Mentre il Premier Conte annunciava da Milano l’accordo con 7 Paesi europei e lo sbarco imminente dei migranti dalla Sea Watch 3, il Ministro degli Interni ha voluto mettere “i puntini sulle i” per rivendicare la propria linea che non cambia: «Missione compiuta! Ancora una volta, grazie all’impegno del governo italiano e alla determinazione del Viminale, l’Europa è stata costretta a intervenire e ad assumersi delle responsabilità. Sei Paesi hanno accettato di accogliere gli immigrati a bordo della Sea Watch3, coordinandosi con la Commissione europea: si tratta di Francia, Portogallo, Germania, Malta, Lussemburgo e Romania», a cui va aggiunta l’Italia, come ha detto il Presidente del Consiglio in un dettaglio non “secondario”. Lo stesso Salvini poi ribadisce come «in base alla documentazione racconta, venga aperta un’indagine per fare chiarezza sul comportamento della Ong». La Sea Watch intanto su Twitter, in attesa dello sbarco, ha dato annuncio di una proposta avanzata dagli albergatori di Siracusa (Noi Albergatori): «Fateli sbarcare. Paghiamo trasferimento, alloggio e gli offriamo un lavoro a tutti i migranti». (agg. di Niccolò Magnani)



CONTE, “ACCORDO CON 7 PAESI PER LA RIDISTRIBUZIONE”

Germania, Francia, Italia, Portogallo, Romania, Malta e infine Lussemburgo: questi i sette Paesi che si faranno carico della redistribuzione dei 47 migranti a bordo della nave Sea Watch. Il premier Giuseppe Conte, intervenuto a margine dell’incontro con il sindaco di Milano Beppe Sala, ha confermato che le operazioni prenderanno il via tra poche ore: «Tra qualche ora inizieranno le operazioni di sbarco, si è aggiunto anche il Lussemburgo: ringrazio il premier che ha risposto il nostro invito. Non so se si aggiungeranno altri Paesi, con l’Italia sono sette i Paesi che accoglieranno». Ricordiamo che nelle scorse ore era giunta l’apertura della Francia attraverso le parole del presidente Macron: «La Francia rispetta i tre principi che sono il rispetto del diritto umanitario, lo sbarco nel primo porto sicuro che in questo caso è in Italia e la distribuzione degli oneri. Quello che la Francia fa e che continuerà a fare. E lo dico anche per i 47 migranti della Sea Watch 3», riporta Adnkronos. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



C’E’ L’ACCORDO!

La vicenda della Sea Watch sta per essere risolta. Manca il via libera ufficiale ma a breve i 47 migranti a bordo dell’imbarcazione della Ong troveranno un centro di accoglienza. Come riferito dai principali quotidiani online in queste ultime ore, a cominciare da Repubblica, il vertice notturno di ieri a Palazzo Chigi fra Conte, Di Maio e Salvini, è servito per ottenere l’ok allo sbarco di quest’ultimo. Se tutto andrà come previsto, la Sea Watch attraccherà al porto di Siracusa, e i 47 a bordo verranno smistati fra le nazioni che si sono offerte nelle scorse ore all’accoglienza, leggasi Germania, Francia, Portogallo, Romania e Malta, con l’aggiunta della new entry Lussemburgo. Si attende quindi la formalizzazione dell’accordo europeo dopo di che i migranti verranno portato in un hotspot di Pozzallo o ii Messina, verranno quindi identificati e poi trasferiti presso i paesi europei che hanno dato la loro disponibilità. Nel caso in cui i tempi si diluissero troppo, a quel punto tornerà d’attualità la necessità di far sbarcare almeno i 15 minorenni a bordo, come sollecitato ormai dai giorni dalla procura di Catania. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SEA WATCH 3: SITUAZIONE IN VIA DI DEFINIZIONE

Tutto in stand-by per quanto riguarda la questione della Sea Watch. L’imbarcazione con a bordo 47 migranti è da 12 giorni in mare, e si trova in rada nel porto di Siracusa, in attesa di ricevere l’ok per lo sbarco. Ok che però non è ancora giunto al capitano del mercantile, come ha spiegato chiaramente all’agenzia AdnKronos, Giorgia Linardi, portavoce della stessa Sea Watch che ovviamente sta seguendo l’evoluzione del caso: «Fino a questo momento – le sue parole – non abbiamo alcuna conferma sullo sbarco dei 47 migranti dalla Sea watch. Ci sono delle notizie che circolano ma nulla di concreto, almeno fino ad ora. Purtroppo non c’è alcuna conferma su un possibile sbarco». Ricordiamo che la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, non ha obbligato l’Italia a far sbarcare i profughi, ma ha chiesto che questi vengano assistiti, e nella notte sono stati portati sulla barca viveri, medicinali e beni di primaria necessità. Nel contempo cinque nazioni, leggasi Francia, Germania, Portogallo, Romania e Malta, hanno dato disponibilità ad accogliere i poveretti in cerca di un porto sicuro. La speranza è che entro la giornata odierna si possa arrivare ad una svolta. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

SEA WATCH: VERTICE NOTTURNO A PALAZZO CHIGI

Continua a tenere banco il caso della Sea Watch 3. L’imbarcazione della Ong rimane in rada a Siracusa, in attesa di un porto in cui sbarcare, ma i giorni passano e la soluzione non si trova. Nella notte da poco passata si è tenuto un vertice a Palazzo Chigi, fra il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, e i due vice-premier, Di Maio e Salvini, ma la situazione resta ingarbugliata. La Cedu ha respinto la richiesta della Ong di far sbarcare i 47 migranti a bordo su suolo italiano, ma nel contempo ha chiesto all’Italia di prendersi cura degli stessi profughi. Intanto Germania, Francia, Portogallo, Romania e Malta hanno dato disponibilità ad accogliere i migranti a bordo della Sea Watch ma ciò implicherebbe che lo sbarco avvenga nel nostro paese. «Sbarco degli immigrati? – ha ribadito per l’ennesima volta Salvini solo se prenderanno la via dell’Olanda, che ha assegnato la bandiera alla Sea Watch, o della Germania, paese della Ong. In Italia abbiamo già accolto, e speso, anche troppo». Peccato però che l’Olanda abbia altresì ribadito la non volontà di accogliere i disperati: si troverà una soluzione in tempi brevi? (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

SEA WATCH 3: LA RISPOSTA DELLA CEDU

Novità in vista per il caso Sea Watch 3 ma ancora non “bastevoli” per far sbarcare i 47 migranti al largo di Siracusa: dopo l’appello mandato dalla Ong tedesca alla Corte Cedu, è giunta risposta dai giudici di Strasburgo e non è come se l’aspettavano i volontari presenti a bordo sulla nave battente bandiera olandese. «Per i minori non accompagnati chiediamo al governo di garantire anche una tutela legale adeguata», ma la Corte non va oltre e di fatto non accoglie la richiesta di ordinare all’Italia lo sbarco immediato dei migranti. Intanto il Premier Conte ha annunciato che sarebbero ben 5 i Paesi che si sono resi disponibili al ricollocamento delle persone a bordo della Sea Watch 3: sono Germania, Malta, Francia, Portogallo, Romania. In serata il Presidente Emmanuel Macron ha fatto sapere tramite un insolito “assist” al Governo gialloverde «Per la Sea Watch 3, che si trova vicino alle coste siciliane, bisogna applicare tre principi: il principio dello sbarco nel porto più vicino, cioè l’Italia, il principio della distribuzione dell’onere, dal quale la Francia non si è mai sottratta, e infine il diritto, ovvero dobbiamo fare in modo che le ong rispettino le regole». (agg. di Niccolò Magnani)

OLANDA RIBADISCE IL NO ALL’ACCOGLIENZA

Dall’Olanda viene ribadita per la seconda volta nel giro di poche ore la posizione di assoluta chiusura delle frontiere ai migranti al momento fermi al largo di Siracusa: «la nostra posizione non cambia», ribadiscono da Amsterdam, con il Governo gialloverde che ora dovrà rivedere la propria posizione avendo ammesso la possibilità di permettere lo sbarco dalla Sea Watch 3 solo per permettere un corridoio umanitario verso l’Olanda (o la Germania). Intanto la staffetta Pd continua a bordo della nave Ong, con il gruppo parlamentare dem che ribadisce «noi a Siracusa ci restiamo finché non scende anche l’ultimo migrante a bordo della Sea Watch 3». In un retroscena “controcorrente” offerto da Fabio Rampelli (deputato di Fratelli d’Italia) ai colleghi di Libero spiega «La Sea Watch, sedicente organizzazione umanitaria, non risponde ai necessari requisiti di trasparenza che dovrebbe avere chiunque operi nel volontariato, se così si può chiamare una struttura che ‘macina’ 130mila euro al mese di costi. Sul sito internet della Sea Watch manca addirittura lo statuto. Ribadiamo la necessità di conoscere l’organigramma della Sea Watch che oggi tramite l’avvocato Gamberini ha depositato alla procura una diffida alla Capitaneria di Porto e alla prefettura per minori». Non solo, per il deputato della Meloni, è bizzarro «che istituzioni della Repubblica possano essere messe sotto accusa da legali di organizzazioni non governative prive di un organigramma e di uno Statuto pubblici, con nomi e cognomi anche dei finanziatori».

CHIESTO INTERVENTO DELLA CEDU

Matteo Salvini e Danilo Toninelli sono pronti a dare l’ok allo sbarco dei migranti a bordo della Sea Watch solo se verranno trasferiti successivamente in Olanda o in Germania, la Ong ha presentato un ricorso d’urgenza per chiedere un intervento della Corte europea dei diritti dell’uomo: nuovi aggiornamenti sulla nave ferma a largo di Siracusa. Sull’imbarcazione negli ultimi giorni si sono alternati gli esponenti del Partito Democratico, di Liberi e Uguali, di + Europa e anche di Forza Italia, con la Ong che ha invocato la CEDU per valutare se il comportamento del Governo italiano rappresenti o meno una violazione dei diritti umani. L’Italia, evidenzia Repubblica, dovrà fornire un ricorso urgente. E lo scontro politico è sempre più acceso, ecco le parole del dem Nicola Zingaretti all’Huffington Post: «Questo governo non ha alcuna politica sul tema immigrazione. La situazione peggiora. Nessuno si permetta di dire che “le cose stanno migliorando”, perché oltre a un insulto alla dignità umana, è un’enorme falsità. Il governo gialloverde ci ha cacciato in un vicolo cieco. Ci siamo alleati con i Paesi più egoisti dell’Europa che non permetteranno mai l’affermarsi di una politica comune. Viviamo in una permanente tensione internazionale generata da stravaganti posizioni, come quella di critica alla missione Sophia, che rappresenta l’unica via per combattere le mafie e i trafficanti, gli scafisti. Stendiamo un velo pietoso sulle promesse mancate perché irrealizzabili».

SEA WATCH, GRILLO: “SITUAZIONE SANITARIA SOTTO CONTROLLO”

Sulle condizioni dei migranti a bordo della nave, in particolare dei minori, è giunto il commento dell’AISMI (Associazione Italiana per la Salute Mentale Infantile): «Come operatori della salute mentale infantile ribadiamo la necessità di far sbarcare immediatamente i migranti, così da aiutarli con i necessari interventi sanitari e psicologici, con particolare riguardo ai bambini ed adolescenti. La loro inammissibile permanenza sulla Sea Watch rappresenta un ulteriore abuso perpetrato nei loro confronti: questa volta dalle Autorità Pubbliche del nostro paese, che hanno il compito di salvaguardare la salute fisica e psicologica di quanti si trovano sul territorio italiano». La situazione dal punto di vista sanitario è però sotto controllo, come evidenziato dal ministro della Salute Giulia Grillo: «La situazione sulla nave Sea Watch dal punto di vista sanitario è assolutamente sotto controllo e comunque il nostro Paese ha fornito e fornirà sempre l’assistenza sanitaria; detto ciò riteniamo che non possiamo essere solo noi che ogni volta dobbiamo farci carico di un lavoro enorme», evidenziando che «quando noi mandiamo i nostri medici, è il Paese Italia che paga mentre gli altri stanno a guardare affacciati alla finestra e non mi sembra il caso», riporta l’Ansa.