sostenere che gli oggetti le fossero stati sottratti nel corso di un’aggressione di pochi istanti precedente all’investimento e che tale aggressione, terminata con l’abbandono della ragazza, avesse contribuito in modo determinante al decesso». E ancora: «Ciò perché non solo tale ipotesi investigativa non ha trovato alcun tipo di riscontro, ma i dati certi, raccolti nel corso delle indagini senza che alcuno degli ulteriori elementi confluiti li potesse smentire, inducono a ritenere dimostrato che Sara Scimmi si fosse allontanata dal Kaleido (la discoteca, ndr) da sola e a piedi, immediatamente prima delle 3.16 e che alle 3.20 fosse già sul rettilineo ove avrebbe perso la vita, in quanto avvistata dalle testimoni e che su quel rettilineo si fosse mantenuta sino alle successive 3.24 quando, per motivi ignoti, si trovava, probabilmente già supina, ma viva, al centro della carreggiata in corrispondenza dei passaggio dell’autoarticolato in sequestro».