Le immagini di Roberto Formigoni che entra nel carcere di Bollate dopo la condanna in Cassazione per il caso Maugeri hanno fatto il giro del web e i social si sono spaccati. Intervistato da Il Giornale, Paolo Crepet ha commentato: «È quello che è capitato a una serie infinita di politici e personaggi pubblici. A Silvio Berlusconi, a Bettino Craxi e Giulio Andreotti. Anche Matteo Renzi è crollato per antipatia. È un sentimento irrazionale che va al di là delle vere responsabilità del politico in questione. Il popolo vuole la ghigliottina, vuole la testa dei potenti. C’è molta invidia verso l’élite, verso chi ce l’ha fatta ed è emerso. Chi è salito al potere e sbaglia viene distrutto. L’invidia è forte soprattutto in chi è frustrato e non ha raggiunto i suoi obbiettivi». Prosegue lo psichiatra: «Con l’arresto e la gogna mediatica, Formigoni è diventato solo lo specchio della frustrazione della gente, i suoi meriti sono spariti, dimenticati. Quando parte la slavina, non fa feriti, travolge tutto e tutti. Senza lucidità. A Barabba non viene riconosciuta nemmeno una qualità». Formigoni ha sbagliato a livello di atteggiamento, di immagine? «Diciamo chiaramente: chi se la prende con il Celeste non sono santi e madonne. Anzi, è gente che al suo posto avrebbe fatto ben di peggio. La tendenza resta comunque quella di abbattere il potere, un po’ come un tempo facevano i bolscevichi con gli Zar. È vero che in quel caso gli Zar erano tali per ragioni di sangue e non ci erano arrivati per merito, ma nella pancia della gente è la stessa cosa». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
BATTAGLIA DEI LEGALI CONTRO LO SPAZZACORROTTI
Primo giorno di Formigoni in carcere a Bollate, ma fuori, i suoi legali, stanno iniziando una nuova battaglia legale. Gli storici avvocati dell’ex presidente della regione Lombardia hanno presentato istanza per permettere al proprio cliente di scontare la pena, 5 anni e 10 mesi, ai domiciliari. Ma non sarà semplice raggiungere l’obiettivo, complice la legge cosiddetta “Spazzacorrotti”, introdotta un mese fa e che ha inserito i reati contro la pubblica amministrazione nell’art. 4 bis dell’Ordinamento penitenziario, ovvero, al pari di mafia e terrorismo, ostativi di tutti i benefici penitenziari tranne la liberazione anticipata. L’istanza è stata ricevuta dal sostituto procuratore di Milano Antonio Lamanna, che ha poi allegato il suo parere negativo, girandola alla sezione penale della corte d’appello, la stessa che condannò Formigoni in questo processo a sette anni e mezzo, pena poi ridotta in Cassazione. Non è da escludere che il caso finisca in corte costituzionale, visto che la “Spazzacorrotti” potrebbe aver violato il principio della ragionevolezza della previsione, ma in questo caso ci vorrebbero mesi per ottenere risposta. L’unica opzione, come sottolinea ildubbio.news, sarebbe quella di percorrere la strada della “salute” dello stesso Formigoni, vista l’età (72 anni), ma tale ipotesi non verrà mai presa in considerazione. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
FORMIGONI, PRIMO GIORNO IN CARCERE A BOLLATE
Primo giorno in carcere per l’ex governatore della regione Lombardia, Roberto Formigoni. Dopo la condanna in Cassazione di 5 anni e 10 mesi, l’ex senatore di Ncd si è presentato di sua spontanea volontà presso il carcere di Bollate attorno alle ore 10:00 di ieri mattina. La struttura penitenziaria alle porte di Milano è considerata una delle migliori d’Italia, e al suo interno trattiene detenuti noti come Alberto Stasi, condannato per il delitto di Garlasco, o Alexander Boettcher delle aggressioni con l’acido. Sarebbe finito comunque lì, ma Formigoni ha preferito consegnarsi di sua spontanea volontà accompagnato dal suo storico legale, Mario Brusa. Una volta varcati i cancelli di Bollate, Formigoni è stato trattato come qualsiasi detenuto, anche se è logico pensare che non lo sarà mai: è stato quindi portato presso l’ufficio matricola, perquisito, ha consegnato i propri oggetti, è stato fotografato e gli sono state prese le impronte digitali. Dopo di che si è sottoposto alla visita medica di rito ed ha parlato con il responsabile dell’area educativa. Conclusa tutta la procedura, è entrato in cella, dividendola con altri detenuti. «Era sereno e tranquillo» ha detto un operatore, intanto gli avvocati hanno già presentato istanza affinché il proprio assistito possa scontare la pena ai domiciliari. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
FORMIGONI IN CARCERE A BOLLATE
Nel giorno in cui l’ex Governatore della Regione Lombardia, a seguito della sentenza definitiva di condanna emessa ieri nei suoi confronti, si è visto spalancare le porte del carcere, continuano ad arrivare le parole di esponenti politici dei diversi schieramenti nei confronti di Roberto Formigoni. Commentando la condanna del 71enne ex esponente del Popolo delle Libertà, il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha spiegato di essere umanamente dispiaciuto e aggiungendo che “se gli daranno i domiciliari non sarò io a gridare allo scandalo, spero che soffra il meno possibile dato che la sofferenza umana a 71 anni non è da augurare a nessuno”. A farli eco la ex collega di partito Maria Stella Gelmini: “Ho visto con quanto impegno e quanta dedizione si è dedicato alla Lombardia e mi spiace saperlo oggi in carcere sia per la persona che è sia per ciò che ha rappresentato per questa regione” ha affermato. (agg. di R.G. Flore)
FORMIGONI E’ IN CARCERE
Dopo la condanna con annesso ordine di carcerazione a carico dell’ex governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, arrivano le prima informazioni sul suo stato dopo l’ingresso nel carcere di Bollate. Stando a quanto reso noto dall’agenzia di stampa Ansa, Formigoni è apparso “sereno” e “tranquillo” agli operatori del penitenziario con i quali ha sostenuto una serie di colloqui. Tra questi anche un colloquio con un educatore che ha il compito di capire se in base alle sue condizioni psicologiche possano essere adottate delle particolari misure in tutela della sua salute. Stando a quanto emerso, inoltre, sarebbero in corso delle valutazioni anche per stabilire quale sia la cella più idonea ad ospitarlo anche tenendo conto della compatibilità con i compagni con i quali dovrà condividere lo spazio. Oggi, l’avvocato Daniele Bocciolini ha commentato la notizia di Formigoni in carcere asserendo: “Secondo la legge 3 del 2019, la corruzione è entrata a far parte dei cosiddetti reati ostativi quindi non c’è la possibilità da parte del condannato anche ultra 70enne di accedere in modo automatico ai domiciliare”. Ciò però non significa che la sua difesa non possa chiedere la scarcerazione o uno sconto della pena a carico del proprio assistito. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
LEGALI CHIEDONO GLI ARRESTI DOMICILIARI
Come vi abbiamo raccontato, l’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni è arrivato in carcere a Bollate: dopo la sentenza di condanna a 5 anni e 10 mesi in Cassazione per il caso Maugeri, si è costituito accompagnato dal suo legale. Repubblica sottolinea che gli avvocati Mario Brusa e Luigi Stortoni hanno presentato istanza di sospensione dell’ordine di esecuzione, chiedendo che l’ex presidente di regione possa scontare la pena agli arresti domiciliari. Nelle ultime ore sono giunti altre reazioni dal mondo della politica sulla condanna di Formigoni, a partire da quella del forzista Giorgio Mulè: «Mi dispiace molto per l’uomo e per la sua famiglia. E’ una sentenza, criticabile dall’imputato, come molte altre, ma va accettata». Queste, invece, le parole di Daniela Santanchè: «L’ultima cosa che avrei pensato nella mia vita, da milanese e da lombarda, è di vedere un grande presidente come Formigoni in galera. Poi la giustizia è bene che faccia il suo corso». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ROBERTO FORMIGONI IN CARCERE A BOLLATE
Roberto Formigoni giunge in questi istanti in cui scriviamo al carcere di Bollate (Milano) per iniziare a scontare la pena ricevuta dopo la sentenza di condanna della Cassazione emessa ieri in serata: 5 anni e 10 per corruzione nell’ambito del processo sul caso Maugeri con la legge “Spazzacorrotti” che seppur in atto da pochi mesi già esclude la possibilità di una detenzione alternativa al penitenziario. L’ex Governatore della Regione Lombardia, dopo processi durati anni, “sporca” per la prima volta la fedina penale e inizierà a scontare la pena detentiva all’interno della struttura carceraria di Bollate (una delle eccellenze del settore studiato in tutta Europa come efficacia e valorizzazione dei detenuti, ndr) in attesa che gli avvocati difensori provino a convincere la Procura dell’insensatezza della detenzione penitenziaria. I suoi avvocati guidati dal legale Mario Brusa, hanno presentato questa mattina un’istanza alla Procura Generale di Milano nella quale chiedono che l’esecuzione della sentenza venga sospesa: il procuratore generale di Milano, Antonio Lamanna, ha intanto firmato l’esecuzione della pena ma ora nei prossimi giorni dovrà dirimere una decisione in merito al ricorso di Formigoni.
BUFERA SUL PROCESSO PENALE A ROBERTO FORMIGONI
Stando alla linea difensiva dell’ex Governatore, «la nuova norma contenuta nel decreto cosiddetto “spazzacorrotti”, che verrebbe applicata per la prima volta dopo la sua entrata in vigore nei confronti proprio di Formigoni «pregiudica fatti antecedenti alla entrata in vigore della nuova legge, incidendo in maniera fattuale». Di fatto quindi gli avvocati del “Celeste” chiedono la detenzione domiciliare come del resto prevedeva la legge per gli ultra 70enni prima dell’entrata in vigore della “Spazzacorrotti” di marca grillina. Se la questione venisse accolta, o se nel frattempo la Corte Costituzionale – come pare – solleverà una questione di costituzionalità sulla legge voluta dai 5Stelle, lo spettro del carcere si allontanerebbe per Formigoni che nell’attesa del pronunciamento della Suprema Corte potrebbe essere messo ai domiciliari, senza interrompere l’esecuzione della pena. Intanto è massima bufera sul contenuto stesso del processo che ha portato Formigoni alla condanna per corruzione senza una reale prova fattuale di tangenti o quant’altro: come ben spiega oggi sulle nostre pagine Abate Faria, «Comportamenti sopra le righe come pranzi, vacanze, stili di vita lussuosi in compagnia di siffatti personaggi sono atti gravemente riprovevoli e moralmente intollerabili soprattutto per un uomo pubblico. Tanto più se si è così ingenui e irresponsabili da lasciare che siano loro a pagare. Ma perché tali comportamenti devono essere considerati atti penalmente rilevanti in mancanza di prove di atti corruttivi e trasferimenti di denaro? E’ cambiato il diritto penale?».