La vicenda con protagonisti i dipendenti di Rossopomodoro a Milano, continua a tenere banco tramite social. Dopo il video condiviso in rete dove un dipendente spruzza del deodorante addosso a dei ragazzi stranieri intimandoli a lavarsi e usarlo, non solo si è creata indignazione ma, quella clip ha scatenato un vero putiferio. L’azienda in persona, aveva risposto allo scandalo, promettendo di avviare una inchiesta interna. “Rossopomodoro prende le distanze e si dissocia fermamente dal comportamento discriminatorio che non appartiene né per costume, né per tradizione, né per vocazione all’azienda di origine partenopea”, si legge tramite una nota stampa diffusa online. In queste ore, proprio il protagonista del video, ha deciso di chiarire il suo punto di vista, rilasciando una intervista per La Repubblica. Antonio Faccetti infatti, confida che la clip girata, sarebbe semplicemente frutto di uno scherzo. “Non rappresenta la verità e la realtà dei fatti: ogni giorno, quando siamo al lavoro, scherziamo tra noi e facciamo video di ogni genere senza mai l’intenzione di ferirci o offenderci”.



Rossopomodoro, parla il diretto interessato: “Era uno scherzo!”

Secondo Antonio Faccetti quindi, il clima nelle cucine di Rossopomodoro è goliardico, rispettoso e cordiale. “A me, per esempio, mi chiamano sempre tenendo un cavatappi in mano perché mi identificano satiricamente con un tappo a causa della mia bassa statura”, specifica. Poi cerca nuovamente di difendersi, concludendo: “Hanno fatto apparire uno scherzo, una scena goliardica con i miei allievi come un atto di discriminazione e razzismo che assolutamente non fa parte della mia cultura. Ho incarico l’avvocato Angelo Pisani di chiarire la realtà dei fatti e quanto non si vede nel video, a tutela di ogni mio diritto ed interesse. Niente rovinerà il vero rapporto di amicizia che c’è con Abdul e con gli altri miei colleghi”. Se il signor Antonio minimizza l’accaduto, la ragazza che ha pubblicato per prima il video, la pensa esattamente in modo differente. “Il video è stato girato sabato mattina. – dichiara Kadija a La RepubblicaUno dei responsabili della pizzeria ha mandato un altro ragazzo, sempre straniero, a comprare il deodorante. “Dobbiamo profumare i tuoi paesani” gli ha detto. E non era uno scherzo”. Secondo la giovane verrebbero trattati male perché di colore: “anche io sono stata offesa tante volte, “stranieri di m”, “puttan*”, senza motivo poi. Io non voglio più tornare a lavorare in queste condizioni, è che ho bisogno di lavorare perché mantengo anche la mia famiglia. Ma così non si può più. Dobbiamo denunciare. Io ho sempre fatto il mio dovere, nessuno si è mai lamentato del mio lavoro, ma non è giusto essere trattati così, non si può soffrire così”.

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