Veronica Panarello ricorre in Cassazione. Il suo legale, l’avvocato Francesco Villardita, ha depositato in Cassazione il ricorso contro la sentenza della Corte d’assise d’appello di Catania. Il 5 luglio 2019 fu confermata la condanna a 30 anni di reclusione per l’omicidio del figlio Lorys Stival di 8 anni e l’occultamento del cadavere. Il bambino fu strangolato con delle fascette di plastica il 29 novembre del 2014 nella casa di famiglia, a Santa Croce Camerina. La sentenza di primo grado condannò Veronica Panarello a 30 anni di reclusione. Fu emessa dal Gip di Ragusa, Andrea Reale, il 17 ottobre 2016 ed è stata confermata in Appello. Stando a quanto riportato dall’Ansa, il ricorso davanti ai giudici della Suprema Corte verte su dieci punti, alcuni dei quali erano stati anticipati dal penalista Villardita quando commentò le motivazioni della condanna. E parlò di elemento soggettivo del reato, contraddizione della sentenza che parla di dolo d’impeto, ma anche di pianificazione con il sopralluogo di Veronica Panarello, assenza di movente e la capacità di intendere e volere dell’imputata.
VERONICA PANARELLO RICORRE IN CASSAZIONE
Quando sono state depositate le motivazioni della sentenza di secondo grado a carico di Veronica Panarello, è stato chiarito il movente dell’omicidio del figlio Lorys Stival. Nelle 174 pagine è stata sottolineata la lucida crudeltà della donna nel commettere il delitto e il fatto che il bambino sia stato ucciso per la sua resistenza a recarsi a scuola. Il movente dell’omicidio sarebbe da collegare «a nodi conflittuali nella sfera familiare ed alle conseguenti sensazioni di profonda angoscia d’ansia della Panarello, che hanno agito come una miccia, innescando nella donna una fortissima rabbia in relazione ad un comportamento di Lorys, avvertito come pericoloso o troppo fastidioso, tale da scatenarle l’impulso di metterlo a tacere». Lorys non voleva andare a scuola e quella resistenza avrebbe innescato il litigio con la madre, che poi lo ha ucciso. Nelle motivazioni Veronica Panarello viene descritta come una donna che ha agito «senza alcuna pietas secondo il piano poco prima prestabilito per cercare di eliminare le tracce del delitto con l’occultamento del cadavere di Lorys e addirittura simulando una violenza sessuale ai danni del bambino da parte di ignoti per depistare le indagini».