Il caso di Mattia Mingarelli “sbarca” a Pomeriggio 5 nella prima puntata del nuovo anno: purtroppo la cronaca nera resta drammatica protagonista con la morte del 30enne di Albavilla (Como) scomparso ad inizio dicembre e ritrovato alla vigilia di Natale in Valmalenco, dentro un bosco. Secondo le ipotesi “principali”, Mattia sarebbe morto per un tragico incidente, una caduta accidentale provocata forse da un malore: si era allontanato un tardo pomeriggio dalla baita dove albergava (il rifugio Barchi) e il proprietario Giorgio Del Zoppo continua a confermare questa tesi, ma ovviamente i Carabinieri della Compagnia di Sondrio non possono escludere alcuna pista investigativa. Il corpo di Mattia è stato trovato a circa 500 metri dal rifugio, in un luogo compatibile con un ipotetico percorso compiuto per tornare a casa: senza una scarpa (ritrovata oltre 20 metri tardi), smartphone nella neve lontano almeno un chilometro e altri dettagli che “non tornano” stanno tenendo ancora aperta l’indagine sulla morte del povero 30enne di Albavilla nel Comasco.



VALMALENCO, OMICIDIO O INCIDENTE?

Nei prossimi giorni sono attese nuove analisi, ovviamente mentre si aspetta la versione definitiva fornita dall’esame autoptico che nei prossimi giorni verrà effettuato nell’ospedale di Sondrio: la famiglia di Mattia Mingarelli, fino a quel giorno, rimarrà senza una vera risposta su cosa possa aver generato la morte improvvisa di una giovane vita assai esperto e allenato nelle passeggiate in montagna. Come è possibile che di notte si sia avventurato, nel profondo buio, di sua spontaneità? Non è possibile che invece qualcuno possa averlo condotto lì, con la forza, per poi ucciderlo? Le ipotesi sono altrettanto esistenti per gli inquirenti che ancora non hanno avanzato una “chiusura” delle indagini ufficiale, senza almeno i risultati delle analisi che ancora potrebbero “svoltare” il brutto caso di Mattia Mingarelli.

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