L’ambasciatore della Corea del Nord in Italia è sparito dallo scorso mese di novembre assieme alla sua famiglia, ed avrebbe chiesto asilo politico ad una nazione occidentale, Belpaese compreso. Il ministero degli esteri ha detto di non avere notizia di una richiesta di asilo da parte di Jo Song-gil, ma ciò non rappresenterebbe comunque una smentita, e non è da escludere che la stessa Farnesina stia cercando giustamente di non svelare le proprie carte vista la situazione molto delicata. Secondo quanto raccolto dai media sudcoreani, Jo avrebbe fatto richiesto di asilo all’inizio di novembre, pochi giorni prima che scadesse il suo mandato in Italia, e adesso sarebbe «protetto dalle autorità italiane in un luogo sicuro». Intanto a Seul tutto tace, e la Casa blu, la presidente del paese, ha spiegato di non avere alcuna informazione in merito al disertore: «Non c’è nulla che la Casa Blu sappia», le parole del portavoce del presidente Kim Eui-kyeom parlando ai giornalisti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
AMBASCIATORE NORDCOREANO SPARITO: DOSSIER IN MANO A PALAZZO CHIGI
Secondo le fonti di Repubblica, il dossier di Jo Song-gil sarebbe in mano a Palazzo Chigi e ai servizi segreti italiani: è infatti direttamente la Presidenza del Consiglio con le due agenzie di sicurezza – Aise e Aisi – ad occuparsi del caso dell’ambasciatore nord-coreano a Roma. Non si sa ancora se abbia o meno richiesto ufficialmente il diritto d’asilo (la Farnesina per ora ha smentito, ndr) ma per quanto in mano ai colleghi di Rep, il diplomatico in fuga da Pyongyang sarebbe protetto dalle autorità italiane in una località sicura e ovviamente segreta. Come scrivevamo in precedenza, il caso dell’ambasciatore è alquanto delicato vista la sua particolare situazione “familiare”: il diplomatico sarebbe il genero di un “alto papavero” del regime di Kim Jong Un e il che renderebbe ancora più delicato l’intero dossier, con relative smentite e “silenzi” sospetti. Di certo il caso di un traditore accolto da un Paese occidentale legato agli Stati Uniti – come l’Italia – potrebbe mettere in forte difficoltà il negoziato in corso tra Usa e Nord Corea sul fronte nucleare.. (agg. di Niccolò Magnani)
IL “PROBLEMA” FAMILIARE
«Ha disertato e ha chiesto asilo con la sua famiglia a inizio dicembre in un imprecisato Paese occidentale»: così chiarisce il quotidiano di Seul in merito al mistero attorno alla scomparsa di Jo Song-gil, specie dopo la smentita della Farnesina rispetto ad una presunta richiesta di asilo fatta dall’ambasciatore a Roma della Corea del Nord. Di norma, come ben spiega la Sarzanini sul Corriere della Sera, la maggior parte dei diplomatici di Pyongyang quando deve lasciare il Paese lo deve sempre fare lasciando la famiglia in patria, specie i bimbi, per scoraggiare le probabili defezioni anti-regime. In questo caso però, l’ambasciatore di Roma è arrivato nel 2015 con moglie e figli al seguito, lasciando intuire che o vi era una maggiore fiducia riposta nella sua fedeltà (e poi è successo qualcosa che non è stato previsto dalla dittatura comunista) oppure proveniva semplicemente da una famiglia “privilegiata” in Nord Corea. (agg. di Niccolò Magnani)
LA FARNESINA SMENTISCE: “NON HA CHIESTO ASILO”
Jo Song-gil, ambasciatore norcoreano in Italia, ha disertato ed è scappato con la sua famiglia. A renderlo noto in queste ore è il quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo, notizia poi confermata da un deputato di Seul dopo un’audizione a porte chiuse. Stando a quanto emerso, «Jo Song-gil ora si nasconde. Il mandato di ambasciatore ad interim doveva terminare a novembre scorso e Jo è fuggito dall’ambasciata ai primi di novembre». Il ministero degli esteri italiano ha comunque smentito l’indiscrezione secondo cui Song-gil avrebbe chiesto asilo all’Italia: «Non risulta una richiesta d’asilo da parte di un funzionario nordcoreano – fonti Fernesina all’agenzia Ansa – per via diplomatica è stato a suo tempo comunicato al ministero l’avvicendamento dell’incaricato d’affari nordcoreano a Roma. Tale avvicendamento ha poi avuto luogo». Jo Song-gil non è il primo diplomatico nordcoreano a disertare: nel 2016, infatti, abbandonò il suo incarico il vice ambasciatore a Londra Thae Yong-ho. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
AMBASCIATORE COREA DEL NORD CHIEDE ASILO POLITICO
Nuova defezione per la Corea del Nord, l’ambasciatore Jo Song-gil a Roma ha chiesto asilo politico: questo quanto riportano i media di Seul, con il 48enne che sarebbe ora sotto protezione insieme alla sua famiglia. JoonAng Ilbo evidenzia che la richiesta risale a inizio dicembre: fonti anonime diplomatiche affermano inoltre che in questo momento «è protetto dalle autorità italiane in un luogo sicuro». Un’altra grande defezione, dicevamo, per la Corea del Nord: nel 2016 ricordiamo la diserzione di Thae Yong-Ho, numero due dell’ambasciata a Londra. Jo Song-Gil è conosciuto come il figlio o il genero di un funzionari dei livelli più alti della Corea del Nord ed ha ricoperto in passato il ruolo di incaricato d’affari dal 9 novembre 2017, prendendo il post dell’espulso Mun Jong-nam.
AMBASCIATORE COREA DEL NORD CHIEDE ASILO POLITICO
L’ambasciatore classe 1971 è in Italia dal 2015 ed è stato recentemente rimpiazzato dal consigliere politico Kim Chon: Tg Com 24 sottolinea che da quel momento non è più risultato nella lista diplomatica della Corea del Nord. Secondo una primissima ricostruzione della vicenda, la richiesta di asilo sarebbe legata all’ordine di rientro in patria. Quella di Roma è tra le ambasciate più importanti della rete estera di Pyongyang: Kim Jong-un infatti può contare su due diplomatici provenienti dal ministero degli Esteri, più altri due che si occupano degli affari legati alla Fao, l’agenzia dell’Onu che ha sede a Roma. La stampa di Seul evidenzia infine che all’ambasciatore è stato concesso nelle scorse settimane di raggiungere Roma con moglie e figli, «a testimonianza della sua appartenenza a una famiglia privilegiata».