Chiara Alessandri continua a negare di aver ucciso volontariamente Stefania Crotti e di aver dato fuoco al suo corpo, ma ci sono diversi particolari che smentiscono la sua versione e potrebbero incastrarla definitivamente. Nelle ultime ore è emerso il particolare dell’orologio della vittima. Le telecamere di un circuito di sorveglianza hanno ripreso l’auto di Alessandri che arriva ad Erbusco: si nota l’orario di arrivo e l’ora in cui si allontana. Sei minuti in tutto. In questo lasso temporale la Alessandri avrebbe avuto tutto il tempo non solo per scaricare il corpo di Stefania Crotti, ma anche per dare fuoco alla sua rivale, tramortita dai colpi di martello alla testa e da quelli di cesoia sul corpo. Come riportato da Bergamonews, lo dimostrerebbe l’orologio della vittima. Ha smesso di funzionare tre minuti dopo che Chiara Alessandri l’ha scaricata dall’auto a Erbusco. Per questo motivo gli inquirenti sarebbero sicuri della colpevolezza di Alessandri, nonostante continui a negare di aver dato fuoco al corpo della donna.
OMICIDIO STEFANIA CROTTI, UN OROLOGIO INCASTRA CHIARA ALESSANDRI?
La prossima settimana Chiara Alessandri potrebbe ricevere la visita della sua anziana madre nel carcere di Brescia Verziano. Ad accompagnare la donna di 87 anni sarà l’avvocato Gianfranco Ceci, che difende la donna accusata dell’omicidio di Stefania Crotti. Lo rivela Bergamonews, secondo cui sarà una visita in forma privata. Le due donne potranno restare a colloquio da sole, senza la presenza del legale. Quella di ieri comunque è stata un’altra giornata importante per le indagini, perché sono cominciate le perizie sui dispositivi elettronici sequestrati a tutte le persone coinvolte nella vicenda: dall’indagata Chiara Alessandri alla vittima, al marito di quest’ultima Stefano Del Bello e all’imprenditore Angelo Pezzotta, coinvolto suo malgrado nel piano criminale. Risposte importanti si attendono anche dai medici legali sull’autopsia del cadavere di Stefania Crotti e dal Ris. Nessuna novità invece sulle ricerche della borsetta della vittima. Oggi invece l’avvocato Ceci dovrebbe depositare il ricorso al Tribunale del Riesame di Brescia per chiedere che alla sua assistita vengano concesso gli arresti domiciliari.