La richiesta di risarcimento danni inoltrata da 41 migranti che erano a bordo della Diciotti ai danni di Matteo Salvini ha scatenato numerose reazioni a livello politico. Il ministro dell’Interno ha ironizzato sulla vicenda, ma la Lega è furiosa. Ecco le parole dell’europarlamentare Angelo Ciocca: «Chiedono un risarcimento tra i 40 e 70 mila euro! Gli unici che andrebbero risarciti dai danni di un’immigrazione selvaggia sono gli italiani! Ma l’avvocato a questi clandestini che fanno causa allo Stato che li ha soccorsi chi lo paga?». Queste, invece, le parole dell’assessore in Regione Lombardia Silvia Sardone: «Pur di tenere in piedi il business dell’accoglienza si inventano che immigrati sarebbero stati “privati della loro libertà”. A sinistra si mettano anima in pace: le politiche anti-italiane sono per fortuna un ricordo!». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



LA REPLICA DI SALVINI E MELONI

Non è tardata ad arrivare la replica di Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno ha commentato su Facebook la richiesta di risarcimento inoltrata da 41 migranti a bordo della Diciotti: «Mi permettete di rispondere con una grassa risata? Tutti nati il primo gennaio, tutti scomparsi, ora vorrebbero un risarcimento in denaro… BASTA prendere in giro gli italiani! La pacchia è finita e i barconi non arrivano più: al massimo gli mandiamo un Bacio Perugina!». Duro il commento di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: «41 immigrati chiedono un risarcimento al governo italiano perché non sono stati fatti sbarcare subito. Ormai siamo alla farsa, l’Italia viene trattata come lo zimbello del mondo intero: ci ridono proprio in faccia. Questa gente, abituata dalla Sinistra ad avere tutti i diritti che voleva con zero doveri, adesso pensa che il mondo funzioni così. Basta, non ne possiamo più: noi di Fratelli d’Italia vogliamo un blocco navale a largo delle coste della Libia, i centri per trattenere gli immigrati irregolari e vogliamo i rimpatri». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



DICIOTTI, 41 MIGRANTI CHIEDONO I DANNI A SALVINI

Dopo il voto sulla piattaforma online del Movimento 5 Stelle e la richiesta della Giunta per le Immunità di non dar luogo a procedere al processo contro Matteo Salvini, il caso Diciotti mostra un altro capitolo di questa infinita ed estenuante vicenda. In attesa che il Senato voti entro il 24 marzo prossimo il parere definitivo sul caso Salvini-Diciotti, è notizia di oggi del ricorso d’urgenza al Tribunale Civile di Roma da parte di 41 migranti per chiedere un risarcimento danni contro il Premier Conte e ancora il Ministro degli Interni Matteo Salvini. Secondo fonti del Viminale, uno Studio Legale romano ha presentato nelle scorse ore la citazione per danni contro i due vertici del Governo italiano per la privazione di libertà personale patita a bordo della nave Diciotti lo scorso agosto 2018. A far scattare la citazione 41 dei 190 immigrati salvati nel Mar Mediterraneo che dunque rivolgono la loro lamentela e richiesta di risarcimento per i 10 giorni passati a bordo della Guardia Costiera italiana.



LA VICENDA DICIOTTI NON È ANCORA FINITA

Si tratta di 41 eritrei che poi, una volta sbarcati a Catania, dopo la lunga trafila burocratica in Sicilia hanno trovato accoglienza nel Centro Baobab Experience nella periferia di Roma: sempre da fonti del Viminale, si scopre che i ricorrenti chiederebbero al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro dell’Interno Matteo Salvini una cifra a titolo di risarcimento tra i 42mila e i 71mila euro. Insomma, la vicenda della Diciotti – anche se civile in questo caso – non termina certo dopo la richiesta votata da Lega e M5s compatti di non dar luogo a procedere contro il leader del Carroccio: giusto ieri la Procura della Repubblica di Catania, in merito al nuovo possibile filone d’inchiesta contro Di Maio, Conte e Toninelli (che avevano presentato le documentazioni per informare della decisione collegiale presa dal Governo sul caso Diciotti, ndr) ha chiesto l’archiviazione per tutti, come già fatto in passato con Salvini, «la decisione di non far scendere i migranti va ascritta ad una scelta politica e dunque non costituisce reato». Ora non resta che capire se il Tribunale dei Ministri di Catania voglia andare ancora una volta contro il procuratore Carmelo Zuccaro e insistere nell’ipotesi di processo per il medesimo reato contestato a Salvini, sequestro di persona.