E’ ufficialmente terminata l’odissea della Sea Watch 3, l’imbarcazione della Ong che da giorni era alla ricerca di un porto in cui sbarcare. Quest’oggi la nave è giunta nel porto di Catania, dove inizialmente sono stati fatti scendere i 15 minorenni a bordo, per cui è stato nominato un tutor, e che sono stati accompagnati in un centro di accoglienza di Siracusa (non di Catania come precedentemente comunicato). Quindi sono stati fatti scendere gli altri 32 profughi, poi identificati e smistati presso l’hotspot di Messina da cui verranno fatti partire verso una delle 7 nazioni indicate fra Germania, Francia, Portogallo, Ucraina, Lituania, Malta e Lussemburgo. Intanto non si placano le polemiche sulla vicenda, e per ultima ha alzato la voce la segretaria di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che ha puntato il dito contro gli esponenti del Partito Democratico, riferendosi al caso dell’omicidio di Pamela Mastropietro, uccisa esattamente un anno fa a Macerata. «I parlamentari vanno sulla Sea Watch ma non ai funerali di Pamela», dice all’agenzia Adnkronos, per poi parlare della questione Salvini-Diciotti: «ha agito nell’interesse della nazione, nessun imbarazzo a votare contro la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SEA WATCH: SBARCATI I 47 MIGRANTI

E’ iniziato lo sbarco dei 47 migranti a bordo della Sea Watch 3. L’imbarcazione ha attraccato stamane al porto di Catania, come da programmi, dopo aver lasciato Siracusa attorno alle ore 5:30 di questa mattina. Momento di gioia fra i profughi presenti sulla nave al momento dell’attracco, che hanno esultato con urla di liberazione, e che si sono abbracciati fra di loro nonché con il personale della Ong presente a bordo. «La SeaWatch è arrivata a Catania – scrive su Twitter la stessa Ong tedesca – siamo contenti che il calvario sia finito per i nostri ospiti. Auguriamo loro il meglio. Speriamo che l’Europa possa accoglierli e permettergli di vivere come meritano». Così invece l’esponente del Partito Democratico, la senatrice Monica Cirinnà: «La Sea Watch3 entra finalmente nel porto di Catania scortata dalla Diciotti Una buona notizia. Ma per le persone a bordo il calvario non è finito, inizia quello con la burocrazia a #zeroumanità». I 15 minori a bordo della Sea Watch, per cui è già stato nominato un tutor legale, resteranno a Catania, mentre gli adulti verranno identificati e poi trasferiti nell’hotspot di Messina in attesa della loro ridistribuzione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SEA WATCH 3 A CATANIA: ONG PREOCCUPATA

E’ giunta nel porto di Catania la Sea Watch 3. La nave della Ong ha raggiunto la provincia etnea come previsto da accordi, scortata da due motovedette. Preoccupata la stessa Ong, che scriveva su Twitter poco prima del salpo da Siracusa: «Dobbiamo andare a Catania. Ciò significa che dobbiamo allontanarci da un porto sicuro, verso un porto dove c’è un procuratore noto per la sua agenda sulle ong che salvano in mare. Se questa non è una mossa politica non sappiamo cosa sia. Speriamo per il meglio ma ci aspettiamo il peggio». Ovviamente politica la mossa del Viminale, che ha preferito affidare la Sea Watch 3 al procuratore catanese, che in passato si era già mostrato ostile verso le Ong, rispetto a quello più “morbido” di Siracusa. Poco fa ha parlato anche il ministro dei trasporti, Toninelli: «Non ha rispettato il diritto marittimo – dice a Radio Anch’io è normale che una ong vada nel mare libico decidendo a cavoli propri e invece di portare i migranti in Tunisia dove si trova il porto sicuro più vicino si diriga verso nord in Sicilia per cercare pubblicità? Ti devi coordinare con la Guardia costiera». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SEA WATCH 3 VERSO CATANIA

La Sea Watch 3 è partita verso Catania alle ore 5:30 di questa mattina. Il guasto che aveva colpito l’imbarcazione è stato riparato durante la notte, e stamane all’alba il natante è salpato alla volta del porto etneo. Dopo giorni in cui la Sea Watch 3 si trovava in rada a Siracusa, in attesa di conoscere il proprio destino, il mercantile con a bordo 47 migranti ha finalmente ottenuto autorizzazione a sbarcare. Dovrebbe arrivare nel porto catanese fra pochi minuti, indicativamente attorno alle ore 8:30, e una volta giunto a destinazione verranno fatti sbarcare immediatamente i 15 minorenni a bordo che verranno portati in una comunità del catanese, seguiti da un tutor legale. Tutti gli altri verranno invece trasferiti presso l’hotspot di Messina, in attesa della ridistribuzione in 7 paesi, leggasi Germania, Portogallo, Francia, Malta, Romania, Lussemburgo e Lituania. Ma perché il trasferimento a Catania quando da giorni la nave si trovava in rada a Siracusa? Semplicemente perché il Viminale ha voluto che a trattare il caso della Sea Watch sia la procura catanese, che già in passato si era mostrata “ostile” nei confronti delle Ong, visto che il procuratore Carmelo Zuccaro fu il primo ad aprire un’inchiesta sulle presunte complicità fra le organizzazioni non governative e i trafficanti, che non hanno però mai portato a nulla. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

SEA WATCH: L’ULTIMO COMMENTO DI SALVINI

«Se mai arrivasse un altro barcone illegalmente in acque territoriali italiane rifarò esattamente quello che ho fatto con la Diciotti e con la Sea Watch»: Salvini ripete il mantra della sua politica, confermata anche dal Governo Conte nonostante i ben noti guai del probabile processo Diciotti. In attesa che i migranti possano sbarcare finalmente nel porto di Catania, le opposizioni si scaldano attorno alla decisione dell’esecutivo gialloverde: Giorgia Meloni prosegue sulla sua linea e da Twitter annuncia «e anche questa volta alla fine le Ong sbarcano in Italia. Solo Fratelli d’Italia ha il coraggio di chiedere il blocco navale?». Di diversissima estrazione, ovviamente, il Partito Democratico che con l’ex segretario Martina attacca «In questo paese i prepotenti al governo fuggono dai processi anche quando hanno violato la legge. Noi no. Non abbiamo violato alcuna legge e siamo saliti su quella nave perché era giusto per quelle persone. Se un paese ci processa per questo siamo pronti a risponderne». Dopo le incessanti richieste al Governo italiano di estendere l’accoglienza dei migranti raccolti in mare, la Chiesa italiana riflette sull’ennesima “figura pessima” dell’Europa centrale, anche sul caso Sea Watch 3: «La lentezza dell’Europa veramente impressiona. Che in un gigante come l’Europa, dove ci sono le nazioni che hanno maggior benessere del mondo, si debba tergiversare tanto per accogliere 47 poveracci, di cui 11 bambini, è veramente una sofferenza immensa», sottolinea il Presidente della Cei Gualtiero Bassetti.

SEA WATCH 3 VERSO IL PORTO DI CATANIA

Esattamente come la nave Diciotti, anche per la Sea Watch 3 i migranti a bordo (questa volta sono 47) saranno sbarcati dopo un braccio di ferro questa volta tra il Governo compatto e l’Europa – in agosto M5s e Lega litigarono e non poco sulla decisione da prendere, salvo poi decidere in maniera collegiale tramite la mediazione del Premier Conte. E anche per la Sea Watch 3 il porto di Catania torna ad essere protagonista: dopo una settimana fermi al largo di Siracusa, il Viminale ha deciso di far sbarcare nelle prossime ore – la nave pare sia già in viaggio – i 47 migranti a bordo dell’imbarcazione battente bandiera olandese nel porto etneo: «La scelta è determinata dalla presenza di centri ministeriali per l’accoglienza di minori. I maggiorenni saranno immediatamente trasferiti all’hotspot di Messina», fa sapere il Viminale in questi ultimi minuti. Le similitudini al caso Diciotti è ovvio che vengono “accresciute” dal fatto che proprio in questi giorni il Senato dovrà decidere se dare o meno il via libera a procedere sul processo nei confronti del Ministro Matteo Salvini. Lo stesso vicepremier, ha fatto sapere «Missione compiuta! Ancora una volta, grazie all’impegno del governo italiano e alla determinazione del Viminale, l’Europa è stata costretta a intervenire e ad assumersi delle responsabilità. Sei Paesi hanno accettato di accogliere gli immigrati a bordo della Sea Watch3, coordinandosi con la Commissione europea: si tratta di Francia, Portogallo, Germania, Malta, Lussemburgo e Romania. Auspico che, in base alla documentazione raccolta, venga aperta un’indagine per fare chiarezza sul comportamento della Ong».

MIGRANTI RIDISTRIBUITI IN 7 PAESI, C’È ANCHE L’ITALIA

Lo sblocco dell’intera situazione è giunto oggi da Milano con l’annuncio del Premier Giuseppe Conte quando ha dato notizia delle operazioni di sbarco che sarebbero avvenute in giornata dalla Sea Watch 3 nei porti siciliani preposti dal Viminale. Sono 7 i Paesi in cui i 47 migranti saranno ridistribuiti e tra questi c’è anche l’Italia, fattore non secondario che pone l’accento sull’accordo di massima raggiunto nel Governo gialloverde dopo ore di forte tensione con gli appelli inascoltati per giorni dall’Europa. «Malta ci sarà come c’è sempre stata. Per noi la parola solidarietà non è un concetto flessibile che si applica solo quando siamo noi a chiederla. E’ una costante», ha fatto sapere il premier di Malta Joseph Muscat mentre da Berlino rilanciano «accoglieremo una parte dei profughi in modo che possano chiedere asilo e protezione qui». Intanto l’Ansa ha intercettato Salvini mentre entrava al Viminale e riporta «Sto lavorando a un provvedimento che limiti la possibilità di entrare nelle acque territoriali italiane, intervenendo a monte. Un blocco navale? No, applicando le norme già esistenti». In conclusione, sempre Salvini commenta «Se finalmente dopo dieci giorni, grazie alla nostra presa di posizione ferma, alcuni Paesi europei si sono ricordati di essere Paesi europei vuol dire che abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato».