Un neonato è morto subito dopo il parto presso l’ospedale Misericordia di Grosseto. La tragedia si è verificata lo scorso 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, e per quell’episodio la procura locale ha deciso di iscrivere sul registro degli indagati 22 persone fra medici, infermieri e personale sanitario coinvolti prima e durante il parto. Purtroppo numerosi casi simili si sono verificati in questi giorni in Italia, a cominciare dal piccolo di sole 48 ore decedute il giorno di Natale presso l’ospedale Fatebenefratelli di Napoli, per cui è stata aperta un’indagine. Sempre in Campania, precisamente a Giugliano, un bimbo di appena due mesi è morto il 26 dicembre dopo essere stato dimesso dalla struttura ospedaliera San Giuliano, mentre lo scorso 13 dicembre, un altro bimbo di pochissimi giorni, sempre nel napoletano (ad Agerola) è deceduto in culla, mentre stava dormendo: aveva solo due mesi. Tutti casi molto simili riguardanti dei decessi apparenti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



NEONATO MORTO A GROSSETO: 22 INDAGATI

A Grosseto sono 22 gli indagati tra infermieri, medici, ostetriche e personale presente in sala parto la notte di Santo Stefano quando un neonato purtroppo è morto proprio durante le complicazioni in fase di nascita: il piccolo bimbo figlio di un padre italiano e di una mamma ucraina non ce l’ha fatta e subito, come giusto che sia, è stata aperta una inchiesta interna all’ospedale Misericordia di Grosseto oltre al fascicolo della Procura per cercare di stabilire cause e motivazioni dietro all’improvvisa morte durante il parto. Cosa sia accaduto realmente nel giorno di Santo Stefano all’interno della sala chirurgica del Misericordia, lo stabilirà soltanto l’inchiesta della magistratura ma intanto sono scattati 22 avvisi di garanzia per il personale della sala parto mentre è stata ovviamente disposta l’autopsia sul corpo del piccolo neonato morto pochi minuti dopo aver visto la luce.



DISPOSTA L’AUTOPSIA SUL CORPO DEL NEONATO

Secondo alcune notizie filtrate da La Nazione, pare che durante il parto nella notte di Santo Stefano si sia verificata una rarissima complicanza (non definita ancora) durante l’intervento cesareo praticato sulla mamma del nascituro quando ormai non era più possibile svolgere un parto naturale. Come spiegano fonti dell’ospedale alla Nazione, «Chi era in sala operatoria in quel momento ha fatto tutto il possibile per salvare quella piccolissima vita praticando anche ripetuti tentativi di rianimazione». Ogni tentativo è stato inutile, il piccolo è morto e ora l’Azienda Sanitaria Toscana Sud Est si è messa a disposizione della magistratura per seguire nel dettaglio e fornire ogni spiegazione possibile di quelle ore drammatiche e concitate all’interno della Sala parto. Il reato ipotizzato dai giudizi per i 22 indagati è omicidio colposo commesso nell’esercizio della professione sanitaria, ma va detto che è prassi “obbligatoria” in questi casi.

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