Dopo le ultime novità emerse nei servizi di Quarto Grado e Le Iene sull’orrendo e assurdo caso Marco Vannini – l’omicidio del giovanissimo bagnino di Ladispoli per cui, qualche settimana fa, il suocero Antonio Ciontoli è stato condannato a 5 anni in Appello scatenando l’ira della famiglia della vittima e di mezza opinione pubblica – a parlare è il giornalista esperto di cronaca nera, Carmelo Abbate. Con un lungo post su Instagram stamane, il collega aggiunge punti-dubbi in merito alla deposizione in aula dei vari testimoni e diretti indagati: ieri sera le Iene hanno sollevato la possibilità che il papà Ciontoli non fosse neanche in casa al momento dello sparo, dopo le testimonianze del vicino di casa Tommaso Liuzzi. Ora però è Abbate a parlare e riportare alcuni scambi del Processo durante la deposizione della stessa Martina Ciontoli, la fidanzata di Vannini: «Lei è Martina Ciontoli, la fidanzata, la grande assente nell’ambulanza che porta Marco Vannini a morire come un figlio di nessuno, a soli 20 anni. Il pomeriggio successivo alla morte di Marco, Martina è con il fratello Federico e la fidanzata Viola Giorgini sul divano della caserma dei carabinieri di Civitavecchia», scrive Abbate su Instagram.



I DUBBI LANCIATI DA CARMELO ABBATE

«Io ho visto lui, quando papà gli ha puntato la pistola…non ci posso pensà» avrebbe detto Martina nell’interrogatorio degli inquirenti, come riportato nelle intercettazioni mostrate al processo d’Appello. Il pubblico ministero le ha però contestato «signorina lei allora ha visto, guardi qui, sta mimando la scena». La replica di Martina è fredda, «No, me ne aveva parlato mio padre» ma a quel punto, ricorda Abbate, il pm la incalza nuovamente «ma lei parla in prima persona, non riferisce un resoconto di altri!». E ancora Martina, «avevo fatto mio il racconto di mio padre, e lo ripetevo»: a questo punto Carmelo Abbate riporta una nuova dichiarazione fatta dalla ragazza e contestata dal pm in Aula, sempre mostrando il video dei primi interrogatori in Procura «Qui sotto c’aveva il proiettile…sembrava una ciste» dice Martina che però poi in Aula si ravvede «me lo ha riferito il comandante dei carabinieri in caserma quella sera». L’avvocato dell’accusa allora attacca «signorina abbia pazienza, ma il comandante come poteva sapere che Marco si trovava nella vasca! E soprattutto, come poteva sapere della traiettoria del proiettile! L’autopsia non era stata fatta!». Martina Ciontoli però, secondo Abbate, risponde di non aver mai visto Marco Vannini con un proiettile conficcato e lo stesso comandante dei carabinieri al Processo ha giurato di non aver mai detto nulla del genere alla ragazza. «Morale: uno dei due mente, da qui non si scappa. Per i giudici non è Martina Ciontoli. Ma se non è lei, allora noi abbiamo un comandante dei Carabinieri che ha mentito sotto giuramento dentro l’aula di un tribunale. Perché non è stato indagato per falsa testimonianza?», si chiede giustamente Carmelo Abbate.

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