«Marocchino di me*da»: questo l’epiteto rivolto dal professor Salvatore A. ad un alunno di una scuola di Torino, ma secondo il Tribunale di Torino non c’è razzismo. Come sottolineato da La Stampa, l’insegnante di Educazione tecnica è stato prosciolto dall’accusa nel corso dell’udienza preliminare, con il giudice Luca Fidelio che ha stabilito che quel reato non sussiste mancando i presupposti per sostenere il pericolo di danno al corpo o alla mente dei bambini. Una brutta vicenda che ha coinvolto, oltre all’adolescente marocchino, anche un ragazzino cinese: il professore venne sospeso per tre giorni. Ieri è giunta la decisione del Tribunale, che ha derubricato quell’esternazione come ingiuria e non come insulto aggravato dall’odio razziale, che da tre anni non costituisce più reato.
TORINO, DIRE “MAROCCHINO DI ME*RDA” NON E’ REATO
«Ma quale razzismo? Mi è scappato…», si è giustificato il professore, ora intento a rivalersi contro il Provveditorato per le spese legali sostenute: «Mi rivarrò civilmente contro il Provveditorato e il ministero dell’Istruzione. Questa vicenda mi ha causato danni morali e materiali, comprese le spese per l’avvocato. La preside, poi, non mi ha nemmeno interpellato. Lo sa che ho letto la notizia della denuncia sui giornali?». Il padre dell’adolescente ha commentato: «Spero che non si ripeta più, soprattutto in un ambiente dove i bambini dovrebbero essere protetti e non insultati». Netto il giudizio dell’avvocato Davide Vettorello, riportato da La Stampa: «Sono sorpreso dalla sentenza, spero che non crei un precedente e che qualcuno non si senta legittimato a tenere questi comportamenti, fraintendendo il tenore della sentenza. È un discorso tecnico, ma non tutti sono addetti ai lavori. Il rischio è che venga male inteso il senso della decisione».