La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del caso relativo all’omicidio di Ilaria Alpi, giornalista del Tg3 rimasta uccisa nel marzo del 1994 a Mogadiscio insieme all’operatore tv Miran Hrovatin. Era lo scorso 26 giugno quando il gip Andrea Fanelli aveva richiesto la disposizione di nuove indagini sul caso che si sarebbero dovute compiere entro 180 giorni. Oggi, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, nel richiedere l’archiviazione, i pm romani hanno spiegato che si sarebbero “rivelati privi di consistenza gli elementi pervenuti che apparivano idonei, se non all’identificazione degli autori materiali ovvero dei mandanti dell’omicidio, almeno ad avvalorare la tesi più accreditata del movente che ha portato al gesto efferato o ad esplorare l’ipotesi del depistaggio”. Il riferimento è ad una particolare intercettazione tra due somali e nella quale parlando di quanto accaduto a Mogadiscio spiegano che “è stata uccisa dagli italiani”. Eppure, nella richiesta di archiviazione, aggiunge Adnkronos, i pm di Roma hanno ribadito come “mai è emerso il sospetto che ‘italiani’ avessero eseguito materialmente l’omicidio”.
ILARIA ALPI, CASO VERSO ARCHIVIAZIONE
A quasi 25 anni dal delitto della giornalista Ilaria Alpi, il caso rischia ora di essere archiviato. Il prossimo 20 marzo, infatti, ricorrerà il triste anniversario della morte di Api e Miran Hrovatin, il primo senza mamma Luciana, morta nei mesi scorsi e che fino all’ultimo giorno si era battuta affinché la verità su quanto accaduto potesse finalmente emergere. Per la procura di Roma però, non solo non ci sarebbero elementi consistenti a giustificare il proseguimento delle indagini ma ha anche aggiunto che “la tesi della responsabilità ‘degli italiani’ nel duplice omicidio fu più volte prospettata e indagata nel corso degli anni ed è sempre risultata priva di concretezza, come anche la responsabilità di Giancarlo Marocchino, il quale, addirittura, ha ottenuto un risarcimento per i danni subiti dalla diffusione di notizie diffamatorie”. I pm insistono ancora su questo aspetto chiarendo che, ad ogni modo, la presunta responsabilità italiana sarebbe da circoscrivere esclusivamente al “mandato a commettere l’omicidio poichè non è mai emerso alcun dubbio sulla esecuzione materiale da parte di un commando di cittadini somali”.