A Pomeriggio Cinque c’è ospite Ciro, considerato il miglior amico di Tony Badre, il 24enne che ha ucciso il piccolo Giuseppe di 7 anni a Cardito. Il ragazzo, intervistato dai microfoni di Canale 5, ha parlato così in merito a quanto accaduto: «Non so cosa sia passato nella testa a Ciro. Io mi domando come mai non sia venuto a parlare con me se vi erano dei problemi, l’avrei aiutato o comunque avrei chiamato carabinieri se avessi saputo quello che stava succedendo. Lui deve pagare perché chi maltratta le donne deve morire. Quando l’ho visto nell’auto della polizia avrei voluto ucciderlo. Ma anche la mamma deve pagare, perché non ha chiamato l’ambulanza in tempo? Devono pagare tutti e due». A Pomeriggio Cinque c’è anche la zia di Valentina, la mamma del piccolo Giuseppe, che non se la sente invece di colpevolizzare la nipote: «Non ha avuto la forza di fermare il compagno, era innamorata, nessuna donna ha la forza di reagire. Mia nipote non è colpevole è solo debole, troppo debole, non ha chiamato i soccorsi perché non ha trovato la forza, non ha capito che il bimbo stava morendo. Non è giusto incolpare mia nipote per questo bastardo che ha fatto male al mio bambino». Lo zio di Giuseppe ha comunicato che i funerali del piccolo si terranno domani a Pompei. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CARDITO, LA MADRE DEL BIMBO “IO PARALIZZATA”

Continua a tenere banco la vicenda riguardante la terribile morte del bimbo di 7 anni di Cardito, ucciso dopo essere stato massacrato di botte dal patrigno, il 24enne Tony Essobti Badre. Molti coloro che hanno puntato il dito nei confronti della madre 30enne, che durante il pestaggio avrebbe assistito inerme, non muovendo nemmeno un dito. La donna ha parlato con gli inquirenti nelle ultime ore, spiegando il perché di tale immobilità: di fronte alla furia dell’omicida, è rimasta bloccata come in una sorta di trance emotiva, ed è stata quindi incapace di andare in aiuto dei suoi piccoli, lasciando trascorrere troppo tempo prima dell’arrivo dei soccorsi, e favorendo quindi la morte del povero Giuseppe. La procura della repubblica sta continuando ad indagare proprio per cercare di comprendere al meglio il ruolo della madre in questo brutale assassinio, ma al momento la donna non sarebbe ancora stata iscritta sul registro degli indagati. Determinanti, a riguardo, potrebbero essere le testimonianze della sorellina di Giuseppe, la piccola di 8 anni che si trova ancora ricoverata presso l’ospedale Santobono di Napoli. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CARDITO, TOLTA LA PATRIA POTESTA’ DEL BAMBINO

Il cerchio attorno all’assassino di Giuseppe, il bambino di 7 anni ucciso a Cardito (Napoli) è stato chiuso, ma restano ancora in piedi le indagini sulla madre della vittima, Valentina Casa. Dalla Procura di Napoli Nord non trapela nulla, ma stanno proseguendo gli accertamenti per verificare il comportamento della mamma in quelle fasi concitate che hanno portato alla tragedia, oltre che nei giorni e nei mesi precedenti. Tony Essobti Badre, 24enne compagno della donna, reo-confesso del pestaggio mortale del bambino e del ferimento della sorellina, ha raccontato durante l’udienza di convalida del fermo che la compagna avrebbe provato a fermarlo, inutilmente, per salvare i figli dalla sua furia. Ma resta da capire perché la donna non lo abbia denunciato subito dopo il pestaggio: ha infatti atteso ore risultate poi fatali. Lo stesso 24enne ha detto di aver sottovalutato le condizioni del bambino, tanto da essere andato in farmacia a comprare delle medicine per curare le contusioni dei bambini. Intanto il Tribunale dei minori ha sospeso la potestà genitoriale a Felice Dorice e Valentina Casa, i genitori di Giuseppe. La Procura minorile aveva avanzato una richiesta urgente nelle scorse ore: come riportato dal Corriere della Sera, è stato nominato un tutore in attesa dell’udienza, nel corso della quale si deciderà chi si occuperà delle bambine. (agg. di Silvana Palazzo)



“TONY E VALENTINA NON LITIGAVANO MAI”, LEI SMENTISCE

A commentare la tragedia del bambino ucciso a pugni, calci e bastonate dal patrigno a Cardito, è stato anche il vicino di casa, Giuseppe Esposito, intervenuto oggi alla trasmissione I Fatti Vostri. “Io ero lì quando è arrivata l’ambulanza. La bambina era piena di lividi, l’ho vista con i miei occhi”, ha commentato al padrone di casa. “I medici non avevano mai visto una cosa simile. Sono rimasto fuori dalla casa, Tony non c’era perchè la domenica mattina verso le 9.20 l’avevo visto uscire dal palazzo con la sigaretta in bocca mentre andava via. Verso le 14.40 arrivarono l’ambulanza e i carabinieri e Tony lo vidi tornare verso casa sua. Aveva la faccia molto tesa e diceva di non sapere cosa fosse accaduto. Entra nel palazzo e dopo due secondi i carabinieri gli mettono le manette”, ha proseguito. A sua detta, Tony e Valentina non litigavano mai, almeno davanti ai suoi occhi. “Era una coppia tranquilla che vedevo tutte le mattine ma circa 20 giorni fa alle poste centrali di Cardito lui ha picchiato la moglie per prendere i soldi, come un pazzo. L’hanno visto 50 persone”, ha però dichiarato. Sempre a detta del vicino, le liti erano iniziate lo scorso sabato. Valentina, tuttavia, intervistata da Chi l’ha visto ha invece dichiarato che con lei era stato violento in passato, ma non ha spiegato come mai non lo avesse mai denunciato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

FRATELLO DI TONY BADRE “HA DISTRUTTO TUTTO, DEVE PAGARE!”

L’omicidio del piccolo Giuseppe, il bimbo di 7 anni ucciso dal patrigno nella sua casa a Cardito la scorsa domenica, ormai da giorni sta popolando le pagine di cronaca nera nostrana. I Fatti Vostri hanno intervistato il fratello dell’assassino reo confesso, Rafael, il quale ha reso la sua testimonianza drammatica: “Non ce l’aspettavamo… Mai visto che picchiava i bambini, ha distrutto tutto e la deve pagare”, ha ripetuto alla giornalista. “Sono andato sul posto e ho visto quella tragedia. Ho visto il bambino sul divano, lo chiamavo, io credevo che stesse dormendo ma da parte di Giuseppe non c’era nessun segno di vita”. E’ stato lui, quindi, ad allertare prontamente l’ambulanza. In merito alla madre del piccolo ha dichiarato: “Valentina era lì. Perchè non ha avvertito i soccorsi? Io gliel’ho chiesto ma lei non mi rispondeva, forse era sotto choc”, ha proseguito. A quel punto, capendo che per il piccolo non c’era più nulla da fare, l’uomo è andato a cercare il fratello: “Ho detto a Tony che doveva parlare con i carabinieri e dire tutto, doveva confessare, soprattutto perchè non si può fare una cosa del genere, non esiste! Ha sconvolto tutti, credimi”, ha chiosato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

“HA PROVATO A MEDICARLO CON UNA POMATA”

«Un raptus di follia», così Tony Essobti Badre ha spiegato l’omicidio di Giuseppe, il figlio della sua compagna ucciso a calci, pugni e bastonate a Cardito, in provincia di Napoli. Lo ha confermato l’avvocato Michele Coronella ai microfoni di “Chi l’ha visto?”. «Dopo un periodo di frequentazione avevano deciso di andare a vivere insieme. Lui dice che ha fatto grossi sacrifici per sistemare la casa e stare insieme, quindi dopo tanti richiami ai bambini ha reagito in malo modo». Il legale ha spiegato che sarà la Procura di Napoli Nord a chiarire se il movente è effettivamente la rottura del letto o dell’armadio. «Lui ha detto che ha perso il controllo e l’ha riempito di botte, pugni e calci (poi ha confessato di averlo anche preso a bastonate, ndr). Quando si è ripreso è andato in una farmacia a prendere una pomata, che poi non era buona, quindi ha cercato un’altra farmacia per acquistare il Lasonil». Tony Essobti Badre avrebbe dunque provato a medicare Giuseppe: «Si era reso conto che aveva fatto male al bambino alla testa». Ma la versione fornita dal 24enne non convince gli inquirenti, alla luce anche di quanto sta emergendo su precedenti episodi di maltrattamenti. (agg. di Silvana Palazzo)

BIMBO UCCISO A CARDITO: TUTTI SAPEVANO IN PAESE

E’ stato Tony Sessoubti Badre ad uccidere il piccolo Giuseppe, il bimbo di Cardito morto domenica scorsa. Il suo aguzzino, 24enne compagno della madre, lo ha ammazzato a mani nude e utilizzando anche il bastone della scopa per fargli più male, come confessato dallo stesso Badre. Una furia inaudita eseguita tra l’altro sotto gli effetti di stupefacenti, visto che, fra le numerose dichiarazioni fornite al Gip, l’assassino ha detto di essersi drogato prima del massacro. E quella delle botte ai figli e della droga, erano situazioni tutt’altro che sconosciute in paese, come ha affermato un testimone che ha voluto rimanere anonimo, alla trasmissione di Rai Uno, Storie Italiane: «Tony era un ragazzo scherzoso, vivace, sorridente ed educato, ma quando era con la sua famiglia si trasformava. Si drogava, si fumava spinelli e assumeva cocaina, aveva questo problema: la droga e il fatto che era violento». Stando al racconto del testimone, Badre avrebbe picchiato più volte anche la sua compagna in precedenza, «Ma lei non l’ha mai denunciato», ha aggiunto, rivelando poi un dettaglio risalente alle ore immediatamente precedenti l’omicidio «Sabato sera stavano litigando come dei pazzi, li sentivo urlare, poi domenica mattina, verso le 9:20, l’ho visto uscire mentre si fumava uno spinello».

BIMBO UCCISO A CARDITO: IL PATRIGNO DISPERATO

Controversia anche la posizione della madre, che secondo molti avrebbe potuto e dovuto fare di più durante il pestaggio: «Non ha fatto nulla la mamma, se vedessi picchiare mio figlio farei qualsiasi cosa, chiamerei aiuto: perché non l’ha fatto?». Simile il parere di un altro testimone, un altro residente di Cardito che conosceva l’andazzo dell’omicida: «Picchiava i bambini e la moglie in strada: io li ho visti una sola volta, ma altre persone li hanno visti in altre occasioni. La sera prima dell’omicidio aveva picchiato i bambini in piazzata, gli davi calci e schiaffi, e anche la mamma ha rischiato di prenderle». Dalle numerose testimonianze emerge un quadro di violenza e di degrado, nonché di una madre succube e incapace di reagire alle malvagità del proprio fidanzato. Un giornalista presente in studio a Storie Italiane ha parlato con Tony nelle scorse ore, presso il carcere di Poggioreale: «Ha chiesto lui che venisse messo in isolamento anche se la direttrice del carcere ha detto che non corresse alcun pericolo. Ma Tony non vuole essere ucciso e vuole scontare la pena, è disperato per questa vicenda ma non mi ha fatto alcuna pietà. Si vede che è provato, non dorme da giorni ed è in astinenza da droga».