Ha voluto che il suo cognome non fosse pubblicato: Alessandro non cerca protagonismo. Lo ha chiarito nella sua lettera che ha il sapore dello sfogo e del dolore, del rimpianto e della rabbia, perché lui è l’infermiere che ha raccolto la telefonata disperata al 118 del papà di Camilla, la bambina morta per un incidente sugli sci a soli 9 anni a Sauze d’Oux. A pubblicarla è La Repubblica:”Sono l’infermiere che per interminabili istanti ha guidato il papà di quella povera piccola durante la rianimazione telefonica, fino all’arrivo dei primi soccorsi. Vorrei solo dire a quella povera famiglia che il loro dolore mi giunge come una pugnalata. Vorrei che tutto fosse andato diversamente, vorrei abbracciarli forte perché credo che le parole di quell’eroico papà, mentre eseguiva ogni manovra rianimatoria che gli veniva consigliata, non le dimenticherò mai. Le sue grida di dolore mentre invocava il nome della sua piccola, mentre gridava: «Ma è la mia bambina…»“.



L’INFERMIERE AL PAPA’ DI CAMILLA:”SEI STATO UN EROE”

Alessandro ha voglia di consolare, per come può, il papà di Camilla, l’uomo che non riesce a darsi pace per la morte della figlia, che se ne ritiene responsabile. Ed è a loro due che l’infermiere del 118 si rivolge:”Addio Camilla, non ti ho conosciuta ma avrei voluto farlo mentre ti vedevo sorridente e felice. Ciao papà, sei stato davvero un eroe, credo difficilmente avrai pace ma sappi che hai fatto tutto quello che potevi nel modo migliore, seguendomi attentamente. Eri i miei occhi e le mie mani e io, per quanto posso, sarò un po’ del tuo cuore e porterò per te un po’ di quell’enorme dolore. Non addossarti colpe, hai avuto la colpa di cercare la sua felicità in ogni atomo“. Il finale della lettera è a dir poco straziante:”Ciao mamma, nonna, amici, conoscenti, e chiunque in qualche modo, come me, pensa che tutto questo non dovesse succedere. Non so se queste parole arriveranno a qualcuno, vorrei avere la forza e la possibilità di venire ad abbracciarvi ma ho solo paura di contribuire a crearvi ancora più dolore. Vi scrivo piangendo e senza neppure aver la forza di rileggere, non cerco protagonismo ma solo la possibilità che qualcuno vi porti queste parole. Addio Camilla, eri piccola, troppo piccola per lasciare questo mondo senza i tuoi sorrisi. Non sono un fervido credente ma una preghiera ogni sera te la sto dedicando e spero che, ovunque tu sia, sorrida e porti conforto ai tuoi genitori e ai tuoi nonni“. (agg. di Dario D’Angelo)

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