La 15enne pestata a scuola a Bolzano è tornata a scuola. Lo ha rivelato suo padre nell’intervista rilasciata a “I fatti vostri”. L’uomo ha ripercorso le tappe della terribile vicenda: la figlia è stata vittima di un grave atto di bullismo. Derisa da alcune ragazze, è stata poi picchiata da una di loro. Il caso è diventato nazionale perché suo padre ha deciso di pubblicare la foto del suo volto tumefatto e accendere i riflettori su un problema che non ha confini. Ma Massimo Pozzan si aspetta anche chiarezza dalla scuola. «Sono state fatte delle indagini e si è venuto a sapere che fin dalle elementari ci sono stati casi di aggressività da parte di questa ragazza che si sono ripetuti alle medie e ora alle superiori. Come mai non c’è stato un passaggio di informazioni?», ha raccontato ai microfoni di Giancarlo Magalli. «Pare che preside e vicepreside non sapessero nulla, ma qualcuno deve dare le risposte», ha concluso.



“NON È PRIMO CASO, SCUOLA NON SA NULLA?”

Il vicepreside Stefano Turri dal canto suo difende l’operato della scuola. «Abbiamo preso un provvedimento immediato sospendendo la ragazza fino al 17 aprile, poi vedremo come intervenire nei suoi confronti». Il professore ha poi spiegato che la ragazza sostiene di aver reagito alle provocazioni, pur precisando che ciò non può essere una giustificazione. A tal proposito l’avvocato Alessandro Osler, che assiste la famiglia Pozzan, ha replicato in studio: «on è stata una risposta ad una provocazione, ma un atto violento e gratuito. Le indagini sono ancora in corso. Ora la nostra attenzione è concentrata sulla valutazione della condotta omissiva degli organi scolastici». Le ferite fisiche intanto stanno guarendo, ma vanno guarite quelle nell’animo. «Va tirata via la paura che si è insediata dentro di lei. Stamattina ha impiegato venti minuti a fare una rampa di scale, ma è riuscita a tornare».



BOLZANO, 15ENNE PICCHIATA A SCUOLA

Ma a “I fatti vostri” ha parlato anche la 15enne picchiata a scuola dalla bulla. Nell’intervista ha ricostruito quell’aggressione. «Era pausa a scuola. Sono andata al distributore automatico e all’improvviso delle ragazze mi hanno presa di mira». Dopo averla derisa, l’hanno seguita in classe e una di loro l’ha aggredita. Dice di non aver mai avuto a che fare con lei, che però sostiene di aver subito delle provocazioni. «Mi ha urlato addosso dandomi della “puttana”. Mi sono chinata per prendere il telefono che era attaccato alla presa della corrente, quando ero per terra mi ha preso per i capelli e mi ha tirato un calcio nell’occhio». Un ex compagno di classe del fratello ha sentito le urla ed è accorso in suo aiuto. Ha tirato via di forza la ragazza, mentre le sue compagne di classe l’hanno portata in bagno perché usciva sangue dal naso e dall’occhio. «Una professoressa ha chiamato l’ambulanza e sono andata in ospedale».

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