Giuseppe Gullotta veniva scarcerato il 13 febbraio di 7 anni fa, dopo 22 anni di carcere da innocente. Era stato accusato di aver ucciso nel 1976 due carabinieri, e costretto poi a testimoniare sotto i pugni e gli schiaffi degli stessi militari dell’arma. «Nemmeno io so come sono finito in quella storia – racconta Gullotta, ospite presso gli studi di La Vita in Diretta su Rai Uno – il 12 febbraio del 1976 bussano alla mia porta dei carabinieri, mi dicono di seguirli in caserma. Appena arrivato mi chiudono in una stanza per un paio d’ore senza dirmi nulla, poi a mezzanotte entrano dei carabinieri, mi afferrano con forza, mi legano ad una sedia e mi picchiano con calci, pugni e schiaffi». Inizialmente il povero Gullotta viene picchiato senza dirgli nulla, poi i carabinieri gli spiegano che altre persone avevano confessato il duplice omicidio dei loro colleghi, facendo il suo nome. «Sotto le torture – prosegue il suo racconto l’innocente – ho dovuto confessare il giorno seguente, e sono stato costretto a firmare. Il pomeriggio volevo ritrattare ma ormai non mi hanno più creduto».
GIUSEPPE GULLOTTA, 22 ANNI IN CARCERE DA INNOCENTE
Nonostante una prospettiva di vita tremenda, condannato all’ergastolo in via definitiva nel 1990, Giuseppe Gullotta trova modo di sorridere, visto che negli anni iniziali della sua prigionia, conosce Michela, che diventerà poi sua moglie: «L’ho incontrata nel 1978 quando sono uscito per decorrenza dei termini. Fino al ’90, quando sono rientrato in carcere, abbiamo convissuto…». Un amore sbocciato fin da subito, una relazione durante la quale la compagna di Gullotta non ha mai creduto alla colpevolezza dello stesso: «Mi sono innamorata della sua semplicità – racconta a La Vita in Diretta – mai avuto dubbi sin dall’inizio. Siamo subito andati a convivere, è stata sempre la stessa bella persona che è oggi». E la stessa Michela è stata di fatto la forza di Giuseppe per andare avanti e non arrendersi: «Il matrimonio per me è stato importante, attendevo quel giorno da anni, lo dicevo sempre a mia moglie che appena tutto sarebbe finito ci saremmo sposati». Ora Gullotta chiede 69 milioni di euro di risarcimento allo stato: «Il primo risarcimento da 6 milioni è una riparazione per l’errore giudiziario – le parole dell’avvocato – per il fatto illecito invece dobbiamo seguire la via ordinaria del processo civile. Siamo sereni e ottimisti perché crediamo nel sistema giustizia».