Giulia Di Sabatino e i misteri sulla sua morte a “La Vita in Diretta”. C’è stata la seconda richiesta di archiviazione dell’inchiesta sulla 19enne morta cadendo da un ponte, ma la mamma della ragazza continua a sperare che venga fatta luce sulla morte di sua figlia. «Le cose sono andate come temevo che andassero. Le avevo vietato di frequentare due persone, l’ex fidanzato e la cugina, perché a volta la picchiava. Temevo che le facesse del male», ha dichiarato Meri Koci in studio. La donna non crede che Giulia si sia suicidata. Qui tre indagati per istigazione al suicidio potrebbero sapere di più. Si tratta del 25enne finito nelle cronache come l’uomo della Panda rossa: è l’ultimo ad aver visto Giulia viva e ha avuto con lei un rapporto sessuale quella notte. C’è poi l’uomo con lo scooter che le diede un passaggio per un tratto di strada e un 30enne di Giulianova nel cui telefonino sono state trovate immagini osé di Giulia Sabatino e di altre tre ragazze. Quest’ultimo è finito a processo per pedopornografia nell’inchiesta della Dda dell’Aquila.
GIULIA DI SABATINO, I DUBBI DELLA MAMMA SU UNA CUGINA “PERICOLOSA”
I resti del corpo dilaniato di Giulia Di Sabatino furono ritrovati proprio il giorno del suo compleanno, il primo settembre 2015, sotto un cavalcavia dell’autostrada A15 a Tortoreto. I suoi genitori hanno sempre sostenuto che la ragazza sarebbe stata gettata dal cavalcavia oppure uccisa prima e poi il corpo buttato per simulare un suicidio. Sono dubbi che trovano appiglio nei retroscena svelati da “La Vita in Diretta”. Quella notte Giulia non era andata semplicemente al bowling, ma visto che era il suo compleanno avrebbe trascorso alcune ore in un’abitazione vicino al cavalcavia con sua cugina. Dalle indagini è emerso che tutte le amiche hanno dichiarato che Giulia aveva appuntamento con la cugina e che avrebbero dovuto festeggiare sotto il cavalcavia. Ora però c’è l’ombra dell’archiviazione, un’eventualità che la madre spera venga scongiurata. Si attende una decisione che potrebbe arrivare anche a breve. E la speranza di Meri Koci e che la richiesta di archiviazione non venga accolta.