«Quanto sta accadendo in queste ore non può essere confuso in alcun modo con l’esercizio della democrazia: gli episodi di violenza perpetrati da alcuni manifestanti oggi a Torino sono di una gravità inaudita. Esprimo piena solidarietà alle persone rimaste coinvolte e sostegno alle forze di Polizia che stanno operando a tutela della Città»: queste parole di Chiara Appendino su Facebook due giorni fa hanno contribuito a rendere ancora più “aspro” l’attacco degli antagonisti anarchici contro il sindaco di Torino. Oggi la prima cittadina torinese farà le sue comunicazioni in merito alla situazione di forte tensione al termine del Consiglio Comunale previsto con l’ordine del giorno sui fatti di sabato. Intanto, nel mirino della procura ci sarebbero ben 21 attentati compiuti con l’invio di plichi esplosivi: «Una delle basi operative di questa cellula sovversiva era proprio l’Asilo occupato di Torino, un contesto che non ha nulla a che vedere con la protesta sociale», aggiunge ancora il questore di Torino.
APPENDINO SOTTO SCORTA DOPO LE MINACCE
La città di Torino negli ultimi giorni è stata messa a ferro e fiamme: nasce tutto dallo sgombero ordinato dalla Questura e dal Comune contro l’Asilo, sede (occupata) da oltre 20 anni dagli anarchici antagonisti torinesi. Gli scontri di sabato poi hanno reso il clima assai difficile in città, con diverse minacce lanciate anche contro la sindaco Chiara Appendino: scritte ignobili, lanci di petardi e minacce per altre rappresaglie nelle prossime settimane. Su tutte, le scritte sui muri del centro “Appendino appesa” che ha fatto immediatamente scattare – assieme alla bagarre inscenata sabato scorso in pieno Torino centro – la messa sotto scorta della sindaca M5s. Dopo la guerriglia urbana, gli scontri e i passeggeri di un autobus terrorizzato, la città d Torino resta nel caos e ora anche il primo cittadino viene tenuto sotto stretta scorta per evitare nuove rappresaglie: tutto perché la Appendino ha condiviso e spalleggiato, in quanto responsabile dell’ordine pubblico, lo sgombero degli anarcoinsurrezionalisti dell’Asilo.
L’ALLARME LANCIATO DAL QUESTORE DI TORINO
Non solo, questa mattina un petardo lanciato da alcuni antagonisti all’interno del carcere di Torino ha scatenato un pericoloso incendio che per poco non faceva feriti e vittime: un locale infatti è crollato, per fortuna senza provocare conseguenze gravi per nessun detenuto o agente carcerario. La situazione è però in costante ebollizione e tensione continua, con il Questore di Torino – Francesco Messina – che analizza così il momento difficile sotto la Mole: «Abbiamo avuto a che fare con gente addestrata. Abbiamo dovuto fronteggiare un contesto che non ha nulla a che vedere con la protesta sociale. Il corteo di sabato è stato un punto di partenza per sovvertire l’ordine democratico». Intanto gli investigatori tengono a precisare che le minacce ricevute in questi giorni dalla Appendino non hanno nulla a che vedere con la lettera inviata al sindaco di Torino nello scorso novembre («uccidi Torino, devi morire») per la quale è ancora in corso un’indagine approfondita della Digos. Il nodo di oggi è sempre quel centro sociale, con il questore Messina che rilancia «non è un centro sociale come gli altri, è il covo di una cellula di sovversivi».