Ben 18 anni dopo la morte della giovane Serena Mollicone, è emersa la nuova verità degli inquirenti: la diciottenne sarebbe stata uccisa nella caserma dei carabinieri di Arce da Marco Mottola, figlio dell’ex comandante Franco Mottola, al culmine di un litigio poi sfociato in omicidio. E’ quanto contenuto in una informativa di centinaia di pagine che racchiude il delitto di Arce e che chiama in causa anche i genitori di Marco Mottola e due carabinieri che all’epoca erano in servizio presso la medesima caserma. La trasmissione radiofonica La Storia Oscura trasmessa su Radio Cusano Campus ha riacceso i riflettori sul caso ponendo l’accento sulle parole del padre della 18enne, Guglielmo Mollicone. “Finalmente i nodi stanno venendo al pettine: cose che ripeto da quasi 18 anni ormai. Ho sempre fatto nomi e cognomi di chi uccise Serena, ho sempre detto dove era avvenuto l’omicidio, cioè nella caserma dei carabinieri di Arce, e ho sempre indicato chi poteva aver aiutato la famiglia del maresciallo Mottola a trasportare il corpo nel bosco dell’Anitrella”, ha esordito l’uomo. Di fronte alle dichiarazioni di Marco Mottola, secondo il quale non conosceva bene Serena Mollicone, papà Guglielmo si è detto “allibito”. “Come fa a dire questo dopo che in passato venne per due mesi di fila a casa mia per delle ripetizioni di francese e dopo aver fatto la terza media nella stessa classe di Serena?”, si domanda l’uomo.
SERENA MOLLICONE: LE DICHIARAZIONI CHOC DEL PADRE
Secondo Guglielmo Mollicone, padre di Serena, tra la figlia 18enne e Marco Mottola vi era un forte legame di amicizia al punto che lui era solito invitarla in caserma dove si consumavano frequenti spaghettate. “Serena era amica di tutta la famiglia Mottola, la smettessero di raccontare bugie”, ha commentato l’uomo ai microfoni di Radio Cusano Campus. A non andare affatto giù a Guglielmo è soprattutto l’atteggiamento del maresciallo Mottola e del figlio assunto nei confronti di Santino Tuzi: “stanno anche dicendo di sapere chi è stato a uccidere Serena, lasciando intendere che sia stato Santino Tuzi; ma dicono questo solo perché il povero brigadiere non si può più difendere in quanto morto nel 2008”, ha proseguito. Quindi ha lanciato un appello: “Se sanno chi è stato lo dicano chiaramente, portino prove a loro discolpa ma abbiano almeno rispetto per i defunti”. Il padre di Serena Mollicone ha poi lanciato accuse pensanti: “Inizialmente provarono a incastrare me, poi Carmine Belli che fortunatamente, dopo essersi fatto tanti mesi di carcere, fu assolto. Ora stanno cercando di mettere in mezzo chi ormai è morto”. Secondo l’uomo, stando alle dichiarazioni di Marco Malnati, grande amico di Tuzi, il maresciallo Mottola portò il cellulare della figlia morta, durante la veglia funebre, in casa sua al fine di incastrarlo, “Poi Marco Malnati, sicuramente minacciato, non ha più parlato”. Lo stesso Guglielmo ha ammesso di aver ricevuto una macabra intimidazione: la sua gatta scomparve misteriosamente. Fu poi trovata morta, poco distante dalla sua abitazione, con una ferita sulla tempia, proprio come sua figlia.