Nelle scorse ore, se per caso avete sentito qualcosa in merito ai temi “sepoltura” e “legge in Lombardia” hanno letteralmente dominato la scena le notizie in merito alla nuova normativa che permette ai “cari amici” animali di essere tumulati al fianco dei propri padroni: ecco, peccato che sempre in Lombardia è passata un’altra legge decisamente – perdonateci – più importante e dirimente della lunga battaglia femminista in favore dell’aborto e della “libertà” femminile. D’ora in poi servirà in Lombardia l’esplicito consenso «della donna o di chi è titolato alla decisione perché un embrione, in seguito ad un’interruzione volontaria di gravidanza, possa essere sepolto in un cimitero». Sembra una notizia da niente, invece sul fronte civiltà si segna un punto nel campo femminista mentre se ne perde decisamente un altro sul fronte della cura e libertà del piccolo feto (l’unico davvero innocente di tutta la faccenda). A stabilirlo è uno degli emendamenti alla Riforma dei Servizi Funebri (dove è inserita anche la norma sugli animali domestici, ndr) approvata ieri in Consiglio Regionale lombardo: lo ha proposto il gruppo Pd ma è stato poi approvato all’unanimità.



LA NUOVA LEGGE IN LOMBARDIA

Fino ad oggi era prevista proprio in Lombardia, all’avanguardia in Italia anche nei diritti dei più piccoli e innocenti, la sepoltura di tutti gli embrioni in caso di aborto, ma con questa nuova riforma cambierà tutto: sarà la coppia, in special modo la madre, a dover scegliere se provvedere alla sepoltura per proprio conto o se invece lasciare che sia l’ospedale a provvedervi. Nel caso la madre non se ne occupi, il feto verrà tumulato in aree apposite dei cimiteri senza che sia individuabile (come se di fatto non fosse mai esistito né riconosciuto). «La legge in vigore finora imponeva che venisse data comunque sepoltura ai feti. Ora si è stabilito che venga data sepoltura agli embrioni solo se richiesto esplicitamente dalla donna. Questa modifica conduce alla volontà e alla sensibilità personale della donna la decisione di procedere alla tumulazione, senza più imposizioni per legge da parte dell’istituzione», spiegano i consiglieri del Pd, soddisfatti dell’approvazione. L’assessore regionale alla Salute e Welfare, Giulio Gallera, prova però a mediare ed esprimere il suo parere in merito: «Nel caso in cui la donna non esprima il consenso alla tumulazione dell’embrione, questo continuerà ad essere tumulato a cura delle strutture sanitarie in aree apposite come avviene da sempre e nel massimo rispetto dello stesso». Resta il cambiamento, importante, della Lombardia nei termini della libertà maggiore della donna: e non per forza per quel piccolo feto questa è una “straordinaria legge di civiltà” come viene salutata dal mainstream contemporaneo quasi unanime.

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