Dal 21 al 24 febbraio Papa Francesco, con una decisione senza precedenti, ha convocato tutti i presidenti dei Vescovi del mondo per discutere della questione della pedofilia e degli abusi del clero: alla vigilia di tale importante riunione cruciale – dopo i vari e troppi scandali apparsi in questi ultimi anni – è in edicola lo speciale della rivista “Jesus” con ampie pagine dedicate al tema degli abusi sessuali dal titolo «L’orrore fuori dal cono d’ombra». Un pamphlet con tanti interventi, da esperti nel ramo, uomini di chiesa e anche molte vittime di abusi del clero: in particolare, si cerca di eliminare qualche luogo comune che dipinge il problema degli abusi spiegato solo dal voto di castità e celibato imposto dalla Chiesa ad ogni sacerdote. «Non esiste in letteratura alcun dato scientifico che correli il celibato o l’omosessualità all’abuso sessuale su minore», spiega lo psichiatra Stefano Lassi che da anni collabora con diversi seminari e istituti religiosi. L’abusatore non è nemmeno “pedofilo” in senso clinico, avverte Karlijn Demasure, teologa belga, docente alla Pontificia Università Gregoriana: «complessivamente i chierici abusatori sono pedofili ed efebofili nel 15-20% dei casi» e questo è dovuto a tante cause sistemiche, «di cui ha fatto cenno anche il Papa quando ha parlato del clericalismo e degli abusi come abuso di potere». Il vero rapporto che intercorre, secondo la teologa belga, dipende dalla correlazione indiretta con lo status del prete «che ha un potere sacro e di cui ci si può fidare». Come raccontava l’ex segretario particolare di Benedetto XVI e ora prefetto della Casa Pontificia con Francesco, monsignor Georg Gaenswein, «Oggi è l’11 settembre anche per la Chiesa, nel turbine di notizie delle ultime settimane e tanto più a seguito della pubblicazione del rapporto del gran giurì della Pennsylvania, guarda piena di sconcerto al proprio 11 settembre, anche se questa nostra catastrofe non è purtroppo associata a un’unica data quanto a tanti giorni e anni e a innumerevoli vittime».



L’APPELLO DELLE VITTIME E LA CONFERENZA DEL PAPA

«Nella Chiesa si faccia chiarezza, si forniscano i dati, si esca allo scoperto. Io lo spero, ci prego tutti i giorni, che persone di Chiesa che abusano abbiano lo stesso coraggio che è richiesto a noi vittime»: questo chiedono le vittime al Papa e alla Chiesa intera, come raccontato nella rivista “Jesus” da una delle tante vittime. Si chiama Anna, da quando aveva 11 anni fino ai 17 è stata abusata da un prete nella diocesi del Nord Italia: ai colleghi giornalisti ha raccontato per la prima volta la sua esperienza terribile, con vari dettagli inseriti nello speciale dibattito interno alla rivista che di fatto “anticipa” i temi della conferenza convocata da Papa Francesco. «È fondamentale partire dall’ascolto delle vittime, che non è solo di parole ma anche delle emozioni», auspica ancora la giovane donna che con coraggio racconta la sua esperienza di dolore e oppressione. Lei, come tante altre vittime, chiede una sola cosa alle istituzioni ecclesiali – che grazie all’opera di Papa Benedetto XVI e ora Francesco hanno decisamente cambiato registro rispetto al lacunoso passato – «Alle vittime devono essere dati tutti gli strumenti per potersi ricostruire. Ci sono persone che non possono permettersi il lusso, da un punto di vista economico, di ricorrere a una terapia psicologica che consenta loro di fare i conti con questa ferita».

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