«Se il testo fosse approvato, determinerebbe un forte arretramento dello sviluppo e della ripresa del Paese che avrà effetti ulteriormente negativi sull’economia, già in fase di recessione», spiega il segretario generale Ancd, l’associazione nazionale di tutte le cooperative di Conad, Sergio Imolesi. «Non ne trarranno beneficio i consumi e, soprattutto, l’occupazione che potrebbe portare oltre 40.000 addetti in meno nel solo settore della grande distribuzione organizzata – conclude Imolesi -. Inoltre, la proposta di legge presenta anche alcuni aspetti di incostituzionalità». Per Confesercenti, l’accordo sul Ddl dei negozi chiusi la domenica, «è una proposta che segna un passo avanti rispetto ai dl che erano stati presentati fino ad ora e per i quali eravamo stati auditi». Importante sul fronte sanzioni la decisione impostata dal Governo dentro il testo tutto ancora in via di approvazione: le multe per chi non rispetterà il decreto Lega-M5s passano da 10 a 60mila euro, con addirittura il raddoppio in caso di recidiva mentre la sospensiva è «per non più di cinque giorni in caso di particolare gravità». (agg. di Niccolò Magnani)
ACCORDO RAGGIUNTO TRA LEGA E M5S
Il Ddl negozi arriva in commissione Attività produttive alla Camera. Si tratta del testo base sulle aperture dei negozi, frutto di un’intesa fra il Movimento 5 Stelle e la Lega: 26 su 52 le aperture domenicali (una su due), e chiusura degli esercizi nei 12 giorni di festività nazionali ma con una deroga per 4 festività a scelta delle regioni. Inoltre, i negozi presenti nei centri storici e quelli “di vicinato” (negozi che non superano i 250 metri quadrati di superficie situati lontani dal centro), potranno rimanere aperti tutte le domeniche dell’anno, eccetto le suddette festività. Le 26 domeniche potranno essere concentrate lungo il periodo estivo per quei negozi che sorgono in zone turistiche che sia mare, lago o montagna, e per chi viola le norme sono previste sanzioni dai 10 ai 60mila euro, che raddoppiano in caso di recidiva. Il testo redatto dal leghista Andrea Dara è un compromesso fra le posizioni dei due partiti del governo, visto che Di Maio voleva tenere aperto solo il 25% dei negozi, mentre Salvini puntava su un tetto massimo di 8 aperture annue.
DDL NEGOZI: ESERCIZI CHIUSI UNA DOMENICA SU DUE
Chi resterà sempre aperto? Le rivendite di generi di monopolio, i negozi delle stazioni, le rivendite di giornali, le rosticcerie, pasticcerie e gelaterie, i negozi di fiori e giardinaggio, mobili, libri, dischi, opera d’arte, antiquariato, artigianato locale, cartoline, stampe e via discorrendo. Sempre aperti anche i servizi autostradali, i cinema, gli autosaloni, nonché gli esercizi commerciali presenti nei parchi di divertimento, negli stadi e nei centri sportivi. «Non vogliamo che tutti i negozi siano chiusi la domenica – spiegano Massimiliano De Toma e Rachele Silvestri, portavoce M5s in Commissione Attività Produttive alla Camera, che hanno lavorato alla stesura del testo – ma prevediamo piuttosto un sistema di deroghe per fare in modo che tutti possano avere la possibilità di gestire al meglio i loro tempi di apertura e chiusura». Questo invece il commento di Confesercenti: «La proposta di legge sulle chiusure segna un passo avanti rispetto ai dl che erano stati presentati fino ad ora e per i quali eravamo stati auditi. Ora però è necessario un confronto, più ampio possibile, con i rappresentanti della distribuzione per una soluzione condivisa da tutti».