Si fanno più chiari i contorni relativi all’omicidio di Antonio Crisanti a Rozzano. È stato l’ex genero a ucciderlo con cinque colpi di pistola. Lo ha confessato lo stesso 35enne, che si è presentato ai carabinieri con il complice e il suo avvocato. L’uomo ha spiegato di aver ucciso l’ex suocero perché lo riteneva responsabile di abusi sessuali su sua figlia, di 5 anni. Gli abusi, come riportato dal Corriere della Sera, sarebbero avvenuti l’estate scorsa. C’era stata una denuncia e la piccola vittima era stata sentita in audizione protetta dagli investigatori. Questa vicenda aveva causato una spaccatura in famiglia, in particolare tra le due figlie della vittima e i rispettivi mariti, fratelli tra di loro. Antonio Crisanti dopo la denuncia per abusi era rimasto a casa sua in Campania. Forse pensava che le acque si fossero calmate, quindi era tornato a Rozzano, nonostante i parenti lo avessero messo in guardia in merito ad una possibile vendetta. Informato del ritorno dell’ex suocero, il 35enne l’ha cercato con l’amico e lo ha riconosciuto. Dopo aver urlato il suo nome, ha sparato cinque colpi, di cui 4 andati a segno: due all’addome, uno alla spalla e uno al collo. Non si è preoccupato di essere riconosciuto, anche per questo le indagini per risalire a lui sono state rapide. (agg. di Silvana Palazzo)



IL KILLER DI ANTONIO CRISANTI CONFESSA

Si sono costituiti gli assassini di Antonio Crisanti, l’uomo di 63 anni ucciso ieri pomeriggio nel parco accanto al supermercato Il Gigante a Rozzano, a sud di Milano. Un uomo di 35 anni, Emanuele Spavone, si è presentato insieme al complice che guidava il motorino, e accompagnato dal suo avvocato, ai carabinieri. Sul posto anche il magistrato che dirige le indagini. Spavone è considerato l’autore materiale dell’omicidio: ha esploso i cinque colpi di calibro 9×21, quattro dei quali hanno raggiunto l’obiettivo. Spavone ha scaricato i proiettili con lo stile di una vera e propria esecuzione. Il complice, il 27enne Achille Mauriello, invece avrebbe guidato lo scooter. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, il movente sarebbe da ricercare in una vendetta in seguito a contrasti nell’ambito famigliare: Emanuele Spavone avrebbe ucciso Antonio Crisanti perché lo riteneva responsabile di abusi su una bambina. (agg. di Silvana Palazzo)



SI CERCA UN 30ENNE PREGIUDICATO

Ci sarebbe un movente famigliare dietro l’omicidio del 63enne Antonio Crisanti, freddato ieri con quattro colpi di pistola nel parcheggio del supermercato Il Gigante di Rozzano. Il killer (o i killer) risulta essere al momento in fuga, ma stando a quanto riportato dal Corriere della Sera nell’edizione Milano, pare che gli inquirenti stiano battendo una pista precisa che porta appunto all’ambiente famigliare della vittima, agli stretti conoscenti. Crisanti sarebbe infatti stato ucciso per alcuni dissidi fra parenti, dei vecchi rancori mai completamente dissipati. A sparare materialmente sarebbe stato un pregiudicato di circa trent’anni, già noto a Rozzano perchè legato ad ambienti poco raccomandabili. «Adesso lo devono lasciare marcire in galera, non è che questo me lo ritrovo fuori tra un mese», le parole di una parente della vittima, che ha poi aggiunto «È il boss di Rozzano». Sono giunte anche le parole di Barbara Agogliati, il sindaco della nota cittadina nell’hinterland milanese, già teatro in passato di numerosi omicidi per via della forte presenza malavitosa nel territorio: «Questo delitto ci lascia sgomenti – ha detto – e con noi lascia sgomenta tutta Rozzano». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ROZZANO, DUE OMICIDI IN POCHE ORE

Giungono nuovi aggiornamenti sull’omicidio avvenuto nel tardo pomeriggio a Rozzano, nel parcheggio del supermercato Il Gigante. La vittima è il 63enne Antonio Crisanti, residente a Napoli e noto alle forze dell’ordine: come riporta Milano Today, diversi testimoni hanno sentito i colpi di pistola e l’assassino avrebbe sparato al campano nonostante la presenza del nipotino di appena due anni. La figlia ha ripetuto più volte tra le lacrime di fronte ai carabinieri: «Ha visto morire il nonno». Un delitto che non sarebbe collegato a quello registrato in mattinata a Basiglio: seppur le modalità hanno delle analogie e le aree sono vicine, appena una manciata di chilometri di distanza, gli investigatori tendono a escludere la correlazione tra i due episodi. Carabinieri al lavoro per ricostruire la dinamica dei fatti e individuare l’eventuale filo rosso che potrebbero unire questi due agguati. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

SPARATORIA A BASIGLIO, MORTO 64ENNE

Due omicidi a Rozzano nel giro di poche ore, sangue nel Milanese: le vittime sono due ultrasessantenni, le forze dell’ordine temono una doppia esecuzione. Il primo dei due delitti è avvenuto questa mattina a Basiglio attorno alle ore 7.30: l’imprenditore edile Giuseppe Giuliano, 64enne, è stato ferito mortalmente alla testa mentre stava entrando nel cantiere a bordo di un furgone. Come riportano i colleghi de Il Giorno, l’uomo è deceduto all’ospedale Humanitas, dove era stato trasportato in condizioni disperate: nonostante gli sforzi dei medici, per lui non c’è stato niente da fare. L’aggressore aveva sparato per uccidere: i due proiettili hanno raggiunto Giuseppe Giuliano alla testa e al collo, sorpreso mentre stava parlando al telefono con un operaio. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Abbiategrasso e gli uomini della Scientifica. Ma non è l’unico omicidio della giornata…

OMICIDI ROZZANO, ALTRA VITTIMA IN SERATA

Attorno alle ore 18.00, infatti, in viale Lazio a Rozzano un 63enne è stato ucciso in strada con cinque colpi di pistola. L’uomo, di cui non si conoscono ancora le generalità, era nel parchetto vicino a un supermercato e per lui non c’è stato niente da fare: i sanitari del 118 accorsi sul posto non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Sul posto anche i carabinieri, che sono al lavoro per ricostruire la dinamica del delitto: Il Giorno sottolinea che anche in questo caso sembrerebbe trattarsi di una esecuzione. Al vaglio delle forze dell’ordine le testimonianze dei presenti e le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona. Carabinieri al lavoro inoltre per capire se nel passato o nell’attività dell’uomo vi siano particolari che possano fare risalire ai motivi dell’omicidio.