Emergono nuove dichiarazioni da parte di Tony Essoubti Badre, il 24enne che ha ucciso il piccolo Giuseppe a Cardito. Come vi abbiamo riportato già nella giornata di ieri, l’italo-marocchino compagno della madre della vittima, ha ammesso davanti al gip di aver colpito il bimbo anche con il bastone della scopa, massacrandolo di botte fino alla morte. «Ho fumato diversi spinelli, come faccio ogni giorno. Poi ho perso la calma», ed ha iniziato a scagliarsi sui tre figli della propria fidanzata, che erano a casa da scuola (essendo domenica) e che stavano facendo troppo casino per i suoi gusti: per fargli capire che dovevano smetterla ha iniziato a picchiarli e a sferragli sul corpo tutta una serie di colpi con il bastone della scopa già spezzato. Giuseppe è morto lentamente, visto che sarebbero passate circa due ore dalla fine del pestaggio al decesso, un lasso di tempo in cui la madre, forse scioccata, non ha saputo reagire, attendendo inerme la sorte del figlio senza chiamare i soccorsi a tempo debito. Una donna che in questi ultimi giorni è stata spesso e volentieri al centro delle critiche, ma che in realtà avrebbe provato a fermare l’aguzzino, senza averne le forze sia fisiche quanto psicologiche. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CARDITO, DUBBI SULLA MADRE DEL PICCOLO
La famiglia del padre del piccolo Giuseppe, il bimbo massacrato di botte ed ucciso dal compagno della madre, non riesce a comprendere l’atteggiamento di Valentina. Ai microfoni di Pomeriggio 5, lo zio ha commentato la vicenda spiegando che Felice, padre della vittima, è un uomo distrutto. “Da Valentina (la mamma di Giuseppe, ndr) non me lo sarei mai aspettato, mai!”, ha aggiunto in collegamento con la trasmissione di Canale 5. “Se anche lei ha sbagliato è giusto che paghi, e pagherà. Noi vogliamo giustizia. Poteva chiamare noi, saremmo intervenuti. Perchè non ci ha chiamato? Perchè Valentina non ha avvisato la polizia? Questa tragedia si poteva evitare”, ha proseguito, pur senza riuscire a darsi una risposta ai tanti quesiti rimasti aperti. Il papà di Giuseppe e Noemi, prima di essere chiamato nuovamente dai carabinieri ha accusato un malore. Per tale ragione non è intervenuto in diretta alla trasmissione di Canale 5 anche se in precedenza era stato intervistato. “Non me lo so spiegare, ho troppo dolore, non riesco neanche a parlare”, ha commentato l’uomo. Quindi ha spiegato di aver tentato di contattare la sua ex per vedere i bambini ma di non essere mai riuscito. “Diceva sempre che non dovevo chiamare perchè non appartenevo a loro, si trovava sempre scuse. Alla fine non mi hanno più risposto al telefono”, ha chiosato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“È UN MOSTRO, MAMMA È COMPLICE”
La morte del piccolo Giuseppe è stata affrontata anche nel corso della trasmissione Pomeriggio 5, durante la quale è stata data la parola alla famiglia del padre del bimbo ucciso dal suo patrigno. Nonna Anna si è detta sconvolta ed ha fatto fatica a parlare, limitandosi a dire: “non ho parole, sono troppo mortificata per quello che è successo”. La parola è passata a Vincenzo, zio della vittima e fratello del papà Felice: “Noi non sapevamo neppure che i bimbi fossero a Cardito. La mamma ci faceva vedere i piccoli solo alla stazione. Mio fratello non sospettava assolutamente che i bambini venivano picchiati. Se avessimo saputo qualcosa sarei stato io ad allertare forze dell’ordine e l’assistente sociale. Lei non si è mai fatta viva, lo abbiamo saputo tramite la polizia domenica sera. Ora abbiamo nominato un avvocato difensore esperto nella tutela dei minori e poi vogliamo giustizia, chi ha sbagliato deve pagare!”. Un’amica dell’uomo reo confesso, ai microfoni della trasmissione ha dichiarato: “Lo vedevo brancolare in strada, secondo me non c’era in quel momento mentalmente. Quel giorno cercava una farmacia aperta per delle creme, forse per gli ematomi. Secondo me lui non se ne è accorto che il bambino era morto, forse credeva che lo avrebbe curato con una cremina. Aveva bisogno di aiuto. Io dico a questa mamma, perchè ai primi segnali non hai chiesto aiuto per questi bambini?”. A quel punto è intervenuta anche la zia del bimbo ucciso di botte e a bastonate: “lui è un mostro, lei non è una mamma! Anche lei è complice, è quasi allo stesso livello”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“LA MADRE CERCAVA DI FERMARMI”
Resta in carcere Tony Essoubti Badre, il 24enne patrigno che a Cardito di Napoli ha ucciso picchiandolo a morte il figlio della compagna: oggi, a seguito dell’udienza di convalida del fermo, il gip ha disposto in questo modo anche se non ancora tutto torna di questa tragica vicenda e nonostante l’assassino abbia confessato tutto e abbia pure ammesso che la mamma del piccolo Giuseppe ha cercato di fermarlo. L’accusa che grava su Badre è di omicidio aggravato da futili motivi ma quello che è certo per gli inquirenti è che la mamma dal canto suo non ha chiamato immediatamente i soccorsi e quindi, come sottolineato da alcuni, non è escluso che in seguito anche la donna possa essere iscritta nel registro degli indagati. Intanto, per fare luce su alcuni punti poco chiari del racconto del patrigno che ha provato a scagionare la compagna si attende anche di sentire Noemi, la piccola sorellina di Giuseppe, che al momento non ha alcun contatto coi famigliari proprio perché il suo resoconto non venga “inquinato” e dato che le sue parole vengono ritenute importanti per ricostruire la drammatica sequenza di quei momenti. (agg. di R. G. Flore)
LA SORELLINA INCONTRA IL PM
È stato convalidato il fermo di Tony Essoubti Badre, accusato dell’omicidio del figlio della sua convivente e del ferimento della sorellina, avvenuti a Cardito domenica scorsa. Lo ha deciso il gip del Tribunale di Napoli Nord, Antonino Santoro. Il gip, a seguito dell’udienza di convalida che si è svolta oggi, ha emesso nei confronti del 24enne un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato da futili motivi e lesioni aggravate. Intanto migliora il quadro clinico della bambina ferita nel corso della tragedia. La piccola è piantonata in ospedale con il divieto di incontrare i parenti. In ospedale ha incontrato il pm Paola Izzo della procura di Napoli Nord, che l’ha già interrogata ieri per circa due ore, alla presenza della psicologa che la segue. I colloqui proseguiranno anche nei prossimi giorni, ma – precisa Il Mattino – con durate mai troppo lunghe per non acuire lo stress della bambina. (agg. di Silvana Palazzo)
“HO PERSO LA TESTA, LA MADRE HA TENTATO DI FERMARMI”
Si è detto pentito Tony Essoubti Badre, l’uomo di 24 anni, dopo aver confessato le sue responsabilità nell’omicidio del piccolo Giuseppe, il bambino di Cardito, nel Napoletano, ucciso la scorsa domenica. Anche davanti al gip, in occasione dell’udienza di convalida del fermo nel carcere di Poggioreale, come ribadisce Il Giornale nell’edizione online, l’uomo ha ribadito di aver colpito sia il bambino che la sua sorellina con calci, pugni, schiaffi ed usando anche il manico di una scopa. “Ho perso la testa, sono distrutto”, avrebbe detto al gip del tribunale di Napoli Nord, quindi ha spiegato che la madre del piccolo avrebbe tentato di fermarlo senza riuscirci, mentre lui inizialmente avrebbe “sottovalutato la portata delle ferite” inflitte al figliastro. Dalle indagini tuttavia sarebbe emerso che potrebbe non essere stato un semplice raptus improvviso poichè il pestaggio contro Giuseppe e Noemi era già iniziato il giorno precedente all’uccisione del piccolo. Le loro colpe? Aver letto le toghe di un lettino appena acquistato e sul quale stavano giocando insieme. “Il ragazzo è in crisi, è distrutto, non riesce a capacitarsi di come possa aver fatto una cosa così grave”, ha intanto spiegato all’Adnkronos il suo difensore, l’avvocato Michele Coronella, che ha anche parlato di un “momento di follia pura in cui non si è reso conto di cosa faceva”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“HO USATO ANCHE LA SCOPA PER PICCHIARLO”
Alla fine ha confessato tutto il 24enne che negli scorsi giorni ha ucciso il piccolo Giuseppe, bambino di 7 anni di Cardito (Napoli). Tony Sessoubti Badre, di fronte al gip del tribunale di Napoli nord, ha ammesso di aver picchiato la propria vittima non soltanto a mani nude ma anche con il bastone della scopa, come si era potuto subito appurare dai segni evidenti sul corpicino del piccolo: «Ho colpito i bambini con calci e pugni – le parole dell’italo-marocchino riportate dall’agenzia Ansa – ed anche con il manico della scopa. Ho perso la testa, sono distrutto». Tony, in carcere a Poggioreale e difeso dal legale Michele Coronella, ha aggiunto: «Volevo bene ai ragazzi come fossero miei, ma quando hanno distrutto la cameretta, in particolare la sponda del letto acquistata con tanti sacrifici, ho perso la testa». Sessoubti Badre ha provate a fare chiarezza anche sulla posizione della madre del piccolo Giuseppe, oggetto di controversia in queste ultime ore: stando al suo racconto, la mamma avrebbe provato a fermare il suo compagno ma senza riuscirci, e inizialmente avrebbe “sottovalutato la portata delle ferite”, perdendo circa due/tre ore fatali prima di chiamare i soccorsi. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CARDITO, BIMBO UCCISO DI BOTTE: LE ULTIME NOVITA’
Nuovi aggiornamenti sulla tragedia di Cardito. Secondo le ultime indiscrezioni, il piccolo Giuseppe sarebbe morto al termine di una lunga agonia: il bimbo di 7 anni si sarebbe infatti spento dopo ore di pugni, calci e colpi con oggetto contundente. Da chiarire il ruolo della madre, con la criminologa Roberta Bruzzone che ha commentato a Storie Italiane: «Parrebbe che questi bambini fossero già stati segnalati per segni di maltrattamento e che avessero già manifestato un disagio di natura psicologica. Qui c’è un episodio che riguarda questo soggetto, ma se dovrà emergere questo dato, temo che questo bimbo abbia avuto una lunga agonia: se così è stato, la posizione della madre diventa di rilievo dal punto di vista giudiziario». Buone notizie arrivano dall’altra figlia coinvolta, che non è più in pericolo di vita: il primario del reparto di otorino-laringoiatria ha detto che sta migliorando giorno dopo giorno. Uno psicologo è stato da lei per capire se è nelle condizioni per rendere un interrogatorio, per il momento non sembra il caso. Ricordiamo che la piccola Noemi è l’unica testimone di quanto accaduto e il suo racconto sarà decisivo. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
L’AGONIA DI GIUSEPPE
Ha ancora molti aspetti da chiarire la vicenda di Cardito riguardante il brutale omicidio di Giuseppe, il piccolo bimbo di 7 anni che è stato massacrato di botte dal compagno di sua mamma, il 24enne italo-marocchino Tony Sessoubti Badre. Gli inquirenti stanno cercando di fare luce sull’intera vicenda, e vogliono soprattutto capire quale sia stato il ruolo della madre nell’omicidio. Si teme che Valentina Casa, che al momento è tornata a vivere nell’abitazione della sua famiglia, abbia assistito inerme al pestaggio senza fare nulla, una serie infinita di botte che sarebbe addirittura durata due ore, prima che il bimbo stremato morisse. La donna, di 7 anni più vecchia di Tony, avrebbe avuto paura di denunciare l’accaduto e di conseguenza non è da escludere che a breve la stessa possa essere iscritta sul registro degli indagati. «Ho preso Giuseppe e l’ho messo sul divano – le parole della madre agli inquirenti, come riporta Il Messaggero – poi ho chiamato il 118. Quando tutto è finito ho chiesto se potevo andare via: mi hanno detto di sì e sono tornata qua».
BIMBO UCCISO A CARDITO: LA MAMMA HA ASSISTITO AL PESTAGGIO
Molti coloro che accusano l’atteggiamento troppo remissivo di Valentina Casa, che non ha proferito alcuna parola nei confronti dell’orco, nonostante questi gli abbia ammazzato un figlio, e mandato in ospedale la sorellina di 7 anni, fortunatamente non più in pericola di vita. Ma chi la conosce parla di una donna dal passato non facile, con il padre che ha avuto diversi problemi con la giustizia, e con i tre figli che sono stati avuti da un giovane dal carattere sopra le righe che si è subito allontanato da loro. Intanto nella giornata odierna si terrà l’autopsia sul corpo del piccolo Giuseppe che stabilirà le esatte cause del decesso, mentre nel carcere Poggioreale è in programma l’udienza di convalida del fermo di Tony, accusato di omicidio aggravato e tentato omicidio: «Si è reso conto della gravità dell’accaduto – le parole di Michele Coronella, l’avvocato del 24enne indagato – è scosso e mi ha detto che lui voleva bene al bimbo».