Resta un mistero la morte di Marco Cossi, 52enne di Canavaccio di Urbino morto lunedì in Svezia, a Malmö, dove viveva e lavorava. Bisognerà aspettare ancora per capire cosa abbia causato il suo decesso. Sono in corso tre indagini: una condotta dall’ambasciata italiana, una dall’assicurazione e l’altra dalla polizia locale. La famiglia di Marco Cossi attende indicazioni precise, che finora non sono arrivate. «Ci hanno parlato di un grosso cancello che sarebbe caduto e l’avrebbe schiacciato mentre era in cantiere ma non è certo. Neanche il comandante della polizia è sicuro della cosa», racconta il fratello, Marino Cossi, al Resto del Carlino. Pare che il comandante della polizia abbia ricevuto da poco il fascicolo, inoltre c’è massimo riserbo da parte dell’Ambasciata, «anche se non sappiamo a cosa sia dovuto». La famiglia di Marco è in contatto costante con l’ambasciata italiana e il comando di polizia locale, ma nessuno di loro è ancora potuto volare a Malmö.
MARCO COSSI MORTO IN SVEZIA: “NESSUNO CI DICE COS’È SUCCESSO”
«Ci hanno detto di non partire, perché comunque non potremmo vederlo», ha spiegato il fratello di Marco Cossi al Resto del Carlino. Sono dunque tutti in attesa. «Ci hanno detto di avere pazienza perché quando è coinvolta una persona straniera le procedure sono sempre più lunghe». C’è la speranza di sapere presto qualcosa e di poter andare in Svezia entro la prossima settimana. Il 52enne, dopo aver lavorato nel settore edile in Italia, passando anche per la ditta del padre, la Osca Prefabbricati, si era trasferito due anni fa in Svezia, nella sua terza città più grande, dove guidava gli automezzi per il trasporto di materiale. «Aveva una patente particolare con cui conduceva dei mezzi nei cantieri e sembra che fosse sul luogo di lavoro quando è morto, ma non so se stesse guidando, non ce l’hanno detto». Più indicazioni dovrebbero arrivare dall’autopsia. «Una volta fatta spero che ci facciano sapere qualcosa, ma al momento non possiamo fare nulla».