Il testo del decreto legge riguardante la chiusura dei negozi la domenica, entrerà nel vivo nella giornata di giovedì 7 febbraio, quando verrà discusso in commissione alla camera. Al momento sono diversi i punti ancora da chiarire, a cominciare dalla deroga chiesta dalle 14 grandi città d’Italia, Milano e Roma in primis, che vorrebbero maggiore libertà nelle aperture domenicali, uscendo quindi dal vincolo del testo. Il Movimento 5 Stelle sembrerebbe più rigido in merito a queste concessioni, mentre appare più morbida la posizione della Lega, con Andrea Dara, relatore del provvedimento, che ha spiegato senza mezzi termini: «L’intesa che abbiamo raggiunto non è la Bibbia, vedremo come procedere». Il carroccio, del resto, non è mai stato troppo favorevole alla chiusura domenica dei negozi, e avrebbe preferito un approccio più blando, ma ha dovuto trovare un’intesa con i grillini. Nel testo, fra le tante cose, è previsto che le catene di distribuzione che servono le partite iva possono lavorare anche alla domenica, e sono inoltre molti gli esercizi commerciali che possono restare aperti, come ad esempio i mobilifici. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
NEGOZI CHIUSI DI DOMENICA? DEROGA GRANDI CITTÀ
14 grandi città d’Italia, fra cui Milano e Roma, sono pronte a chiedere al governo una deroga in merito alla chiusura obbligatoria dei negozi alla domenica. Il decreto legge presentato da Movimento 5 Stelle e Lega prevede alcune restrizioni per le attività commerciali domenicali, leggasi la chiusura di 26 domenica all’anno su 52, e la possibilità di tenere aperto in sole 4 delle 12 festività classiche come Natale, Pasqua, Ferragosto e via discorrendo. Le metropoli però non ci stanno, sono consce che il commercio la domenica è uno dei punti forti delle stesse, e sono quindi convinte che se i negozi venissero chiusi si peggiorerebbe a cascata l’economia generale: meno gente ai bar, ai ristoranti, ai musei e via discorrendo. La decisione di chiudere i negozi alla domenica non piace anche all’opposizione, come ha sottolineato il responsabile dello sviluppo economico del PD Roma, Augusto Gregori, che come riporta Romait ha ammesso: «Invece di pensare a chiudere le serrande dovremmo iniziare a lavorare affinché ci siano sempre più diritti per i lavoratori e ci sia sempre più sinergia tra grandi strutture, piccole realtà e commercio online. Si potrebbe pensare ad incentivare le attività dei piccoli artigiani, delle nostre botteghe storiche e del commercio di vicinato.Non obblighiamo i negozi a chiudere la domenica, ma permettiamo al commercio di tornare ad essere il fulcro dello sviluppo cittadino». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
NEGOZI CHIUSI LA DOMENICA: 14 GRANDI CITTÀ CHIEDONO LA DEROGA
Pronta la deroga per 14 città metropolitane in merito alla questione dei negozi chiusi la domenica. Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia, il gruppo composto dalle principali città dello stivale, starebbe pensando di chiedere al governo che i negozi presenti nelle metropolitane possano non venire assoggettati al nuovo decreto legge sulle chiusure domenicali, permettendo così un’apertura maggiore delle attività. Il monito era stato lanciato mesi fa dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che rispondendo a Di Maio aveva detto “Milano non è Avellino”. Forse i modi utilizzati erano stati un po’ bruschi ma non è peccato dire che una città come appunto il capoluogo lombarda, abbia esigenze diverse rispetto alla piccola cittadina campana. Dopo l’intervento del primo cittadino meneghino pare che altri sindaci si siano accodati a ruota a Sala, a cominciare da Virginia Raggi, chiedendo appunto concessioni maggiori per le aperture dei negozi.
NEGOZI CHIUSI LA DOMENICA: DEROGA ALLE GRANDI CITTÀ
Stando a quanto sottolinea l’edizione online di Repubblica, la Lega si dice disposta a rivedere la legge per le grandi città, ma non il Movimento 5 Stelle, che starebbe invece pensando di mantenere il testo della legge, anche se aperto a qualche modifica. Le grandi manovre inizieranno giovedì in commissione Attività produttive di Montecitorio, e fra i punti da affrontare, oltre alla questione grandi città, anche il capitolo e-commerce: obiettivo, individuare norme che possano essere rispettate anche dalle grandi catene di distribuzione del web, a cominciare da Amazon, e fino ad oggi l’unica decisione presa è stata quella di vietare la consegna dei prodotti nei giorni festivi. Attenzione anche all’aspetto contratti, visto che il governo vuole vederci chiaro sugli accordi che obbligano i lavoratori, soprattutto commessi e commesse, a lavorare anche di domenica. Insomma, tutta una serie di cavilli che dalla prossima settimana verranno esaminati con attenzione.