Si aggiorna con una nuova puntata lo scontro a distanza fra Di Maio e Salvini in merito ai migranti della Sea Watch 3, nave ormeggiata a Malta ma ancora in cerca di un porto. Facciamo un breve passo indietro e ricapitoliamo la situazione: il grillino ha chiesto che l’Italia accolga donne e bambini presenti sulla nave dell’Ong, ma Salvini ha tirato dritto, ribadendo la solita linea in tema di accoglienza. Non contento, il ministro del lavoro è tornato di nuovo allo scoperto, e a margine di un incontro a Novi Ligure con i lavoratori della Pernigotti, ha ammesso: «Sulla politica migratoria che ha permesso di ridurre in maniera considerevole gli sbarchi non vogliamo tornare indietro, non arretriamo, ma quando si parla di donne e bambini l’Italia deve dare un lezione a tutta l’Europa. Ci sono 10 persone tra donne e bambini da 14 giorni in mezzo al mare a un miglio dalle coste maltesi, la Ue nasconde la testa sotto la sabbia, Malta finge di non vedere. Di fronte a questo, noi come Italia diciamo che siamo disponibili a prendere queste 10 persone, donne e bambini, perché nessun bambino può essere lasciato per 14 giorni in mezzo al mare perchè l’Europa e Malta non fanno il loro lavoro». Al ministro ha replicato il leader della Lega, Salvini: «Crollano gli sbarchi, crollano i permessi umanitari. Volere è potere, io non mollo di un millimetro, avanti tutta! Stop invasione». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DI MAIO VS SALVINI: FURIA DEL GOVERNO DI MALTA
Querelle a distanza in tema di migranti fra Di Maio e Salvini. Il leader dei grillini ha aperto all’accoglimento delle donne e dei bambini presenti sulla Sea Watch 3 (in cerca di un porto da giorni), ma il numero uno del Carroccio la pensa diversamente. Sulla vicenda è intervenuto anche il governo di Malta, che si è rivolto direttamente al ministro del lavoro italiano. Il tono del grillino non è piaciuto a La Valletta, che ha invitato lo stesso Di Maio a «verificare i fatti prima di parlare ed evitare di ripetere dichiarazioni simili in futuro». Il comunicato emesso dal governo maltese è stato pubblicato su Twitter anche da Michael Farrugia, il ministro dell’interno: «Sea Watch3 – si legge – ha condotto il salvataggio dei migranti in una zona fuori dalla Sars di Malta, più vicino all’Italia che a Malta e nonostante l’ong avesse richiesto all’Italia un porto sicuro in cui sbarcare i migranti. Ha rifiutato di fornire un porto sicuro – prosegue la nota – ed è questo il motivo per cui la nave dell’ong è stata costretta a cercare rifugio in acque territoriali maltesi». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DI MAIO VS SALVINI: GELO LEGA-M5S
E’ gelo tra Lega e Movimento 5 Stelle, scontro sui migranti tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il caso Sea Watch 3 ha riacceso le polemiche tra le due forze di maggioranza, il pentastellato Carlo Sibilia appoggia il titolare del Mise: «Scendiamo dalla giostra dell’indifferenza europea! Malta faccia sbarcare le persone dalla Sea Watch. Siamo disponibili ad accogliere donne e bambini e a mettere gli altri stati al cospetto delle proprie responsabilità. Giusta la proposta di Luigi Di Maio». E anche il Pd si scaglia contro il ministro dell’Interno, ecco le parole di Alessia Morani: «A Salvini serve lo “scalpo” delle ONG per rifiatare dal fallimento della manovra economica: in un mese sono arrivati il triplo dei migranti che ora sono in mare. È solo un macabro show per eccitare odio e rancore e coprire la manovra contro il popolo». Queste, invece, le parole di Maurizio Martina: «Tutte le persone della Sea Watch devono essere messe al sicuro. Un governo che si divide sul salvataggio di essere umani è una vergogna». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
BOLDRINI: “PROPAGANDA SULLA PELLE DEI MIGRANTI”
E’ scontro fra i due vice presidenti del consiglio, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, in tema di migranti. Nella serata di ieri è uscito allo scoperto il leader dei grillini, che ha invitato Malta a far sbarcare donne e bambini dalla Sea Watch 3, nave Ong in mare da giorni senza alcuna meta, per poi accoglierli in Italia. Parole che non sono andate a genio al titolare del Viminale, che ha invece replicato confermando la linea degli ultimi mesi “Io non cambio idea”. Sulla vicenda è intervenuta anche l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, che considera tale querelle a distanza fra i due ministri, semplice propaganda sulla pelle dei migranti: «Il vicepresidente del consiglio Di Maio – spiega l’ex titolare di Montecitorio – dichiara la disponibilità del governo italiano ad accogliere donne e bambini che da tredici giorni si trovano a bordo di due navi tedesche attualmente al largo di Malta. Di fronte a questa apertura viene subito smentito dall’altro vicepremier Salvini. È vergognoso che i due vicepremier litighino e continuino a fare propaganda sulla pelle di 49 naufraghi. La politica fallimentare del governo italiano sull’immigrazione – conclude la Boldrini – criticata con forza anche da molti sindaci, crea soltanto caos a danno di tutti». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SALVINI VS DI MAIO “NON CAMBIO IDEA”
Lo schema del film è quello “già visto” del caso Diciotti diversi mesi fa, quando poi si arrivò allo sbarco in Italia con un lunghissimo braccio di ferro all’interno del Governo: Salvini non ci sta all’annuncio di Di Maio e rilancia su Facebook «io non cambio idea, meno partenze e meno morti». Per il leader della Lega, investito da diverse polemiche anche sul Decreto Sicurezza, non indietreggia sulla linea dei porti chiusi ai migranti e prova a fare “opposizione” al pressing di Conte e Di Maio sull’accoglienza quanto meno di bambini e donne: «una nave tedesca e una nave olandese in acque maltesi. Ma ad accogliere dovrebbe essere ancora una volta l’Italia», sottolinea il leader della Lega che non intende smuovere la propria linea intransigente sui migranti. Poi la conclusione, «la nostra Italia che ha già accolto quasi un milione di persone negli ultimi anni, la nostra Italia dove più di un milione di bambini vive in condizioni di povertà assoluta. Il traffico di esseri umani va fermato», scrive Salvini spiegando nel dettaglio come gli arrivi in Italia per chi scappa dalla guerra deve essere in aereo e non sui barconi, «Possiamo inviare a bordo medicine, cibo e vestiti, ma basta ricatti: meno partenze, meno morti».
DI MAIO VS SALVINI: “DONNE E BAMBINI LI PRENDIAMO NOI”
Di Maio vs Salvini sui migranti. Il Governo italiano fa il primo passo in direzione dei migranti sulla Sea Watch 3 dopo una settimana di appelli: è il vicepremier Luigi Di Maio a scrivere su Facebook poco fa «Malta faccia sbarcare donne e bambini da quelle imbarcazioni e li mandi in Italia. Li accoglieremo. Siamo pronti ancora una volta a dare una lezione di umanità all’Europa intera». Per il leader del M5s, intervenendo sul delicato caso della nave Ong tedesca ancora senza approdo nel Mediterraneo, «l’Europa se ne frega, non possiamo continuare a cedere a questo ricatto». Ci sono contatti in corso tra Di Maio e Conte, con il probabile “via libera” anche di Salvini, per provare a risolvere il caso della Sea Watch ancora al largo delle acque maltesi: «ci mettiamo al telefono con ognuno dei capi di Stato europei e li costringiamo a rispettare le quote previste per ogni Paese». In merito alle forti polemiche lanciate anche all’interno dei nostri confini per il mancato intervento del Governo, Di Maio replica «Ancora una volta solo l’Italia viene chiamata in causa. Malta non fa attraccare le imbarcazioni nonostante siano nelle loro acque territoriali. Per me nessun bambino con la sua mamma può stare in mare ostaggio dell’egoismo degli Stati europei».
SEA WATCH 3, MIGRANTE SI GETTA IN MARE
«Abbiamo bisogno di un Porto Sicuro ora!»: da giorni l’appello della ong tedesca Sea Watch è sempre lo stesso, con le due navi Sea Eye e Sea Watch 3 che da 14 giorni sono al largo di Malta nelle acque del Mar Mediterraneo con a bordo 49 migranti che richiedono un approdo per poter scappare dalle prigioni e detenzioni in Libia. «Uno dei 32 naufraghi a bordo di #SeaWatch si è gettato in acqua cercando di raggiungere Malta. Per gg hanno guardato la costa europea senza poterla raggiungere. In mare da 2 settimane e con alle spalle mesi di detenzione nelle prigioni libiche. Hanno bisogno di un porto, ora», scrive ancora l’account Twitter della Ong aggiornato di continuo in questi giorni. Per la portavoce di Sea Watch Italia, Giorgia Linardi, l’atteggiamento di tutti i Governi europei – Italia e Malta in primis – è inaccettabile: «È penoso lasciarla lí in balia dei negoziati. In mare non si fanno trattative. Vorrei che tutti potessero avere il piacere di conoscere a chi stiamo chiudendo le porte». I sindaci Orlando e de Magistris da due giorni hanno inviato la loro proposta di aprire i porti di Palermo e Napoli alla nave ancora al largo delle coste di Malta – in aperta polemica contro il Ministro Salvini – ma il Governo Conte ha ribadito la propria (legittima) decisione di non aprire l’approdo fino a che non vi sarà un accordo generalizzato a livello europeo.
NUOVI APPELLI DELLA ONG
Dopo che uno dei migranti a bordo della Sea Watch 3 si è gettato nelle gelide acque del Mediterraneo per provare a raggiungere Malta, i volontari a bordo hanno tentato di aiutarlo convincendolo a ritornare a bordo vista la temperatura glaciale delle acque al largo de La Valletta. L’uomo è stato recuperato con una ciambella di salvataggio, anche perché altrimenti sarebbe morto nel giro di pochi minuti per ipotermia: stamane i 32 migranti hanno ricevuto la visita di una delegazione di parlamentari tedeschi e gli aiuti in derrate alimentari portati da due navi appoggio della Sea Eye e della Mediterranea: le condizioni restano critiche con i Governi Ue che non trovano un accordo. «La Commissione europea continua i suoi intensi contatti con alcuni Paesi membri che sono disposti a trovare una soluzione per permettere che siano sbarcati “rapidamente” i migranti a bordo della Sea Watch 3 e della Sea Eye», fa sapere in una nota la portavoce della Commissione Ue, Mina Andreeva, che poi aggiunge «Ci sono alcuni Paesi che hanno espresso disponibilità a contribuire a questo sforzo congiunto e a sostenere Malta, ma contatti sono in corso e in questa fase non ci sarà alcun annuncio fino a che non lo faranno i Paesi membri». Pare si tratti di Olanda, Francia e Germania: ma al momento, ripetiamo, è ancora tutto fermo e nulla si muove sul fronte “meridionale”.