Il papà di Manuel Bortuzzo è intervenuto oggi pomeriggio a La Vita in Diretta per parlare delle condizioni di salute di suo figlio. «La diagnosi è chiara, ma la speranza c’è. Anche recuperare l’1% è fondamentale. Ci servono elementi per dire che sia finita, ma io non credo – ha dichiarato Franco su Raiuno -. Quindi bisogna valutare la situazione nel tempo. Tra un mese potremo parlarne meglio». Il padre del nuotatore valuterà la miglior struttura nella quale il figlio dovrà seguire le terapie. «Daremo l’eccellenza a Manuel e andremo avanti con la riabilitazione. È vivo e combatterà la sua battaglia». In collegamento con Tiberio Timperi ha parlato anche degli aggressori: «Avere rancori in questo momento serve a ben poco. Lui deve andare avanti per la sua strada». E sulla necessità di giustizia: «Io ho piena fiducia nelle autorità e devo averne nella magistratura. Viviamo in uno Stato di diritto difficile, la pena non è certa. Non voglio pressare nessuno, voglio dare fiducia ai magistrati, si mettano la mano sul cuore». (agg. di Silvana Palazzo)



“POTEVA ANDAR PEGGIO. AMBIENTE DEL NUOTO, UNA FAMIGLIA”

Per Manuel Bortuzzo Bebe Vio rappresenta la sua principale fonte di ispirazione dopo quello che gli è capitato. E’ il pensiero della giovane atleta a dargli forza, a rappresentare da ora in avanti il suo modello di vita. Il 19enne, nuotatore trevigiano, però, non si lascia affatto abbattere conscio di poter contare non solo sulla sua famiglia, a partire dal padre Franco che non lo ha mollato per un solo istante, ma anche dall’intero mondo del nuoto. A tal proposito, in una intervista al Corriere Bortuzzo ha spiegato: “E’ diventato come una famiglia, la nostra famiglia”. In tanti ragazzi e non solo, ora considerano lui un punto di riferimento: “Non so spiegarmelo, ma so che e’ bello, molto bello”, dice oggi dalla sua stanza di ospedale che spera di abbandonare presto per fare ritorno alla sua casa. “In fondo poteva andarmi peggio, no? Sono vivo, questo è l’importante”, ha aggiunto, come riferisce Repubblica.it. E con il suo sorriso disarmante spiega quale sarà il suo sogno imminente: “Voglio stare per un’ora davanti al sole, sono sette giorni che non lo vedo. Questa sarà la prima cosa che farò”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



ORA SOGNA DI TORNARE PRESTO A CASA

Di Manuel Bortuzzo, giovane nuotatore 19enne rimasto vittima di un agguato lo scorso 3 febbraio a Roma, ha sempre colpito la sua incredibile forza. A causa di quel maledetto proiettile che lo ha colpito “per sbaglio” mentre si trovava all’Axa, lesionandogli il midollo, è rimasto paralizzato dalla vita in giù ma nonostante questo il giovane trevigiano non ha voglia di mollare e insieme al padre Franco pensa già al futuro. In una intervista rilasciata al Corriere.it dal reparto di Rianimazione del San Camillo, Manuel spiega in che modo pensa di ricominciare: “Per ora penso di tornare a casa il più presto possibile, e stare sempre meglio. A migliorare ogni giorno, sempre di più, fisicamente”. Non è solo durante la sua permanenza in ospedale in quanto a fargli compagnia di pensano i suoi amici che non lo mollano un solo istante. L’Italia intera, oltre al mondo dello sport, si è stretta attorno alla famiglia Bortuzzo in un modo di solidarietà così grande che neppure Manuel poteva immaginare: “Tutto l’ambiente del nuoto è diventato come una famiglia, la nostra famiglia. Mi chiedono ancora come sia possibile tutto questo. Mi vogliono bene dappertutto, è una sensazione bellissima. Li ringrazio tutti”, ha commentato. Numerose, da tutto il Paese, le testimonianze di solidarietà e vicinanza così come le iniziative da parte di numerosi atleti.



MANUEL BORTUZZO: “IL MIO MODELLO DA SEGUIRE È BEBE VIO”

La passione per lo sport per Manuel Bortuzzo nasce sin dall’infanzia. Nella sua vita però c’è sempre stato un campione al quale si ispira: “Non so perché, ma in questi giorni la prima persona che mi è venuta in mente è stata Bebe Vio…”, dice. La commozione è tanta, al pensiero di come, da questo momento, la sua vita di ragazzo appena 19enne ed atleta cambierà. Quindi ha dichiarato: “Quando ho pensato al mio futuro ‘diverso’ la mente è andata a lei, a Bebe Vio, sarà un modello da seguire”. Ed il suo obiettivo primario, adesso, sembra essere la riabilitazione in seguito alla quale, dice, “tornerò più forte di prima”. Ripensando alla sparatoria racconta: “Ricordo tutto di quella scena, almeno fino a quando ho avvertito il dolore”. Ed ora, ripensando a chi gli ha fatto tutto questo, Manuel, con la sincerità che solo un ragazzo pulito della sua età può avere, ha commentato: “La verità? Non me ne importa proprio niente, adesso devo pensare ad andare avanti per la mia strada”.