L’inchiesta choc di Panorama arriva sulla scia della cattura di Cesare Battisti e punta dritto sui tanti latitanti condannati in Italia ma fuggiti all’estero: terrorismo di destra e sinistra, dopo le richieste di Salvini per i tanti latitanti in Francia, ecco che l’inchiesta di Panorama (oggi pubblicata in parte su La Veritò) giunge ad hoc per svelare alcune presunte assurdità sul conto di Giorgio Pietrostefani, condannato come mandante dell’omicidio del Commissario Luigi Calabresi. In sostanza secondo i colleghi di Panorama, il latitante rifugiatosi in Francia protetto dalla dottrina Mitterrand (ha scontato solo 2 dei 22 anni di carcere) percepirebbe una pensione di 1500 euro mensili erogata dall’Inps: oltre ad essere circa il triplo in più dell’assegno di reversibilità che riceve la vedova del Commissario ucciso a Milano il 17 maggio del 1972, circa 400 euro. «Oggi ha 75 anni, è separato, ha subito un trapianto di fegato, ma può usufruire di una pensione di vecchiaia dei lavoratori ex Inpdai erogata dall’Inps: oltre 1.500 euro al mese a partire dal 2017. Sì, avete letto bene», scrivono Giacomo Amadori e Simone Di Meo sulla Verità.



L’INCHIESTA CHOC DI PANORAMA

In sostanza, Giorgio Pietrostefani avendo lavorato in Francia dal 2000 al 2015 e avendo versato regolari contributi per circa 12mila euro l’anno, per una particolare convenzione esistente tra Italia e Parigi ora vengono riconosciuti dal nostro Paese quei contributi pensionistici che da oltre un anno e mezzo vengono girati al condannato mandante dell’omicidio Calabresi. Peccato che tale pensione venga percepita da un latitante, secondo l’inchiesta della rivista Panorama: tra riscatti di laurea, lavori svolti in Italia prima del periodo di Lotta Continua (di cui è stato fondatore assieme ad Adriano Sofri) e lavori in Francia, il gruzzolo sarebbe per l’appunto di 1500 euro al mese, una pensione normale che fa scandalo però visto chi la riceve oltre i nostri confini e senza ancora avere scontato la pena complessiva. Il tutto mentre, sottolinea ancora Panorama, la vedova del commissario Calabresi, Gemma Capra, percepisce una pensione di reversibilità di 400 euro dopo che gli hanno ucciso il marito sotto casa prima di recarsi in Questura per il suo normale lavoro di servitore dello Stato. In attesa di sapere dall’Inps se il tutto viene confermato o meno, la storia svelata fa una certa impressione

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