Stefano Leo è stato ucciso da un coltello di grosse dimensioni. È quanto emerso dall’autopsia effettuata oggi sul corpo del 33enne ferito mortalmente ai Murazzi, il 23 febbraio scorso. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, è stato colpito con un taglio netto che gli ha squarciato la gola. Un testimone ha riferito che il killer si è allontanato tra la folla. Per il medico legale Roberto Testi è impossibile stabilire se l’assassino fosse alle spalle o di fronte alla vittima, ma l’ipotesi più probabile è che abbia guardato Stefano Leo negli occhi. Intanto a “La Vita in Diretta” è intervenuto il compagno della mamma della vittima: «L’ho visto mercoledì. È venuto a Biella perché aveva il giorno di riposo, il giorno dopo è tornato a Torino. Era contento del lavoro e della sistemazione che aveva a Torino». Poi ha raccontato come hanno appreso la notizia: « Sabato alle 14 hanno suonato i carabinieri a casa e ci hanno portati in caserma. Dopo ci hanno dati un’informazione sommaria, poi ci hanno portato a Torino dove ci hanno spiegato tutto». (agg. di Silvana Palazzo)



SI CERCA NORDAFRICANO SQUILIBRATO

Probabile svolta nell’omicidio di Stefano Leo, il 34enne commesso del negozio K-Way di Torino, ucciso in strada dopo una coltellata la scorsa settimana. Poche ore dopo l’episodio era stato diffuso un identikit molto sommario dell’omicida, ma nelle ultime ore i carabinieri starebbero battendo la pista legata ad un nordafricano dal carattere irascibile e considerato uno squilibrato. Il presunto colpevole non avrebbe i rasta, come spiegato inizialmente, ma una coda con capelli ricci raccolti sulla nuca, e capelli rasati ai lati. Oltre a scoprire chi abbia ucciso il povero Stefano, bisognerà comprendere anche il perché di tale gesto, visto che la vittima non avrebbe alcun nemico, è descritta dai tutti i conoscenti come una persona tranquilla, che se ne sta sulle sue, ed inoltre, non si è trattato di un assassinio a sfondo economico, una rapina. L’omicidio si è inoltre verificato in una zona di Torino molto tranquilla, dove di solito passano poche persone, e ancor di meno il sabato mattina, quando scuole e aziende sono chiuse. Le telecamere di Storie Italiane, noto programma di Rai Uno, hanno intervistato alcuni conoscenti di Leo, a cominciare da Sebastiano, l’amico di una vita nonché coinquilino: «Era una persona tranquilla, metodica – spiega – mai avuto screzi con nessuno, una roba pazzesca, da film horror. Ci conoscevamo da circa 20 anni, tutti volevano bene a Stefano, non si riesce proprio a capire cosa sia successo, non aveva nemici, mai avuti. Usciva poco perché lavorava o stava a casa». Le forze dell’ordine temono che si sia trattato di un omicidio “a caso”: Stefano si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



STEFANO LEO, UCCISO A TORINO: SI INDAGA

L’omicidio del giovane Stefano Leo, 34enne ucciso sabato mattina in strada a Torino, continua a non trovare alcuna spiegazione logica. Poche le immagini finora al vaglio: un ragazzo insanguinato sbuca da una strada chiedendo aiuto: morirà poco dopo in seguito ad una coltellata alla gola. Un delitto misterioso avvenuto mentre il ragazzo si recava al lavoro, percorrendo il Lungo Po Machiavelli, nel quartiere Vanchiglia. Il suo assassino potrebbe essere uno squilibrato ma anche su questo aspetto non vi è alcuna certezza. Ieri, intanto, era stato diffuso un parziale identikit del sospetto assassino. Si tratterebbe di un giovane con i capelli rasta e un giubbotto bianco con scritte rosse ma finora non sarebbe ancora stato eseguito alcun fermo e le ricerche proseguono spedite. Secondo quanto emerso dalla trasmissione Chi l’ha visto, i carabinieri stanno ancora esaminando le immagini delle telecamere della zona in cui è avvenuto il delitto del 34enne. Fondamentale in tal senso potrebbe essere la testimonianza dei telespettatori della trasmissione, oltre a quella già raccolta di un passante che avrebbe notato un uomo dai capelli lunghi mentre scappava dopo l’aggressione.



STEFANO LEO, L’APPELLO DELLA MADRE

La madre di Stefano Leo, Mariagrazia Chiri, è disperata ed intenzionata a conoscere la verità sulla morte misteriosa del figlio 34enne. “Vogliamo giustizia per Stefano. Chi ha visto si faccia avanti”, ha commentato, come riporta Corriere.it. Dopo aver saputo la drammatica notizia, insieme al compagno si è recata a Torino per ricostruire le ultime ore del giovane: “Era un ragazzo buono, non mi ha mai dato problemi. Ci sentivamo tutti i giorni, se fosse stato preoccupato me ne sarei accorta”, continua a ripetere. Il caso è stato affrontato oggi anche dalla trasmissione Chi l’ha visto che ha raccolto la testimonianza del compagno della madre, Alberto Ferraris, per il quale Stefano era come un figlio: “Era un ragazzo amatissimo che ha avuto un destino ingiusto e che secondo me è inaccettabile che succeda alle 11 del mattino in una città italiana. Stefano tutte le mattine percorreva il Lungo Po perchè era un ecologica, un vegano, che amava la natura ed andava a lavorare a piedi”. L’uomo ha proseguito lanciando un appello: “Le forze dell’ordine non possono essere presenti in ogni metro del territorio, bisogna che i cittadini si attivino quando vedono delle situazioni di rischio e di pericolo, così come adesso secondo me è fondamentale che chi ha visto qualcosa si faccia avanti”. Nella vita tranquilla di Stefano non ci sarebbero elementi per ricostruire un movente. L’assassino autore dell’assurdo omicidio dunque potrebbe essere realmente uno squilibrato, in preda ai fumi dell’alcol o delle droghe.