A Milano, dopo l’approvazione dell’ultima Riforma dei Servizi Funebri, ci si può far seppellire col proprio cane o il proprio gatto (mentre un feto abortito, se la donna lo vuole, può anche non essere sepolto): se però si è sposi, morti pure a pochi mesi di distanza, la burocrazia si mette di mezzo e impedisce il corso “umano” degli eventi. Lo ha raccontato il Corriere della Sera proprio oggi, con il dramma dei figli a raccontare l’incredibile vicenda dei propri amati genitori, sposati per 60 anni ma costretti ad essere sepolti in due cimiteri separati. Per un problema legato ai numeri esigui all’interno del Cimitero di Baggio, la propria madre e il proprio padre – morti a soli 5 mesi di distanza l’uno dall’altro – non è stato possibile seppellirli assieme. Non solo, davanti alla assolutamente comprensibile domanda di ricongiungimento delle salme nello stesso cimitero, la mail del Comune di Milano manca diciamo “qualcosina” in termini di umanità: «il provvedimento di limitazione dei servizi cimiteriali di Baggio, che peraltro è stato ripreso la scorsa settimana su alcune delle testate giornalistiche più diffuse a Milano, di fatto introduce un bacino urbano servito dal cimitero». Come riporta ancora il CorSera intervistando i figli disperati, «Le dimensioni del bacino, quindi della popolazione servita, sono state oggettivamente definite in relazione alla esigua disponibilità di spazi per l’inumazione e la tumulazione attualmente presenti nel cimitero» conclude ancora il Comune.



SEPOLTI COL CANE SI PUÒ, CON LA MOGLIE NO…

Per Massimiliano Lanzafame, il figlio della coppia da poco defunta, la mancanza di umanità lo fa atterrire: «di solito il ricongiungimento è una prassi. Saperli insieme dopo un’intera vita sarebbe stato l’unico conforto. Davvero non capiamo come in una Regione che ora prevede anche la possibilità di poter inumare gli animali domestici a fianco dei padroni, non si permetta a marito e moglie di riposare insieme». Con un titolo assai eloquente – “la burocrazia ammazza” – il figlio aveva scritto su Facebook qualche giorno fa l’intera sua denuncia di una pratica alquanto odiosa giunta proprio dai “fili” burocratici che dominano anche nella Regione tra le più avanzate d’Europa: «Abbiamo chiesto di poter inumare a terra al Cimitero di Baggio il papà, dove già è sepolta la mamma. Una consuetudine, il ricongiungimento, che si fa in tutti i cimiteri e tutti i giorni. Ebbene, con decisione assurda, e priva di ogni sensibilità, la Direzione Area Servizi Funebri e Cimiteriali, ha negato questa possibilità ai miei genitori di riposare vicini dopo 60 anni». Nell’intera assurda vicenda raccontata, le uniche parole di sensata lucidità pur nel dolore della perdita dei propri genitori arrivano proprio da quel figlio che crede in una “giustizia” che va ben al di là di quella umana: «Per fortuna che lassù non c’è la burocrazia e riposano già insieme».

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