Dopo le ben poco “simpatiche” accuse lanciate dal M5s contro Mario Calabresi, emerge su Next Quotidiano un retroscena in merito alla cacciata dell’ex direttore di Repubblica per decisione degli editori del Gruppo GEDI. Il problema di Calabresi è che Repubblica ha continuato a perdere copie con la sua direzione: «”La discesa delle copie si è dimezzata” (sottinteso: grazie a me). Un po’ poco per l’uomo che era arrivato per ereditare il giornale che fu di Scalfari e di Ezio Mauro e per rilanciarlo con la benedizione degli Agnelli», riporta il “soffio” su Next. Non solo però: esattamente come l’arrivo di Calabresi era coinciso con una semi-rivoluzione in GEDI, ora il 4 direttore della storia di Repubblica Carlo Verdelli potrebbe anticipare altri stravolgimenti nel Gruppo Espresso. Non sono pochi negli ambienti di stampa che riportano di pessimi rapporti tra Monica Mandardini (attuale amministratore delegato di CIR – Compagnie Industriali Riunite, amministratore delegato della controllata GEDI Gruppo Editoriale fino ad aprile 2018) e l’ex direttore della Stampa Mario Calabresi.



M5S A CALABRESI: “ORA UN ALTRO GIORNALE DA FAR FALLIRE”

«Ciao Calabresi, trova un altro giornale da portare al fallimento!», queste le parole di Paolo Romano, deputato del Movimento 5 Stelle. Un attacco che arriva dopo l’annuncio dell’addio, dopo tre anni, di Calabresi a Repubblica: da oggi infatti è Carlo Verdelli il nuovo direttore del quotidiano capitolino. Il clima rovente tra il giornale e la forza di governo ha avuto ripercussioni anche oggi, con il M5s che ha pizzicato l’ormai ex direttore. E sui social continua il dibattito, con Vittorio Feltri che ha commentato: «Quando un direttore viene licenziato la colpa non è mai sua bensì dell’editore che ha sbagliato ad assumerlo oppure ha sbagliato a cacciarlo. Ora Calabresi è orfano due volte». Infine, segnaliamo il commento ironico dell’economista Antonio Rinaldi: «Ringrazio pubblicamente il direttore Calabresi de La Repubblica perché ha contribuito in modo preziosissimo e determinante a spianare la strada al successo elettorale delle due forze politiche che compongono il governo e a rafforzarne il gradimento fra gli italiani». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



MARIO CALABRESI NON E’ PIU’ IL DIRETTORE DE LA REPUBBLICA

Aveva lanciato la “breaking news” Dagospia questa mattina e ora vi è la conferma dello stesso Mario Calabresi che da oggi non è più il direttore de La Repubblica: gli editori (in testa il Presidente del Gruppo Espresso Carlo De Benedetti) hanno nominato nuovo direttore del quotidiano di Largo Fochetti, Carlo Verdelli, ex membro del Cda Rai e giornalista che già collaborava con Repubblica dal 2013 al 2015 quando direttore era ancora Ezio Mauro. L’annuncio lo ha dato Calabresi sui proprio canali social: «Dopo tre anni finisce la mia direzione di Repubblica. Lo hanno deciso gli editori. Ho l’orgoglio di lasciare un giornale che ha ritrovato un’identità e ha un’idea chiara del mondo. I lettori lo hanno capito, la discesa delle copie si è dimezzata: era al 14 ora è sotto il 7». Per l’ex direttore della Stampa che ad ora si ritrova di fatto “appiedato”, nessuna polemica e un augurio a tutti i suoi ormai ex collaboratori: «Grazie a chi ci ha sostenuto nella battaglia per una stampa libera e non ipnotizzata dalla propaganda dei nuovi potenti. Abbiamo innovato tanto sulla carta e sul digitale e i conti sono in ordine. Grazie a tutti i colleghi a cui auguro di non perdere mai passione e curiosità».

CHI È CARLO VERDELLI, IL NUOVO DIRETTORE DI REPUBBLICA

Il nuovo n.1 del quotidiano La Repubblica è nato il 15 luglio 1957 a Milano e vanta una lungo passato di nomine e ruoli all’interno del giornalismo italiano che lo fanno uno dei dirigenti “editoriali” tra i più noti: Carlo Verdelli è stato infatti dal 2006 al 2010 il direttore della Gazzetta dello Sport, ha guidato Vanity Fair e Sette ed è stato anche vicedirettore del Corriere della Sera. La collaborazione con Repubblica inizia nel 2013, poi nel 2017 Verdelli entra a far parte del Consiglio di Amministrazione Rai divenendo il direttore editoriale, prima di dimettersi dopo la bocciatura da parte del Cda del suo stesso piano di riforma per l’informazione. Lo aveva voluto in quel ruolo l’allora direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, eppure il nuovo direttore della Repubblica non accettò la clamorosa bocciatura del “Piano di riforma per l’informazione” arrivata senza voto e con dinamiche ancora oggi assai polemizzate dallo stesso Verdelli. Il 21 dicembre 2015 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli ha conferito l’onorificenza di Ufficiale al merito della Repubblica italiana mentre nel 2014 per Garzanti scrisse il suo primo romanzo “I sogni belli non si ricordano”. Per gli addetti ai lavori non era però “atteso” un terremoto così imminente in casa Repubblica e di sicuro nelle prossime giornate si avranno dettagli in più in merito alla “cacciata” di Calabresi dopo soli 3 anni alla guida del quotidiano. La rivoluzione sul digitale non ha portato i risultati attesi dagli editori e forse Calabresi paga anche un “eccessivo” contrasto all’attuale maggioranza di Governo con Repubblica che in questi mesi è divenuto il primo vero organo di opposizione all’esecutivo gialloverde, con i ben noti scontri diretti e reciproci con il vicepremier Luigi Di Maio.