Già noto per posizioni “antagoniste” contro le massime cariche della Chiesa e addirittura per simpatia cinque stelle. don Vitaliano della Sala ne ha fatta un’altra. In passato il sacerdote parroco in provincia di Avellino aveva infatti detto che “Non siamo antipolitici, siamo antipartitici: Beppe Grillo pone problemi reali nei quali è sacrosanto riconoscersi, il dissenso sotterraneo della base cattolica si salda con la contestazione del movimento cinque stelle e sono sempre più numerosi i gruppi cattolici che rivendicano un ruolo e una libertà di scelta che le gerarchie ignorano”. Definito il parroco no global, non si capisce bene quali siano i gruppi cattolici di cui parla, né perché parli di mancata libertà di scelta visto che la Chiesa cattolica dopo la fine della Democrazia Cristiana ha lasciato ai fedeli completa libertà di voto. Quest’ultima volta il sacerdote è salito alla ribalta con una iniziativa certamente più innocua, visto poi che sono parecchi i sacerdoti che usano canzoni pop per le loro liturgie o da cui prendono ispirazione per le omelie.
PRETE APRE MESSA CON “SOLDI” DI MAHMOOD
Don Vito se l’è cavata in fondo con la più innocua e dal bel significato, visto che parla di sodi come rovina della famiglia, cosa senz’altro vera e non in contrasto con gli insegnamenti evangelici. A inizio messa ha infatti cantare la canzone di Mahmood che ha vinto il festival di Sanremo, spiegando che “Polemica a parte, il testo offre tanti spunti di riflessione. Si parla di attaccamento ai soldi che rovina famiglie e relazioni; è il tema del Vangelo di oggi: beati i poveri”. Ha poi aggiunto che “Cantando ‘Soldi’ di Mahmood vogliamo semplicemente riflettere e pregare come ogni domenica per la Chiesa, la nostra comunità, per gli immigrati che vivono in difficoltà e per gli italiani in povertà” e che “Con questi sentimenti proviamo a cantare. Intorno a questo brano è scoppiata tanta polemica, ma la messa non si fa per polemica, la messa non si fa contro nessuno”, sono le parole del parroco.