Infuria sempre di più la polemica dell’omosessualità nella Chiesa, soprattutto in America, e proprio oggi si apre a Roma il concilio straordinario voluto dal papa su abusi e violenze su minori e omosessualità all’interno del clero. E’ una questione spinosa perché ancora si discute di sacerdoti che hanno regolari rapporti sessuali con persone adulte e di abusi sui minori, se insomma le due cose siano legate. Un recente libro-scandalo accusa il Vaticano che l’80% dei preti e dei vescovi, molti dei quali senza fare pratiche sessuali, siano comunque omosessuali ma predicano contro l’omosessualità. Il sito americano ChurchPop riporta oggi una bella e coraggiosa lettera di un sacerdote in responso a una intervista pubblicata dal New York Times in cui un altro prete fa coming out, riconoscendo di essere gay e dichiarando di essere finalmente “se stesso” e autentico come persona avendolo ammesso e soprattutto di “essersi liberato della gabbia in cui la Chiesa lo costringeva”. Questi preti infatti sostengono che la Chiesa non permette di essere quello che sono. Padre Thomas Petri, dei frati domenicani della provincia di St. Joseph, gli ha risposto così: “Non ho più pazienza per i preti che ammettono di essere gay e insistono a dire che il sacerdozio è una gabbia,. Nessuno ti ha costretto a diventare prete. Ai fedeli i tuoi problemi personali non interessano. Non meritano di avere a che fare con nessuno dei nostri problemi, noi dobbiamo soltanto servirli. Punto. I sacerdoti che insistono sul fatto che non possono essere chi sono per colpa del sacerdozio significa che non hanno mai capito cosa vuol dire il sacerdozio secondo la Chiesa, L’ultima cosa di cui i fedeli hanno bisogno di sentire sono sacerdoti che mettono al primo posto la loro sessualità”.
SE IL SESSO VIENE PER PRIMO LASCIA IL SACERDOZIO
E aggiunge che essere gay e dirlo a tutti ti può sembrare come riconoscere chi sei veramente, ma è contrario alla tua ordinazione, è quella che ti rende autentico come persona al servizio del popolo di Dio. “Se non riesci a vivere in questo modo, se non puoi darti liberamente agli altri, senza vivere la tua sessualità, allora, come dice il nostro Santo Padre il Papa, sii onesto: lascia il sacerdozio”. La stessa cosa vale, aggiunge, anche per chi ha interesse nelle donne ed è distratto dal gentil sesso. Se il tuo sacerdozio pone in primo piano le donne da cui sei attratto, significa che hai un problema. Concludendo: “Un padre non può aiutare i figli se è distratto, se è incasinato, questo è il classico rovesciamento di ruolo di una famiglia disfunzionale. Non c’è posto per questo nel sacerdozio e nella Chiesa”. Finalmente parole chiare, precise e oneste, che andrebbero indirizzate a tutti quei sacerdoti la cui sessualità viene come prima cosa.