Una gravissima aggressione omofoba andata in scena lo scorso 2 gennaio a Torino ha visto pestato a sangue, insultato e aggredito nel suo stesso condominio (dove vive col compagno) un 53enne gay di cui è stato diffuso solo il nome, Leonardo. La storia riportata dalla Stampa e da Gaynews racconta di un “branco” di almeno 10 vicini di casa che avrebbe pestato l’inerme 53enne dopo avergli chiesto una sigaretta in tono minaccioso. Al grido di «brutto ricchione, ti ammazziamo», in seguito alla rifiuto da parte del 53enne omosessuale, il branco gli si è lanciato addosso e con calci, pugni e spintoni: rottura del setto nasale, lividi vari e lesioni multiple per una prognosi che l’ospedale Molinette di Torino stima in circa 30 giorni. Pare che durante l’aggressione, riporta Tg Com24, l’uomo sia stato anche derubato con tanto di minacce con coltello.



LA CONDANNA DEL COMUNE DI TORINO

«Ho già scritto alla persona aggredita e al nucleo di prossimità della polizia municipale per offrire la mia disponibilità e quella dell’assessorato per fare fronte alla situazione. So che le associazioni di stanno già muovendo per dare il loro supporto, tramite gli sportelli accoglienza e legali e l’assessorato sarà disponibile a qualunque azione si voglia costruire», scrive in una nota l’assessore ai Diritti del Comune di Torino, Marco Giusta. Un indegna aggressione omofoba che ora vedrà le indagini della Procura dopo l’ovvia denuncia del pestato: «Un gesto che si cela dietro la sicurezza del gruppo, composto da una decina di giovani condomini, nei confronti di un’unica persona. A peggiorare la situazione, l’indifferenza dei vicini, che hanno assistito al pestaggio senza intervenire», attacca pesantemente l’Arcigay di Torino con Francesca Pupolo. Il caso è poi come sempre “occasione” per una rivendicazione di più ampio raggio che arriva in poco tempo alle vicende nazionalI: «L’attuale clima politico nazionale, che mostra altrettanta e più assordante indifferenza nei confronti dell’agire violento nei confronti di chi è reputato diverso e, in questo caso, sbagliato, legittima violenze di questo tipo. Le violenze sono ulteriormente aggravate dal clima minaccioso che si è creato intorno a Leonardo dopo l’aggressione: risulta urgente e necessaria una sensibilizzazione», conclude l’Arcigay.

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