Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha comunque fissato dei punti chiave per provare ad ottenere immediatamente dei risultati nella battaglia alle manifestazioni violente negli stadi. Secondo Salvini quando la maggior parte dei club potrà contare su stadi di proprietà ci sarà un controllo più specifico, al quale però dovranno far seguito delle misure che potranno aumentare anche la possibilità delle forze dell’ordine di mantenere il polso della situazione. Una delle novità più immediate potrebbe essere rappresentata dal ritorno dell’allestimento dei cosiddetti treni speciali, ovvero i convogli dedicati ai tifosi che si spostano per affrontare le trasferte, retaggio del passato che era stato messo da parte proprio per evitare gli assembramenti organizzati. Secondo Salvini “E’ più facile tenere sotto controllo 1000 persone che si spostano tutte assieme“, senza considerare la possibilità di evitare disagi che a volte si sono verificati quando i tifosi si sono mescolati ai normali viaggiatori, soprattutto sui treni ad alta velocità. (agg. di Fabio Belli)



INCONTRO SENZA RAPPRESENTANTI DEI TIFOSI

Non ci sono stati alla fine i temuti “rappresentanti dei tifosi”, come invece annunciato da Salvini il giorno dopo la morte dell’ultras Daniele Belardinelli nel tremendo pre-partita di Inter Napoli il giorno di Santo Stefano: il vertice andato in scena oggi pomeriggio al Viminale ha visto il Ministro, assieme al Sottosegretario con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti, incontrare i responsabili del calcio italiano e dello Sport in generale, come Gabriele Gravina e Giovanni Malagò. Non solo, all’incontro sul tema della violenza dentro e fuori gli stati, ha partecipato anche il capo della Polizia Franco Gabrielli: «Ogni settimana ci sono 12 milioni di tifosi che seguono gli eventi sportivi e seimila teppisti, da non confondere con i tifosi che sono il 99%. L’obiettivo è sradicare la violenza con ogni mezzo necessario», ha spiegato il leader della Lega a margine del vertice al Viminale. Trattando, inevitabilmente, della morte di Belardinelli durante l’agguato dei tifosi interisti contro i napoletani, Salvini ha poi sottolineato «bisogna tornare ad autorizzare le trasferte collettive che sono maggiormente controllabili rispetto a centinaia di auto e min van».



SALVINI, “NO STOP A PARTITE PER CORI RAZZISTI”

In merito alla possibile chiusura degli stadi, però, Salvini si dice del tutto contrario: «Sono assolutamente contrario alla chiusura degli stadi ed al divieto di trasferte perché è la resa dello Stato: bisogna garantire che chi sbaglia da tifoso paghi e chi sbaglia da tesserato deve essere punito il doppio perché hanno responsabilità in più, ma no a sanzioni collettive, non è giusto che paghi un club, un’intera tifoseria o una città». Nel vertice al Viminale, il Sottosegretario Giorgetti ha poi rivolto un appello ai protagonisti diretti del mondo del calcio, ricordando come «I tesserati e i media non devono stimolare la retorica ultra che alimenta il proselitismo. Soprattutto i presidenti e i giocatori non devono gettare sempre benzina sul fuoco. Gli arbitri sappiamo che sbagliano ma bisogna cambiare culturalmente». Complicato e assai delicato il passaggio sul problema “parallelo” avvenuto sempre durante Inter-Napoli, ovvero i cori razzisti al difensore di Ancelotti, Kalidou Koulibaly: «sospensione delle partite? E’ molto scivoloso, rischiamo di mettere in mano a pochi il destino di tanti. Io preferisco prevenire e non lasciare potere di ricatto ad una frangia minoritaria. E poi è difficile trovare criteri oggettivi per la decisione».

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