«La credibilità della Chiesa si è vista fortemente messa in discussione e debilitata da questi peccati e crimini, ma specialmente dalla volontà di volerli dissimulare e nascondere, il che ha generato una maggiore sensazione di insicurezza, di sfiducia e di mancanza di protezione nei fedeli»: inizia così la lunga lettera inviata da Papa Francesco ai vescovi Usa riuniti (in larga parte) a Chicago per un ritiro spirituale di riflessione e preghiera sulla crisi che ha sconvolto la Chiesa americana dopo i tanti episodi di pedofilia (dalla Pennsylvania fino al Cile, ma non solo). I vescovi Usa da ieri, 2 gennaio, fino a martedì 8 sono riuniti nel seminario Mundelein di Chicago per degli esercizi spirituali guidati da Padre Raniero Cantalamessa proprio sul tema della crisi, degli abusi e del necessario bisogno di un ritorno alla comunione in Cristo, una conversione continua anche da parte degli stessi uomini e donne di Chiesa. «Negli ultimi tempi la Chiesa negli Stati Uniti si è vista scossa da molteplici scandali che toccano nel più profondo la sua credibilità. Tempi burrascosi nella vita di tante vittime che hanno subito nella loro carne l’abuso di potere, di coscienza e sessuale da parte di ministri ordinati, consacrati, consacrate e fedeli laici; tempi burrascosi e di croce per quelle famiglie e tutto il Popolo di Dio», scrive ancora Papa Francesco che sottolinea come l’atteggiamento di occultamento, documentato purtroppo anche dalle inchieste interne del Vaticano, «lungi dall’aiutare a risolvere i conflitti, ha permesso agli stessi di perpetuarsi e di ferire più profondamente la trama di rapporti che oggi siamo chiamati a curare e ricomporre».
CONTRO GLI ABUSI SERVE LA CONVERSIONE
«Si possono individuare strategie, cambiare le strutture e i sistemi», ma senza una «conversione personale a 360 gradi» che riveda anche il «modo di pregare, di gestire il potere e il denaro, di vivere l’autorità e le relazioni, difficilmente una piaga come quella degli abusi potrà essere debellata»: il Papa è chiarissimo nell’indicare la via per poter uscire dall’incubo della pedofilia e della copertura di ignobili casi di abusi. Ignobili tanto per gli effetti quanto per le cause che li generano: «ogni volta che la parola del Vangelo disturba o diventa una testimonianza scomoda, non sono poche le voci che intendono farla tacere segnalando il peccato e le incongruenze dei membri della Chiesa e ancor di più dei loro pastori», scrive ancora il Papa nella lettera ai vescovi Usa sul tema degli abusi. Poi la conclusione, in cui Francesco richiama tutti ad una conversione che permetta di «entrare in comunione affettiva con il nostro popolo e ci libererà dal cercare falsi, rapidi e vani trionfalismi che pretendono di assicurare spazi piuttosto che iniziare e risvegliare processi. Anche tale coscienza ci proteggerà dal ricorrere a sicurezze anestetizzanti che ci impediscono di avvicinarci e comprendere l’entità e le ramificazioni di quanto accaduto». I problemi e i drammi nella Chiesa non si risolvono con nuove commissioni, come «se fossimo capi di un’agenzia di risorse umane», ma serve una vera conversione del cuore, umana e profonda.