Si allunga inesorabile l’ombra del Blue Whale, il “gioco” che spopola in Rete e in tutto il mondo ha portato diversi ragazzi al suicidio, sulla morte di Alessio Vinci, il 18enne di Ventimiglia trovato senza vita il 18 gennaio scorso sotto una gru alta una cinquantina di metri nel cantiere di Porte Maillot a Parigi. Il nonno di questo ragazzo prodigio diplomatosi col massimo dei voti e con un anno d’anticipo al liceo, che aveva ottenuto il certificato inglese del Trinity College London e l’attestato francese del Centre International d’études pédagogiques, lo sapeva a Torino, non immaginava si fosse recato nella capitale francese. C’era stata una domanda sospetta la sera prima di morire, questo sì:”Mi aveva chiesto se conoscevo qualcuno a Parigi, se sapevo qualcosa dell’hotel Le Méridien. Non era mai stato a Parigi. Ma io non avevo capito che era lì, non me l’aveva detto”. Ed è proprio in quell’albergo che il 17 gennaio è arrivato chiedendo un piano alto. Aveva chiesto di sbloccare la finestra per fumare, ma dalla hall gli avevano negato questa possibilità e per un paio di volte era sceso fino al piano terra per fumare, da solo. Sempre da solo, Alessio, è uscito la notte del 18 gennaio, senza fare più ritorno.
ALESSIO VINCI VITTIMA DEL BLUE WHALE?
Il nonno di Alessio Vinci non riesce a credere che il suo nipote tanto amato sia potuto cadere nella trappola del Blue Whale, come ha raccontato a Il Corriere della Sera:”Mi sembra molto strano, non era depresso, non era infelice, anzi, aveva preso la patente una settimana prima e non vedeva l’ora di scorrazzare con la mia macchina”. Eppure qualcosa nel folle regolamento del Blue Whale inquieta non poco se rapportato alle circostanze della morte di Alessio. C’è innanzitutto l’orario della morte: l’ultimo segnale di vita arriva alle 4.16 del mattino, un messaggino all’amica di famiglia, Simona: “I nonni sono stati i migliori genitori che avessi potuto avere”. E fra le regole di chi decide di partecipare al Blue Whale c’è la seguente:”Svegliatevi alle 4.20 del mattino…”. Poi c’è la gru, quella da cui secondo gli inquirenti Alessio Vinci è precipitato:”Salite su una gru o almeno tentate di farlo”, “saltate da un edificio alto, prendetevi la vostra vita”. Parole che non possono non far pensare e temere, ma nonno Vincenzo non ci vuole credere:”Penso che gli sia capitato qualcosa di molto brutto ma non a quello”.