Sono attesi importanti sviluppi sulla morte di Nicola Colloca, l’infermiere 49enne trovato senza vita nel settembre 2010. Il figlio e la moglie potrebbero essere rinviati a giudizio per l’omicidio: la decisione su Luciano Colloca e Caterina Gentile verrà presa oggi. Quel giorno l’uomo, una volta tornato a casa, fu accusato dalla moglie di avere una relazione extraconiugale con una vicina, presente insieme a suo figlio alla discussione. Nicola respinse le accuse e dopo una lunga discussione andò via. Non fece più ritorno a casa: due giorni dopo fu trovato carbonizzato nella sua auto, una Opel Corsa. Si pensò subito ad un suicidio, quindi ci fu la sepoltura del corpo, ma il padre e la sorella di Nicola si opposero a questa tesi, ottenendo la riesumazione del cadavere dopo tre anni. Parte una nuova indagine: il medico legale scopre che era già morto o in fin di vita al momento del rogo. La Procura di Vibo Valentia procede con la richiesta di rinvio a giudizio di otto persone, tra cui la moglie e il figlio della vittima. Luciano Colloca avrebbe colpito il padre alla testa con un corpo contundente, forse un calcio di pistola, prima che venisse arso, forse ancora in vita.



OMICIDIO NICOLA COLLOCA, RINVIO A GIUDIZIO DI MOGLIE E FIGLIO?

L’indagine sulla morte di Nicola Colloca è conclusa da diverso tempo. Sulla decisione in merito alla richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Vibo Valentia arriverà oggi una decisione del tribunale, dopo oltre otto anni. Siamo dunque ad una fase cruciale di questa vicenda. «Lo hanno ammazzato. Mi sono battuto per avere verità e giustizia, spero che arrivi e che i suoi assassini vengano assicurati alla giustizia. Ho molta fiducia», ha dichiarato il padre a “Chi l’ha visto”. Con lui l’avvocato Diego Brancia: «È un’udienza molto importante. Il gup dovrà decidere se gli elementi raccolti sono sufficienti dalla procura sono sufficienti per sostenere un processo». In questa vicenda sono coinvolte otto persone: «Il concorso in omicidio è stato contestato a più persone, in particolare ai fratelli della donna, all’amante della moglie, alla moglie stessa e al figlio». Ma quali sono gli elementi raccolti? «Ci sono accertamenti di natura scientifica, in particolare c’è la riesumazione della salma. È stato stabilito che la frattura cranica è incompatibile col suicidio. Ci sono le indagini del Ris di Messina sul veicolo, le intercettazioni telefoniche molto significative, oltre a prove dichiarative che io ritengo compendiate in una robusta attività di indagine».



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