Due anni dopo la morte di Michele Amedeo, la figlia Rita parla a “La Vita in Diretta” dell’omicidio avvenuto due giorni prima che si laureasse. «Quella sera, prima che uscisse, gli lessi il discorso per la laurea. Lui mi disse: “Brava, però ti devi esercitare per essere perfetta e impeccabile”. Questo è l’unico insegnamento che porterò sempre con me». La ragazza conserva un buon ricordo del padre, ucciso dall’ex Vincenza Mariani: «È stato sempre molto presente in tutti i percorsi che ho affrontato, dall’esperienza sportiva a quella scolastica. Spero che lui possa pensare che sono perfetta e impeccabile, perché quello è l’ultimo insegnamento che mi ha lasciato e che mi porterò per sempre». Il programma di Raiuno ha intervistato il caposquadra in servizio la sera dell’omicidio. «Mi hanno detto al telefono che gli avevano sparato. L’ho trovato a terra, ma non si vedeva nulla. Si lamentava e chiedeva aiuto». Voleva portarlo in ospedale, ma temeva di peggiorare le cose. In precedenza aveva assistito ad un episodio persecutorio: la donna aveva fatto incendiare l’auto di Michele Amedeo. «Io svolgo il servizio notturno, quindi c’ero anche quella sera. Mi dissero che era andata a fuoco una macchina, vidi che era quella di Michele. I vigili parlarono di un atto doloso». (agg. di Silvana Palazzo)



BARI, STALKER FA UCCIDERE EX AMANTE

Se non poteva essere suo, allora non doveva essere di nessun’altra. Per questo Vincenza Mariani avrebbe deciso di uccidere l’ex compagno Michele Amedeo che l’aveva lasciata per tornare con la moglie. Due giorni prima della laurea della figlia, ha quindi ingaggiato un killer con cinquemila euro. Sono queste le conclusioni a cui è arrivata la Procura di Bari, che ritiene di aver chiuso il cerchio sull’omicidio, definito un «macabro rituale di vendetta» dal gip Giovanni Abbattista che ha emesso l’ordinanza di arresto nei confronti di quattro persone. L’omicidio premeditato del netturbino dell’Amiu risale al 25 aprile 2017: l’uomo fu ucciso nel parcheggio dell’azienda della zona industriale di Bari. In carcere dunque sono finiti Vincenza Mariani, ex amante della vittima e imprenditrice 54enne di Cassano delle Murge. Lei la mandante, mentre il genero Giuseppe Baccellieri è l’esecutore materiale. Il pregiudicato Massimo Margheriti, vicino al clan Strisciuglio, libero da poco dopo 20 anni di carcere per tentato omicidio, era alla guida dell’auto con a bordo il killer. Agli arresti domiciliari il pregiudicato Michele Costantino, che ha confessato di aver collaborato all’omicidio fornendo un’auto rubata e l’arma del delitto.



PERSEGUITATO DALL’EX AMANTE

Attraverso testimonianze, intercettazioni, video e tabulati, l’inchiesta della Squadra Mobile, coordinata dal pm di Bari Marco D’Agostino, ha documentato che Michele Amedeo provava da anni a rompere la relazione, ma Vincenza Mariani aveva cominciato a perseguitare e minacciare lui e sua figlia, da cui aveva carpito la fiducia con un profilo fake su Facebook. Aveva finto anche una gravidanza con false ecografie per costringerlo a non lasciarla. Due anni prima gli aveva fatto incendiare l’auto e aveva commissionato il rogo della sua casa al mare, sfumato per una casuale controllo della polizia alla vettura che trasportava le taniche di benzina. Quando Amedeo faceva il turno di notte, era costretto da lei a stare al telefono per ore per controllare con chi fosse e cosa dicesse. Giacinto Profazio, dirigente della Squadra Mobile, ha parlato di una vera e propria «stalker» ma l’ha definita anche un «personaggio inquietante» con «anima diabolica» e «attitudine ad imprimere un piglio patologicamente possessivo alle proprie relazioni sentimentali e a lavare nel sangue e con la violenza ogni affronto arrecato alla sua persona».

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