Angelo Catalano, vice sindaco di Erice nonché assessore ai lavori pubblici, è stato arrestato stamane dai carabinieri di Trapani. Le accuse nei confronti dell’architetto, esponente di una giunta di centrosinistra guidata dal sindaco del Pd, Daniele Toscano, sono quelle di corruzione e abuso d’ufficio, con la Procura che ne ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari. Secondo alcune indiscrezioni, come sottolinea anche La Stampa, su Erice potrebbe a breve abbattersi un vero e proprio terremoto, visto che vi sarebbero coinvolti nell’indagine altri politici ericini nonché amministratori e consiglieri comunali, tutti invischiati nella gestione illegale dei lavori pubblici. «Una pluralità d’illeciti attuati con spregiudicatezza e disprezzo – scrive il gip contro l’arrestato – verso l’amministrazione d’appartenenza, derivante dal fatto che, essendo ormai abituato al potere ed a servirsi del proprio ruolo, ha realizzato interessi personali e privati, ritenendosi al di sopra della legge, tanto da non temere verifiche e controlli».



ERICE, VICE SINDACO CATALANO ARRESTATO

Secondo quanto sostenuto dall’accusa, Catalano manipolava imprenditori che a loro volta distoglievano risorse pubbliche per interessi personali del vice-sindaco, o di altri consiglieri comunali vicini allo stesso. «Le indagini – prosegue il gip nella sua ordinanza – hanno permesso di rilevare, tra l’altro, che taluni imprenditori, a discapito di altri, erano soliti aggiudicarsi direttamente lavori pubblici con assegnazione diretta, giustificata da una situazione di disagio e d’urgenza, artatamente predisposta per l’occasione». Nelle ultime settimane le forze dell’ordine avevano fatto visita più volte nel comune di Erice, ma Catalano aveva sempre smentito qualsiasi atto illecito negli uffici pubblici: «Ad Erice – le parole dell’arrestato – si naviga con la barra dritta della legalità sebbene, purtroppo, come in ogni luogo di questo mondo, qualcuno può pensar di fare a modo suo…ma io nei limiti delle umane possibilità l’ho sempre impedito, a costo di subire aggressioni e vigliacche anonime denunce, vigilando con i mezzi che la Legge mi concede affinché la legalità e la trasparenza sia sempre e comunque garantita a tutela dei cittadini ericini che con il loro voto ci hanno dato fiducia». Una vera e propria recita, come sostiene la magistratura.

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