Nuova tragedia presso la baraccopoli di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria, dove un migrante di 29 anni, il senegalese Al Ba Moussa, è rimasto ucciso a seguito di un rogo scoppiato nello stesso campo. Numerosi i commenti sulla vicenda in queste ultime ore, a cominciare dai sindacati, sul piede di guerra: «L’ennesima vittima impone a tutti di farla finita con le parole, i progetti simili a chimere, gli impegni che quasi mai si concretizzano: non è più rinviabile un piano straordinario di ripristino delle condizioni di legalità e di tutela della dignità umana». Dura anche la presa di posizione di Stefano Fassina, di Leu, che punta il dito contro il ministro dell’interno, Matteo Salvini: «Lo sceriffo d’Italia al ministero dell’Interno annuncia l’ennesimo sgombero: è facile, effetto mediatico assicurato. Soprattutto, non disturba gli interessi più forti: i disperati, dispersi nel territorio, potranno continuare a essere sfruttati». Così invece Mario Oliverio, il governatore della regione Calabria, che rivolge un appello al governo: «Diventa ormai urgente e indispensabile che il Governo assuma con determinazione un progetto di smantellamento della tendopoli e di trasferimento degli immigrati in luoghi più idonei e sicuri, nell’ambito dei programmi di integrazione sociale». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
BARACCOPOLI SAN FERDINANDO: UN MORTO
Il ministro dell’interno, Matteo Salvini, ha commentato la recente tragica notizia riguardante la morte di un migrante a seguito di un incendio scoppiato presso la baraccopoli di San Ferdinando, provincia di Reggio Calabria. Il titolare del Viminale ha annunciato l’immediato sgombero della tendopoli, sottolineando altresì come moltissimi profughi presenti nel campo di cui sopra, abbiano rifiutato un posto messo a loro disposizione presso gli Sprar: «Sgombereremo la baraccopoli di San Ferdinando – ha detto il leghista – l’avevamo promesso e lo faremo, illegalità e degrado provocano tragedie come quella di poche ore fa. Per gli extracomunitari di San Ferdinando con protezione internazionale, avevamo messo a disposizione 133 posti nei progetti Sprar. Hanno aderito solo in otto (otto!), tutti del Mali. E anche gli altri immigrati, che pure potevano accedere ai Cara o ai Cas, hanno preferito rimanere nella baraccopoli. Basta abusi e illegalità». Subito dopo l’incendio è stato convocato da Michele Di Bari, prefetto di Reggio Calabria, un Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, in cui è stato deciso il trasferimento degli occupanti il campo. Intanto l’agenzia Ansa ha comunicato il nome della vittima, Moussa Ba, di anni 29, originario del Senegal. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
INCENDIO A BARACCOPOLI DI SAN FERDINANDO: UN MORTO
Un ragazzo è morto questa notte a seguito di un incendio divampato nella baraccopoli di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria. Come riferisce Il Fatto Quotidiano la vittima di origini senegalesi si chiamava Diallo, anche se si faceva chiamare con il nome italiano di Aldo, ed aveva 25 anni. L’incendio si è divampato all’ingresso del campo, vicino alla strada, e in breve tempo ha inghiottito una ventina di baracche, fra cui quella della vittima, molto probabilmente morta nel sonno a causa dei fumi tossici. Gli occupanti la baraccopoli hanno chiamato i soccorsi e in attesa del loro arrivo hanno provato a spegnere le fiamme con i secchi, invano. Ricordiamo che la tendopoli di San Ferdinando è priva di acqua corrente e di luce, e di conseguenza l’unico modo che i circa 2000 migranti che vi vivono hanno per cucinare e riscaldarsi, è quello di accendere il fuoco di per se. «Sono in corso le indagini per accertare le modalità dell’evento – il comunicato diffuso dopo la tragedia da parte della prefettura, che ha poi convocato un comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica a San Ferdinando – i quindici migranti rimasti senza un tetto sono stati prontamente ricoverati presso la nuova tendopoli gestita dal Comune di San Ferdinando, e grazie all’intervento immediato dei vigili del fuoco, il cui presidio è all’esterno del campo, e delle forze dell’ordine è stato possibile contenere ulteriori, gravi effetti». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
BARACCAPOLI SAN FERDINANDO: MORTO MIGRANTE DOPO INCENDIO
Un altro incendio nella baraccopoli di San Ferdinando, un altro migrante morto. Nella nota tendopoli in provincia di Reggio Calabria, dove vivono migliaia di profughi, un ragazzo di 35 anni di nazionalità senegalese, non ancora identificato, è deceduto questa notte dopo che un rogo lo ha sorpreso probabilmente nel sonno, distruggendo in totale una ventina di baracche. Una volta scattato l’allarme sono giunti sul luogo i vigili del fuoco, che pronti all’emergenza hanno deciso di allestire sul luogo una “base” fissa, come riferisce l’edizione online de La Repubblica. Le fiamme sono state domate dopo qualche ora, ma i soccorsi non sono riusciti a salvare il senegalese di cui sopra, morto già prima dell’arrivo dei pompieri. Sul luogo dell’incendio sono giunte anche le forze dell’ordine, capitante da polizia e carabinieri, che hanno subito fatto scattare le indagini per cercare di capire cosa sia successo, anche se è molto probabile che si sia trattato del classico incendio “colposo”. Del resto, nella baraccopoli di San Ferdinando, non vi è alcuna norma di sicurezza rispettata, e i roghi sono all’ordine del giorno visti i materiali altamente infiammabili con cui sono costruite le centinaia di baracche.
BARACCOPOLI DI SAN FERDINANDO: MORTO UN MIGRANTE
I migranti rimasti senza “casa” dopo l’incendio sono stati ricoverati presso la nuova tendopoli gestita dal comune di San Ferdinando, ma l’episodio ha creato non poca tensione, tenendo conto che si tratta del terzo migrante morto in un anno nella stessa tendopoli. Il 27 gennaio del 2018 perse la vita la 26enne nigeriana Becky Moses, deceduta a seguito di un incendio doloso provocato da una donna per gelosia. Poche settimane fa, il 2 dicembre, è stata invece la volta di Surawa Jaith del Gambia, giovane che doveva compiere 18 anni pochi giorni dopo l’incendio. Nella baraccopoli reggina sono scoppiati anche numerosi altri incendi, che solo per puro caso non hanno provocato vittime. Probabile corteo stamane per protesta.