Vertice Lega Araba-Unione europea, il summit tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il numero uno egiziano Al Sisi è stato positivo. Ecco il commento del premier riportato da Repubblica: «E’ stato un summit importante, molto positivo nel complesso: il confronto è fondamentale tra Ue e Lega Araba. Spero che quello di oggi sia il primo di un incontro fisso, e mi batterò in Europa perché questo avvenga regolarmente». Il giurista si è soffermato sul caso Giulio Regeni, con l’esecutivo che chiede verità per la misteriosa morte del ricercatore: «Quello di Regeni è stato il primo tema toccato: ho ribadito la sensibilità del mio governo e dell’opinione pubblica italiana per la soluzione di questo caso. Devo dire che il presidente Al Sisi ha assolutamente testimoniato la sua costante attenzione e il rinnovato impegno perché questo caso giunga a soluzione. Confido che si possa continuare in questo dialogo costante tra me e il presidente Al Sisi affinché si possa giungere a una verità giudiziaria». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“UNA FERITA ANCORA APERTA”

Da Sharm el Sheikh, dove è arrivato per partecipare al vertice tra l’Unione europea e la Lega Araba, il premier Giuseppe Conte è tornato a parlare di Giulio Regeni. «Una ferita per l’Italia che rimarrà aperta finché non si risolverà», dice il presidente del Consiglio in merito al ricercatore torturato e ucciso all’inizio del 2016 in Egitto. Lo scorso gennaio avrebbe compiuto 31 anni. Probabile che ci sia un incontro con il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi a margine del summit per discutere proprio delle indagini sugli assassini di Regeni. Per ora non è stato definito l’orario, e così il formato del confronto, ma fonti governative – riferisce il Corriere della Sera – confermano che le parti si incontreranno. Lo stesso premier Conte assicura che, nonostante l’agenda molto serrata, troverà un modo di confrontarsi per trasmettere «le premure del governo italiano e dell’Italia» sul caso Regeni.



MORTE GIULIO REGENI, CONTE IN EGITTO INCONTRERÀ AL SISI

Il commento del premier Conte sul caso Regeni arriva quasi tre mesi dopo la decisione del presidente della Camera, Roberto Fico, che il 29 novembre scorso aveva scelto autonomamente di rompere le relazioni diplomatiche con il Parlamento egiziano dopo l’ennesima spedizione a vuoto dei pm italiano al Cairo per le indagini sulla morte del ricercatore. È stato il primo strappo ufficiale, ma parziale, dell’Italia dopo il rientro dell’ambasciatore al Cairo ad agosto 2017. Ma Conte aveva reagito con freddezza, limitandosi a dire di «non conoscere le ragioni della scelta». Giulio Regeni fu trovato morto e con evidenti segni di tortura il 4 febbraio 2016 nella periferia della capitale egiziana. La richiesta di verità della famiglia del ricercatore friulano è rimasta finora inascoltata. I pm hanno dovuto fare i conti con le resistenze della controparte egiziana e i continui depistaggi per complicare la ricostruzione di quanto accaduto al giovane tra il 25 gennaio e il 4 febbraio 2016 al Cairo.

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