Sono ancora tanti i punti oscuri sul caso di Sissy Trovato Mazza, l’agente della polizia penitenziaria morta un mese fa dopo essere stata ridotta in stato vegetativo da un misterioso colpo di pistola. Si è subito parlato di un tentato suicidio, ma la famiglia sospetta che sia stata uccisa perché la ragazza stava portando avanti una battaglia contro gli abusi nel carcere della Giudecca. «Mia figlia non si è suicidata, io sono sicuro che qualcuno che lei conosceva l’abbia uccisa», ha dichiarato il padre a La Vita in Diretta. Salvatore ha ribadito di voler conoscere la verità su sua figlia e ha fatto un appello alla direttrice del carcere in cui lavorava a Venezia: «Perché non ha tutelato la sua dipendente?». Negli ultimi tempi sono stati avviati nuovi accertamenti, in particolare sul computer e sulla pistola, dove è stata trovata una traccia di Dna. A tal proposito il papà di Sissy Trovato ha dichiarato: «Questi accertamenti andavano fatti subito, non dopo 28 mesi. Sono certo che il computer che ho mandato non è stato neppure aperto».



SISSY TROVATO MAZZA, IL COMANDANTE “INDAGARE SU…”

Per il padre di Sissy Trovato Mazza ci sono troppe anomalie. «Nell’ascensore non c’era spazio sufficiente per alzare il braccio e spararsi. Perché non è stato sequestrato?», si chiede a La Vita in Diretta. Il programma ha intervistato anche Simona, un’amica dell’agente, secondo cui Sissy teneva la pistola in fondina, ma non agganciata perché la cintura era rotta, quindi non era trattenuta. Inoltre, la portava senza sicura, con il colpo in canna: «Sfiorando il grilletto il corpo sarebbe partito». In esclusiva La Vita in Diretta ha sentito anche il comandante Cavallaro: «Quella mattina non aveva preso il telefonino di servizio, l’ha lasciato in portineria, non so perché». Ai microfoni del programma di Raiuno parla di un’agente «molto cupa, era cambiata come persona» e che non le aveva «mai parlato di droga in carcere». Il comandante sostiene che la verità vada cercata «nella sua vita privata». Non è d’accordo il padre di Sissy Trovato: «Mi vergogno per lei. Si era arrabbiata dicendo che non era mai stata ascoltata, ora parla così. Sì, mia figlia era cambiata, ma perché aveva paura e non aveva fiducia in nessuno per quello che aveva scoperto».

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