Un 63enne di origini marocchine, residente nella provincia di Siena, è stato ucciso a coltellate da una ragazza minorenne di 16 anni. Michele Tamponi, comandante del reparto operativo dei carabinieri di Siena, ha parlato ai microfoni dell’agenzia Ansa, confermando di fatto tutte le anticipazioni delle ultime ore: «Ci si è presentata una mattanza all’interno dell’appartamento dove questo marocchino conviveva da anni con una famiglia di senegalesi. Lui era riverso a terra, già spostato dal personale del 118». Ad ucciderlo, come detto sopra, una giovane senegalese, facente parte della famiglia con cui il marocchino conviveva: «Questa ragazza di 16 anni era rimasta sola in casa, i genitori non erano presenti. La ragazza ha cambiato più volte versioni, si contraddiceva, fino a quando non ha ammesso di essere stata lei a compiere questo delitto per difendersi da uno stupro». Al momento la giovane si trova al centro di prima accoglienza di Firenze in attesa di convalida, e in seguito dovrebbe essere condotta presso un carcere minorile femminile. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MINORENNE UCCIDE 63ENNE A SIENA: VOLEVA VIOLENTARLA
Emergono ulteriori dettagli in merito all’omicidio di un 63enne marocchino avvenuto in provincia di Siena, precisamente a Castelnuovo Scalo. Come vi abbiamo già riportato, ad ucciderlo sarebbe stata una minorenne, una giovane ragazza di soli 16 anni di origini africane. L’adolescente viveva nello stesso stabile del suo aguzzino, una serie di alloggi dove risiedevano i dipendenti della fornace locale, fra cui anche i genitori della ragazza aggredita. Le indagini dei carabinieri della compagna di Siena si erano subito concentrate nell’ambiente di lavoro, e dopo che la minorenne si era contraddetta più volte, alla fine è stata messa sotto torchio ed ha confessato: il 63enne nordafricano, da tutti conosciuto come Abramo, ha tentato di violentarla, ed è stato trovato nudo con sette coltellate fra volto, schiena e busto. «L’ho ucciso perché ha provato a stuprarmi», le parole della giovane, che ora dovrà chiarire meglio quanto successo davanti agli inquirenti. La 16enne avrebbe ucciso il suo aguzzino con un coltello da cucina. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SIENA, 63ENNE UCCISO DA MINORENNE
Un 63enne è stato trovato morto in una fornace che produce laterizi di Castelnuovo Berardenga Scalo, in provincia di Siena. Inizialmente si pensava che a poter uccidere il custode marocchino, da tutti conosciuto come Abramo, fosse stato un collega di lavoro, forse per invidia e gelosia, ma dopo alcune ore di indagini, le forze dell’ordine sono risalite al responsabile del gesto: si tratta di una giovane ragazza che abitava nello stesso stabile della vittima. Stando a quanto confessato dall’omicida, una minorenne, il 63enne extracomunitario, che lavorava come custode nella fornace locale, avrebbe tentato di stuprarla: lei, spinta dalla paura, avrebbe quindi preso un coltello, ed avrebbe inferto una serie di colpi al volto e al busto del suo aggressore, ferendolo mortalmente. Come riferisce l’edizione online di Repubblica, il presunto stupratore è stato trovato completamente nudo, e una volta lanciato l’allarme, i soccorsi non hanno potuto che constatare il decesso dello stesso.
SIENA, MINORENNE UCCIDE 63ENNE CHE VOLEVA STUPRARLA
La ragazza, la cui identità rimane al momento ignota sia per la giovane età della stessa, sia per la delicatezza della questione, è stata accompagnata dalle forze dell’ordine in una casa di prima accoglienza sita in provincia di Firenze, e la procura fiorentina ha emesso un decreto di fermo di iniziato di delitto per omicidio. Come riferito in apertura, le indagini degli inquirenti si erano inizialmente indirizzate verso il luogo di lavoro dove è stata trovata la vittima, una fornace con una ventina di dipendenti, alcuni dei quali connazionali dello stesso presunto stupratore. Poi la svolta grazie alla testimonianza della giovane. Shock nel paese, visto che coloro che conoscevano Abramo lo descrivevano come una persona esuberante, solare e che amava viaggiare in treno. L’omicidio sarebbe stato compiuto nella serata di ieri, quando poi è stato lanciato l’allarme, invano: per il marocchino non vi era più nulla da fare.